USA: le fiamme non si spengono [in aggiornamento]
[4/6] In tutti i 50 Stati (oltre Washington e Puertorico) si è manifestato.
In 350 città in centinaia di migliaia con imponenti cortei, seguiti da scontri notturni abbastanza brevi.
L’assassino di George Floyd è stato accusato di omicidio volontario. Sono stati arrestati anche gli altri tre agenti.
L’autopsia ha rilevato che ad aprile Floyd aveva contratto il Covid-19.
Licenziato il capo della polizia di Denver per dichiarazioni razziste e provocatorie contro i manifestanti.
6 poliziotti ad Atlanta sono finiti alla sbarra per “uso eccessivo della forza”.
In Kansas è ora obbligatorio per tutti gli agenti la telecamera sempre accesa in servizio.
A Minneapolis si è tenuta una cerimonia per George Floyd sul luogo dell’omicidio. La folla, insieme alla famiglia, ha osservato 9 minuti di silenzio (con altre piazze in contemporanea). E ha salutato con soddisfazione le notizie sulle incriminazioni degli agenti. È solo l’inizio.
A Las Vegas 3 suprematisti hanno provato a colpire il corteo ma sono stati neutralizzati. La Polizia li ha salvati dal linciaggio e arrestati. Anche a Lansing un’auto si è lanciata contro il corteo, senza conseguenze.
A San Francisco e Los Angeles due cortei memorabili hanno manifestato per ore gridando “No Justice No Peace”. A margine ci sono stati scontri tra polizia e Antifa tra cui il campione fiorettista olimpico Race Imboden che con il suo gruppo ha bloccato uno dei bus diretti alla centrale LAPD con i fermati.
A NYC diversi cortei sono terminati in scontri sotto la pioggia a Brooklyn, East River e Queens. Ogni poliziotto ora dovrà lavorare 84 ore settimanali.
A Portland dopo 6 notti di fila di scontri il Capo della Polizia, Jemi Resch, visibilmente frustrato, ha chiesto 24 ore di tregua, lamentando come venissero presi di mira soprattutto gli uomini in divisa, che iniziavano a disertare. Le attiviste e gli attivisti della “Piccola Beirut” si sono detti ben disposti ma solo se saranno rilasciati i 100 arrestati fino ad oggi. Sono ancora nelle strade.
A Richmond il Governatore della Virginia ha ordinato la demolizione del celebre monumento al Generale Sudista Robert E. Lee.
Non si fermano gli scontri, le assemblee e i cortei a Seattle dove, malgrado Guardia Nazionale e coprifuoco, le proteste durano da quasi 36 ore.
A Washington i manifestanti hanno continuato ad assediare la Casa Bianca in una città deserta e presidiata dai militari.
A oggi ci sono stati 16 persone uccise e quasi 7000 arrestate.
10 le città con cortei in Canada: Calgary; Fredericton; Halifax; Moncton; Montreal; Ottawa; Peterborough; Saskatoon; Toronto; Vancouver;
Scontri con la polizia a Londra, Stoccolma e Parigi.
Molotov contro l’Ambasciata Statunitense di Atene.
Manifestazioni in: Argentina; Australia; Belgio; Brasile; Danimarca; Francia; Germania, Iran; Irlanda; Israele; Palestina; Italia; Giappone; Kenya; Messico; Olanda; Nuova Zelanda; Nigeria; Slovacchia; Catalogna; Svizzera; Turchia.
[3/6] Violato il coprifuoco nei 22 stati dove vigeva. Meno violenze ma i cortei hanno interessato ancora più città e hanno improvvisamente assunto dimensioni oceaniche.
Un sondaggio nazionale del Monmouth Poll afferma che dopo 7 giorni, il 78% degli americani ritiene giustificata la rabbia dei manifestanti e il 54% s’è detto soddisfatto nel vedere la caserma del 3 d. di Minneapolis in fiamme.
A Washington un corteo pacifico di 100 mila persone ha attraversato una città in mano all’esercito. Lunghi convogli di mezzi militari hanno portato soldati e forniture per blindare i palazzi del potere. La Casa Bianca è circondata da una imponente barriera di acciaio: “Adesso sei in gabbia” hanno urlato a Trump i manifestanti.
NYC: è la situazione più fuori controllo di tutte. 6 diversi cortei. Decine di aree con scontri con il NYPD a incominciare da Stonewall dove la comunità lgbt ricordava le vittime transgender della polizia. Dopo ore di scontri tutta la polizia della città ha provato a fermare i manifestanti sui ponti per impedire l’ingresso alla penisola di Manhattan. Il blocco è stato rotto ma un ragazzo di 18 è stato colpito da un proiettile volante a quel punto la polizia ha totalmente perso il controllo della metropoli. Intanto De Blasio ha imposto ai 38709 poliziotti nuove regole di ingaggio: turni continui di 12 ore, 7 giorni su 7 senza giorno libero.
A Los Angeles scontri nei quartieri più ricchi Beverly Hills e Hollywood dove è stato scritto “George Floyd” su una stella del Walk of Fame. Un’azione oscura al movimento con centinaia di persone ha assediato la residenza del sindaco della città. In diversi quartieri e centri suburbani violenti scontri e saccheggi.
