InfoAut
Immagine di copertina per il post

A Marsiglia, lo stabilimento Lafarge di La Malle è stato occupato e sabotato da 200 attivist*

L’azienda, tra i leader in Europa nella fabbricazione di materiali di costruzione, è accusata anche di aver finanziato Daesh in Siria

Il 10 dicembre 2022 alle 18:00, 200 persone hanno invaso e bloccato lo stabilimento Lafarge di La Malle a Bouc-Bel-Air, nelle Bouches-du-Rhône. In un’atmosfera determinata e gioiosa, le infrastrutture del cementificio inquinante sono state attaccate con tutti i mezzi: sabotaggio dell’inceneritore e dei dispositivi elettrici, cavi tagliati, sacchi di cemento strappati, veicoli e attrezzature da costruzione danneggiati, finestre degli uffici danneggiate, e scritte sui muri.

Lafarge-Holcim è uno dei maggiori inquinatori e produttori di CO2 del Paese. Al centro di diversi procedimenti giudiziari antiterrorismo (l’azienda è coinvolta nel finanziamento dello Stato Islamico in Siria, ndr) la multinazionale cerca sistematicamente di nascondere gli attacchi che le vengono rivolti. Qui a Bouc-Bel-Air, i forni colpiti oggi (ieri ndr), a lungo alimentati da rifiuti industriali e pneumatici, sono il simbolo del greenwashing. L’inquinamento atmosferico è notevole ed è stato più volte denunciato dalla stampa e dai residenti locali. Tuttavia, i camini continuano a sputare il loro veleno.

In Francia e in Svizzera, da tre anni azioni sempre più decise prendono di mira Lafarge-Holcim: i blocchi “Fine dei lavori” nel 2020, occupazioni e sabotaggi simultanei di 4 siti da parte di centinaia di persone nel giugno 2021 durante l’operazione “Grand Péril Express”, mobilitazioni successive contro la distruzione del boschetto di Saint-Colomban da parte di Lafarge nella regione Loira-Atlantica, lo Zad de la Colline contro l’ampliamento della cava di Lafarge in Svizzera. Dopo gli amari fallimenti della COP27 e la prevedibile COP15 Biodiversità e senza aspettare una COP 2050 e 3 gradi in più, siamo tornati oggi con l’obiettivo di darci i mezzi per fermare queste industrie edilizie che stanno distruggendo la Terra.

Lafarge e i suoi complici ignorano la rabbia delle generazioni che lasciano senza futuro in un mondo devastato dalle loro malefatte. Le loro macchine, i loro silos e i loro miscelatori sono armi che ci uccidono. Non si fermeranno se non li costringeremo. Quindi continueremo a smantellare noi stessi questa infrastruttura di disastri. Chiediamo a tutti coloro che si battono per la terra di occupare, bloccare e disarmare il cemento.

Perché prendere di mira Lafarge?

Il gruppo Lafarge Holcim, con un fatturato di miliardi, non si fermerà davanti a nulla per continuare la sua folle corsa al profitto, senza alcun riguardo per le conseguenze ecologiche e sociali. Perseguiti in diversi Paesi, Lafarge e i suoi dirigenti hanno dimostrato il loro cinismo attraverso il coinvolgimento nel finanziamento dello Stato Islamico in Siria. Condannati dagli Stati Uniti nell’ottobre 2022 a 778 milioni di dollari per aver sostenuto Daesh, sono ancora sotto inchiesta in Francia per complicità in crimini di guerra contro l’umanità. In questo caso, la successione di scelte tattiche operate dallo Stato francese, attraverso gli scambi tra la DGSE e Lafarge, dimostra ancora una volta che il capitalismo richiede la collaborazione tra Stato e industria.

Estrarre minerali sotto la protezione dello Stato anche se ciò significa alimentare la guerra. Vendere il cemento per ricostruire ciò che le guerre hanno demolito. E nel frattempo, distruggendo le nostre condizioni di vita e i nostri ecosistemi per costruire un mondo di cemento e morte, che si tratti di greenwashing con la neutralità del carbonio o di cementi a basso contenuto di carbonio prodotti incenerendo i rifiuti.

Dall’estrazione della sabbia alla produzione di cemento e calcestruzzo, fino ai grandi progetti inutili, l’intera catena dell’industria edilizia è un disastro ecologico. Il settore delle costruzioni, dalla catena di produzione all’utilizzo, è responsabile del 39% delle emissioni di CO2 a livello mondiale. Qui a Bouc-Bel-Air l’azienda non ha mai esitato a fare pressioni per superare gli standard ambientali per le polveri e gli ossidi di zolfo stabiliti dall’Unione Europea. Dei 50 siti più inquinanti in Francia, 20 sono cementifici, tra cui questo, che produce più di 444.464 tonnellate di CO2 all’anno e alimenta i suoi forni con migliaia di vecchi pneumatici e ogni sorta di rifiuti tossici.

