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Ancora tensioni a Niscemi: cariche, fermi e identificazioni

Quanto costano due lampadine? Sembra una stupida domanda eppure a Niscemi assume contorni importanti. Stamattina infatti si ripropone un copione che già abbiamo imparato a conoscere bene: l’ennesimo atto repressivo, l’ennesima dimostrazione di brutalità poliziesca; l’ennesimo dispiegamento imponente di forze dell’ordine; e poi, spintoni, identificazioni, minacce e anche un fermo (poi, per fortuna, ritirato).

Venendo ai fatti. Alle prime ore della mattinata viene avvistato dai presidianti NoMuos un convoglio composto da svariate camionette di polizia e carabinieri, varie volanti e auto della digos. Stavano scortando verso la base americana un furgoncino con due operai all’interno. Le strade dei dintorni vengono bloccate dai posti di blocco. Ma ad accogliere il serpentone, come sempre da ormai tanto tempo, il comitato della mamme NoMuos che presidia l’ingresso della base. “devono solo cambiare due lampadine” – la scusa delle forze dell’ordine. “normale manutenzione” –dicono. Si discute mentre nei dintorni i NoMuos sono costretti a raggiungere a piedi il blocco perché le auto non possono passare nei paraggi. Si continua a discutere ma con toni sempre più accesi. I più determinati vengono allontanati con la forza e identificati. Quando però gli ufficiali di polizia presenti sul posto capiscono che i loro argomenti non sono troppo convincenti (due lampadine???)per presidianti che a queste scuse sono ormai abituati, decidono di passare alla forza. Le mamme e gli altri manifestanti sono caricati e violentemente allontanati dalla strada: spinti e presi di peso da un ingentissimo numero di celerini i NoMuos sono costretti a vedere il furgone passare. Un ragazzo viene fermato e caricato su una volante per essere tradotto in caserma. Le mamme però non ci stanno e impediscono alla volante di partire fin quando il fermato viene rilasciato sul posto.

Ancora una volta insomma la brutalità poliziesca ci consegna la cifra della democrazia malata di cui questa vicenda è ormai emblema e paradigma.
Sarà stata una scelta volta a spaventare i NoMuos in vista della manifestazione del 30 marzo; o forse per “abituare” i manifestanti ad una escalation di forzature visto che le azioni di disturbo di questi mesi stanno davvero mettendo in difficoltà le strategie della controparte e persino il normale svolgimento della vita dentro la base (sono a secco di carburante, per esempio). Ma qualsiasi sia il loro motivo non hanno ancora ben capito che ormai, anche per il movimento NoMuos, la partita è aperta: e il tavolo di gioco non si lascia senza avere prima vinto.
Chi in queste ore è ancora davanti la base a manifestare lo sta giusto, ancora una volta, ribadendo: così non spaventate ma date solo più forza a chi ha scelto da che parte stare.

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