All’alba di venerdì, sono scoppiati scontri nel campo profughi di Balata, a est di Nablus, a seguito dell’invasione dalle forze speciali israeliane.
Di fatto la costruzione di queste dighe promuove una forma di controllo del territorio che accompagna sfruttamento coloniale e militarizzazione e ha per conseguenze la distruzione del patrimonio curdo, assiro e armeno; come l’allagamento pianificato della bimillenaria città di Hasankeyf, seguito alla costruzione della diga di Ilisu, ha dimostrato.
La spesa militare globale in termini reali nel 2022 ha raggiunto il livello record di 2,24 mila miliardi di dollari. È ciò che emerge dal rapporto di Aprile 2023 dell’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SIPRI).
Il 4 giugno dalle ore 10.00 il Movimento No Base – Né a Coltano né altrove promuove un’assemblea nazionale, insieme ad altre realtà, che si svolgerà dalle ore 10.00 al Bastione Sangallo a Pisa. Qui il sito del Movimento e il programma della tre giorni in cui è inserita l’assemblea. È passato un anno dalla […]
“È passato un anno dalla manifestazione indetta a Coltano contro la costruzione di una nuova base militare dell’esercito italiano per i corpi speciali, in particolare il 1º reggimento dei carabinieri paracadutisti “Tuscania” e il reparto d’élite dei carabinieri “G.I.S.” (Gruppo Intervento Speciale).
300 mila piqueteri/e hanno detto “Basta” alle politiche neoliberali del Governo. È stata una giornata storica per varie ragioni: la principale si deve ad una mobilitazione di massa dell’Unità Piquetera e dell’UTEP, alle quali si sono aggiunte altre organizzazioni sociali.
II PARTE: INTERVISTA A SAMUEL MEEGENS SEGRETARIO COMUNICAZIONE UD CGT NORD
Tra questioni irrisolte e repressione del dissenso, come procede in Irlanda del Nord? In mancanza di chiarimenti da parte degli “addetti ai lavori”, cerchiamo di orientarci.
Un aspetto presente e significativo del ciclo di lotte che sta attraversando la Francia è la reciprocità tra le possibilità organizzative e di lotta che si trovano nelle composizioni operaie, che già vogliono lottare e modificare le proprie condizioni di lavoro e di vita, e il movimento più generale che si sta dando contro la riforma delle pensioni.
Da anni ci impegniamo nella lotta contro la guerra e contro la militarizzazione della nostra isola, diventata ormai una grossa portaerei per gli interessi bellici di Italia, Usa e Nato.