InfoAut
Immagine di copertina per il post

Bombardamenti sunniti sullo Yemen, tensioni con l’Iran

Almeno 18 persone sono rimaste uccise e altre 24 ferite negli attacchi della coalizione messa in piedi dai sauditi contro i ribelli Houthi. Per il ministero della salute yemenita si tratterebbe di civili

AGGIORNAMENTO ORE 10 IRAN CONDANNA I RAID AEREI, PRESIDENTE YEMENITA HADI IN OMAN

L’Iran, attraverso il portavoce del ministero degli esteri,  ha condannato gli attacchi aerei compiuti la scorsa notte dall’aviazione saudita, definendoli una “pericolosa escalation” e una “violazione dell’integrità territoriale dello Yemen” che allontana una soluzione pacifica della crisi. Intanto secondo alcune fonti il presidente yemenita Hadi avrebbe trovato rifugio nell’Oman.

AGGIORNAMENTO ORE 9.30

L’Arabia Saudita ha dispiegato 100 aerei da caccia e 150mila soldati, oltre ad unità navali, nell’offensiva in Yemen. Lo riferisce l’emittente tv Al Arabiya di proprietà saudita. L’aviazione di Riyadh ha preso il controllo dello spazio aereo yemenita,  ha aggiunto la tv.

————————————————————————————————————————————————————–

di Michele Giorgio

Roma, 26 marzo 2015, Nena News Siamo alla guerra tra l’Arabia saudita e l’Iran ma combattuta in Yemen. La scorsa notte aerei sauditi hanno bombardato a più riprese postazioni dei ribelli sciiti Houthi che, con le forze fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, si accingono a conquistare Aden, la più importante città meridionale e un tempo capitale della Repubblica Socialista dello Yemen del sud. Non è chiaro se agli attacchi – ufficialmente lanciati in aiuto del presidente sunnita Abed Rabbo Mansur Hadi abbiamo preso parte aerei di altre petromonarchie del Golfo che fanno parte della coalizione – Arabia Saudita, Egitto, Marocco, Sudan, Pakistan, Emirati arabi uniti, Qatar, Bahrein, Kuwait e Giordaniamessa insieme dall’Arabia saudita per attaccare in Yemen e lanciare un messaggio molto forte all’Iran.

Riyadh non ha precisato se gli attacchi aerei siano avvenuti con l’assistenza dell’intelligence americana. E’ stata però proprio Washington a confermare il suo sostegno attivo. La Casa Bianca ha reso noto che il presidente Barack Obama ha autorizzato supporto dal punto di vista logistico e in materia di intelligence alle operazioni militari guidate dai sauditi. Le forze americane non sono coinvolte direttamente ma l’Amministrazione Obama si è impegnata a creare un’unità congiunta per coordinare l’appoggio militare e di intelligence agli attacchi della coalizione del Golfo.

Di Hadi, di fatto messo alla presidenza dello Yemen proprio dai sauditi e su cui i ribelli hanno posto una taglia, in questo momento non si conosce la sorte. Secondo l’agenzia Ap, avrebbe lasciato Aden a bordo di un’imbarcazione per una destinazione sconosciuta.

L’Arabia Saudita, che aveva già rafforzato nei giorni scorsi il suo schieramento di truppe e mezzi militari al confine settentrionale dello Yemen, ha rotto gli indugi. Secondo Riyadh gli Houthi, sostenuti dall’Iran, avrebbero “scelto la via della violenza…I sauditi – ha comunicato l’ambasciatore della petromonarchia a Washington – faranno tutto il necessario per proteggere il popolo yemenita e il legittimo governo dello Yemen”.

La scelta di intervenire militarmente subito, senza nemmeno attendere il vertice della Lega Araba in programma sabato e domenica a Sharm el Sheikh, cade nei giorni decisivi in cui l’Amministrazione Obama intende chiudere positivamente con Tehran il negoziato internazionale sul programma nucleare iraniano. L’accordo, sempre più probabile, è contestato dall’Arabia saudita, da tempo unita a Israele nel tentativo di sabotarlo dietro le quinte della diplomazia. L’attacco in Yemen rappresenta perciò un avvertimento molto netto a Tehran: l’Arabia saudita è pronta ad usare la forza per eliminare l’influenza dell’Iran in Yemen, paese che è sempre stato negli ultimi decenni sotto il pieno controllo di Riyadh. Chiarissimo è stato il ministro degli esteri saudita Saud al Faisal: “se non ci sarà una soluzione pacifica in Yemen” (ossia non sarà ripristinata la piena autorità del presidente Hadi, ndr), i Paesi del Golfo “prenderanno le misure necessarie per mettere fine all’aggressione”.