Manifestazioni imponenti a NYC, Los Angeles, Oakland, Houston, Washington DC, Seattle, Portland, Denver, Minneapolis, Chicago, Philadephia, Boston, Louisville, Portland (Maine!), Detroit, New Orleans, Ferguson.
Scontri con feriti e vittime ad Atlanta, Saint Luis, New York, Los Angeles, Grand Rapids, Richmond, Buffalo, Vallejo, Dallas, Charlotte.
[2/6] Il coprifuoco adottato da molte delle città coinvolte dalle mobilitazioni non ferma le proteste.
Nella sera di lunedì, da New York a Los Angeles, da Washington DC a Philadelphia i manifestanti hanno continuato a scendere in piazza. La polizia ha attaccato i cortei di protesta duramente tentando di disperderli in molte città.
A Washington DC nonostante il coprifuoco non fosse entrato ancora in vigore la polizia ha attaccato i manifestanti con cariche, lacrimogeni e proiettili di gomma al fine di permettere a Trump di fare il proprio discorso e una foto con la Bibbia in mano di fronte alla “Church of Presidents” che qualche giorno fa era stata data alle fiamme. Trump nel suo discorso ha minacciato di far intervenire i militari per fermare i disordini, ribadendo di considerare le rivolte come terrorismo domestico, mentre in sottofondo risuonavano i rumori degli scontri e dei cori. Diversi esponenti delle chiese americane hanno definito “oltraggiosa” la trovata propagandistica di Trump. Nella giornata di ieri proprio davanti alla Casa Bianca è stato schierato un contingente di polizia militare. Ma nonostante il crescente confronto muscolare messo in piedi dall’amministrazione Trump i manifestanti a Washington DC sono rimasti in piazza ben oltre lo scadere del coprifuoco alle 19.
A Baltimora, Oackland e persino nel Maine, uno degli Stati con la minore presenza di afroamericani, si sono date manifestazioni molto numerose.
Così anche a New York dove a notte inoltrata sono ripresi gli scontri e i saccheggi, in particolar modo nella Fifth Avenue a Manhattan. A Philadelphia la polizia ha sparato proiettili di gomma e lacrimogeni contro i manifestanti che bloccavano l’autostrada.
Intanto anche a Minneapolis continua la mobilitazione nonostante lo stato d’assedio in cui è cinta la città. E’ stato identificato il camionista che l’altro ieri si è lanciato contro il corteo di protesta con il proprio mezzo ed è un neonazista ucraino di 35 anni, Bogdan Vechirko, veterano dell’operazione ATO. Sempre nella giornata di ieri l’autopsia di parte sul corpo di George Floyd richiesta dalla famiglia ha sconfessato quella ufficiale, affermando che la morte sarebbe a tutti gli effetti avvenuta per asfissia.
Al bilancio delle vittime si aggiungono due persone uccise a Chicago e oltre 4400 arresti secondo i dati ufficiali.
[1/6] Nuovi aggiornamenti dalla proteste contro la brutalità della polizia negli Stati Uniti.
A Washington DC sono esplosi duri scontri tra manifestanti e polizia quando quest’ultima ha cercato di avanzare per imporre il coprifuoco. Il seminterrato della “Church of the Presidents” è stato dato alle fiamme e immediatamente spento dai pompieri, ma altri incendi sono stati accesi intorno al monumento. Sono stati sparati gas lacrimogeni verso i manifestanti e US Marshall e agenti della DEA sono stati schierati in aggiunta alla guardia nazionale e ai servizi segreti per assistere la polizia.
A Santa Monica, Los Angeles, la polizia ha sparato proiettili di gomma e lacrimogeni contro la folla che ha bloccato la principale via dello shopping del quartiere.
A New York migliaia di manifestanti sono tornati per le strade, durante il giorno hanno marciato per Manhattan e poi si sono riuniti a Union Square, dove sabato sera erano state incendiate numerose macchine della polizia. I fuochi sono stati nuovamente accesi in strada e sono ripartiti gli scontri tra polizia e manifestanti.
A Minneapolis un camion che trasportava carburante ha tentato di lanciarsi a grande velocità contro il corteo di protesta di migliaia di persone, ma i manifestanti sono riusciti a spostarsi in tempo e a rendere inoffensivo il conducente. Nonostante il coprifuoco serrato in serata molte persone hanno deciso di scendere comunque in piazza e ritrovarsi sul luogo dell’assassinio di George Floyd.
Altre proteste sono andate in scena a Chicago, Philadelphia, Boston, Atlanta, Fort Lauderdale, a Portland e Oklahoma City. In molte città è stata attivata la guardia nazionale.
Intanto è emerso che nella notte di venerdì Trump e la sua famiglia sarebbero stati spostati in un bunker sicuro da parte dei servizi segreti in concomitanza con le proteste. Il presidente continua imperterrito a propagandare il pugno di ferro per galvanizzare la propria base in vista delle elezioni, mentre tanti nell’establishment iniziano a preoccuparsi per la tenuta sociale complessiva del sistema. Il conflitto sociale sta smascherando le ipocrisie e facendo emergere tutte le contraddizioni del paese.
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