Nei nostri paesaggi e nel nostro immaginario, il cemento è diventato la norma sotto la pressione delle lobby e la complicità delle autorità pubbliche. È al centro dei progetti più assurdi dell’ultimo decennio: i cantieri della Grande Parigi e delle Olimpiadi del 2024, l’aeroporto di Notre-Dames-des-Landes, l’ampliamento della cava di Château-Gontier a Mayenne e, a pochi chilometri da qui, la cementificazione dei terreni agricoli di Pertuis…

Dal momento che il governo è concentrato sulle sue risorse e sui suoi grandi progetti, dal momento che ha persino inventato il termine eco-terrorismo per legittimare la sua caccia agli attivisti ambientali, dal momento che oggi nulla li ferma, li fermeremo noi stessi. Sconfiggere i progetti di sfruttamento del territorio che uccidono l’ambiente e distruggere le infrastrutture che li rendono possibili sono le uniche opzioni per rendere il mondo di nuovo desiderabile.

Non vogliamo un eco-capitalismo coloniale, un’economia di guerra o una transizione ecologica cinica e manipolativa. Ecco perché oggi abbiamo attaccato Lafarge-Holcim.

Articolo tradotto dall’originale pubblicato su mars-infos.org.

Originariamente pubblicato su Global Project

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

cementoCRISI CLIMATICAECOLOGIAFranciamarsigliaTRANSIZIONE ECOLOGICA

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Uragano a Mayotte: un’isola devastata e le miserie della politica coloniale francese

A Mayotte, Dominio d’Oltremare (DOM) francese nell’Oceano Indiano, si contano già diverse decine di migliaia di morti, dopo il passaggio del devastante ciclone Chido.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Quattro mega-bacini, tra cui quello di Sainte-Soline, sono stati dichiarati illegali dalla giustizia: è tempo di festeggiare in Francia

Il 18 dicembre il tribunale di Bordeaux ha dichiarato illegali quattro bacini, tra cui quello di Sainte-Soline.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Buon 8 dicembre No Tav! (Video)

Riceviamo e pubblichiamo. da notav.info Contro ogni devastazione, contro politiche corrotte e incapaci di guardare ai bisogni delle persone e dell’ambiente, a fianco dei popoli in lotta e per chi si trova privato della libertà per aver difeso la sua valle! Avanti No Tav!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Torino: Extinction Rebellion scarica sacchi anti allagamento in Consiglio Regionale

Extinction Rebellion scarica sacchi anti allagamento all’ingresso del Consiglio Regionale del Piemonte, poco prima della discussione sul Piano di Qualità dell’Aria.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

8 dicembre 2024, marcia popolare No Tav: una data di cui non smetteremo mai di raccontare

Nel pomeriggio di ieri, più di 5000 No Tav si sono riversati per le strade di Susa per la tradizionale manifestazione popolare in occasione dell’ 8 dicembre.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Operaio contaminato dal plutonio a Casaccia: per i responsabili diventa garanzia di sicurezza.

Al centro nucleare della Casaccia alle porte di Roma un operaio è stato contaminato dal plutonio presente nel sito; a renderlo noto è stata l’Agenzia di stampa per l’energia e le infrastrutture (Ageei) lo scorso venerdì.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Perù: Annunciata giornata nazionale contro l’attività mineraria

Gli indigeni dell’Amazzonia si mobiliteranno per chiedere l’implementazione di 15 azioni concrete contro l’attività mineraria aurifera che avanza nei loro territori. Con una giornata nazionale di azione che includerà mobilitazioni a Lima e nei territori indigeni, diversi popoli dell’Amazzonia questo 2 e 3 dicembre esprimeranno il loro rifiuto dell’attività mineraria aurifera. Stanchi di promesse, chiederanno […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Crisi idrica in Basilicata

In questi giorni la Basilicata, in particolare la rete di 29 comuni in provincia di Potenza, è rimasta senz’acqua: sono ancora in corso i razionamenti e questa crisi idrica senza precedenti lascia a secco più di 140mila persone.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

8 DICEMBRE 2024: MANIFESTAZIONE POPOLARE NO TAV – ORE 14 PIAZZA D’ARMI, SUSA

A quasi vent’anni dall’8 dicembre 2005, il Movimento No Tav attraverserà di nuovo le strade ed i sentieri della Valsusa che con determinazione e coraggio difende da tanto tempo. Con un occhio al passato, per custodire ciò che la lotta insegna, ed un occhio al presente, per rafforzare le ragioni e la pratica che da […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sardegna: sgomberato il presidio “La rivolta degli ulivi”

Sgombero di polizia in corso questa mattina a Selargius, nel Cagliaritano, del presidio permanente “La rivolta degli ulivi” sorto per contestare il cavidotto elettrico “Tyrrhenian Link” tra Sardegna e Sicilia. 

