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Usa: Leonard Peltier uscirà dal carcere

In uno dei suoi ultimi atti da Presidente Biden ha commutato la condanna all’ergastolo di Leonard Peltier, l’attivista dell’American Indian Movement in prigione da quasi 50 anni. Peltier sconterà il resto della pena agli arresti domiciliari.

da Osservatorio Repressione

«Ho commutato la pena dell’ergastolo alla quale era stato condannato Leonard Peltier, concedendogli gli arresti domiciliari»: nell’ultimo giorno, nelle ultimissime ore della presidenza Biden, il comunicato della Casa bianca informa che l’attivista nativo statunitense lascerà il carcere Coleman 1 in Florida dove ha scontato 49 anni – sempre dichiarandosi innocente – per l’omicidio di due agenti della potente Fbi, dopo un processo molto dubbio. La executive clemency è finalmente arrivata. Non morirà dietro le sbarre.

Leonard torna a casa, alla Turtle Mountain. Un enorme sollievo per lui, per la sua famiglia, per la sua comunità e per i tantissimi, sconosciuti o noti, che nei decenni hanno seguito il suo caso, manifestato, mandato lettere postali ai presidenti, lanciato appelli. I difensori dell’attivista continueranno a lavorare per un’assoluzione totale.

Joseph Biden (che da dicembre ha concesso la grazia o la commutazione di pena a migliaia di persone, compresi membri della sua famiglia), è stato attento a non urtare l’Fbi: il suo comunicato precisa che Peltier non viene perdonato per i suoi «crimini» e che la clemency ha tenuto conto delle sue numerose patologie, dell’età, del fatto di aver speso in carcere la gran parte della sua vita. Il comunicato afferma poi che per queste ragioni la clemency era stata chiesta da leader nativi, premi Nobel, giuristi, organizzazioni per i diritti umani, lo stesso procuratore che si era occupato del processo.

«Non c’è vera giustizia dopo 50 anni di carcere ingiusto, ma oggi i nostri cuori esultano di gioia e gratitudine», si legge nel comunicato dell’organizzazione dei nativi Ndn Collective che ringrazia «tutti quelli che, negli Usa e nel mondo, hanno lavorato per questo giorno e magari non hanno vissuto abbastanza a lungo per vederlo». Insieme all’esultanza, il ricordo di chi è ancora prigioniero e la promessa che l’impegno per i nativi continuerà.

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