Immagine di copertina per il post
Culture

Dario Paccino: dall’imbroglio ecologico.. alla crisi climatica

Recensione di Louis Perez, pubblicato su La Bottega Del Barbieri

«Oggi diciamo che “l’ecologia senza lotta di classe è giardinaggio” ma se questo è possibile lo si deve anche al lavoro di chi – come Dario Paccino – e come il gruppo che diede vita alla rivista Rosso Vivo aveva già letto presente e futuro».

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Territori provinciali al centro della bufera da impianti eolici: da Imperia alle montagne al confine tra Piemonte, Lombardia e Liguria ci si organizza per difendere la propria terra

Per la serie Esplorazioni di Confluenza un racconto degli incontri avvenuti con il Comitato di InterVento Popolare e il Comitato delle Quattro Province

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il territorio biellese si difende da progetti inutili e dannosi e dalla militarizzazione

La scorsa settimana abbiamo partecipato al presidio ambientalista tenutosi a Biella. A presenziare erano diversi comitati e collettivi che si occupano di salvaguardare il territorio del biellese e piemontese: Movimento Valledora, Gruppo biellesi No Tav, Ambiente e futuro Salussola, La città di sotto, Coordinamento antifascista. Questo presidio è stata un’ottima occasione per conoscersi e avere […]

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Antropologia conviviale – estrattivismo e cura della terra

Il tavolo “estrattivismo e cura della terra,” tenutosi durante le giornate di Antropologia conviviale (Val Chiusella, 22-25 agosto 2024), è stato un momento di confronto tra diversi contesti e modi di intendere il problema dell’estrattivismo, problema che possiamo definire, con Raul Zibechi, come la forma mentis o forma ideologica del capitalismo. Con questo testo, scritto […]

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Nuovi terreni da esplorare: dal consumo di suolo allo spreco di risorse idriche verso un’agricoltura 4.0

In un clima in cui le istituzioni sono sempre meno propense ad ascoltare i bisogni e le necessità delle persone, di chi vive e lavora nei territori, compresi i coltivatori e i tecnici agrari, scambiarsi esperienze e prospettive è sempre di più uno strumento per crescere.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Non accettiamo ricatti tra ospedale e aree verdi: No all’ospedale alla Pellerina

Non accettiamo ricatti tra ospedale e aree verdi: No all’ospedale alla PellerinaDopo l’articolo sulla camminata informativa Pellerina-Thyssen ripreso da Un altro piano per Torino, continuiamo a seguire la vicenda legata al parco della Pellerina sul quale incombe un progetto di cementificazione riguardante il 10% della sua superficie, relativo alla costruzione del nuovo ospedale nord-ovest di Torino. Vogliamo […]

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Bertolla Vendesi – Una camminata nel declino inarrestabile dell’ultimo borgo rurale di Torino

Continuiamo la raccolta dei contributi redatti da Un altro piano per Torino, di cui avevamo già pubblicato un articolo sulla camminata dal parco della Pellerina all’ex area Thyssen. Diffondiamo questi contenuti perché uno degli elementi fondamentali per costruire una solida lotta a difesa dei territori significa conoscerli!

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Confluenza 0.1 – Approdo sui territori che combattono la speculazione energetica

INTRODUZIONE “Sardegna: colonia interna” Il progetto Confluenza vi invita a intraprendere un viaggio alla scoperta di uno dei tanti volti del sistema estrattivista: quello della speculazione energetica. Nel Manifesto di Confluenza abbiamo individuato e indagato i vari meandri in cui si articola il cortocircuito che, a mano a mano, divora i territori e le loro […]

Immagine di copertina per il post
Confluenza

C’è un albero in più in corso Belgio… 

Giovedì 12 dicembre, dalle 20.30 assemblea pubblica aperta a tutta la cittadinanza, alla SOMS, in via Porri 7. Anche se Assessori e Sindaco non rispondono alla petizione, il Comitato Salviamo gli alberi di corso Belgio continua la lotta per una gestione corretta del patrimonio arboreo (e non solo).

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Incontro con i No Ponte, il Movimento No Tav e Confluenza

Domenica 1 dicembre alle ore 15 si terrà un incontro al salone polivalente di San Didero per aggiornamenti sulle rispettive lotte sui territori e per confrontarsi sulla necessità di fare rete. Riprendiamo quindi l’indizione di questo momento pubblicata sul portale di informazione del Movimento No Tav notav.info