Gli Stati Uniti sono in una posizione delicata. Da un lato vogliono arrivare all’accordo con l’Iran sul nucleare, nonostante l’opposizione di Israele e Arabia saudita,  dall’altro devono mostrarsi comprensivi verso le preoccupazioni strategiche e di sicurezza di Riyadh, storica alleata di Washington nel controllo della regione del Golfo e nel contenere le iniziative arabe a sostegno del popolo palestinese sotto occupazione militare israeliana. Senza dimenticare il ruolo fondamentale che l’Arabia saudita svolge per tenere a quote più basse il prezzo del petrolio importato dalle economia occidentali.

Da Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

arabia sauditairanundefinedyemen

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Si prepara a partire verso Gaza la Global Sumud Flotilla, con il pensiero a Vittorio Arrigoni

Decine di barche con centinaia di persone a bordo, provenienti da 44 Paesi, salperanno da diversi porti del Mediterraneo tra agosto e settembre per raggiungere insieme la Striscia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Strage di giornalisti a Gaza: Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea assassinati da Israele

Questa notte i giornalisti Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea sono stati assassinati da Israele in un attacco con drone che ha colpito una tenda di giornalisti davanti all’ospedale Al-Shifa nella città di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Genova: armamenti e mezzi cingolati al porto. Procura apre inchiesta, presidio dei portuali

La Procura di Genova ha aperto un fascicolo per atti relativi alla nave Bahri Yanbu, il cargo saudita su cui sono stati trovati armamenti e mezzi militari cingolati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”: dopo l’assemblea nazionale in Val di Susa inizia un percorso di mobilitazione sui territori verso e oltre l’8 novembre a Roma

Riportiamo di seguito gli interventi introduttivi dell’assemblea nazionale tenutasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità in modo da sottolineare le caratteristiche del percorso di mobilitazione contro guerra, riarmo e genocidio in Palestina proposto in tale occasione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

No Muos: spropositato dispositivo di polizia contro chi si oppone a Muos e guerra

Ci teniamo a raccontare cosa è successo il giorno della manifestazione per rendere noto a tutti/e come in Contrada Ulmo si vive in uno stato di polizia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza/4

Nel contesto del genocidio in corso, l’occupazione israeliana ha confiscato vaste aree di terreno a Gaza, in particolare terreni agricoli essenziali per il cibo e il sostentamento della popolazione palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Protestare per la Palestina: il caso della Columbia University

L’università è il luogo per eccellenza del dibattito, del pensiero critico e scomodo, dove le idee si oppongono perché viene garantita la sicurezza di chi le espone.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Freedom Flotilla: atterrato a Fiumicino Antonio Mazzeo, “Deportato da Israele”

Antonio Mazzeo – uno dei due attivisti italiani sequestrati dall’Idf sulla nave Handala della Freedom Flotilla Coalition – è atterrato ieri intorno alle 12 all’aeroporto di Fiumicino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”, assemblea dei movimenti: lanciata per l’8 novembre una manifestazione nazionale a Roma

E’ iniziata con le parole di Nicoletta Dosio, storica attivista della Val di Susa, l’assemblea nazionale “Guerra alla Guerra”, svoltasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità al presidio di Venaus, Torino.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

E’ uno sporco lavoro / 3: Hiroshima Nagasaki Russian Roulette

Sono ancora una volta delle parole, in parte esplicite e in parte giustificatorie, quelle da cui partire per una riflessione sul presente e sul passato di un modo di produzione e della sua espressione politico-militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: bilancio delle due manifestazioni nazionali di sabato 21 giugno contro guerra, riarmo e genocidio

Sabato 21 giugno, a Roma, si sono svolte due manifestazioni nazionali contro la guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: le loro armi, i loro profitti, i nostri morti

Più di 4.000 persone hanno manifestato e portato avanti delle azioni contro l’Air Show di Parigi, il commercio della morte e a sostegno della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA bombardano l’Iran, ogni maschera è caduta

Ieri notte gli USA hanno bombardato tre siti nucleari in Iran, quello di Fordo, di Isfahan e di Natanz ufficializzando di fatto l’entrata in guerra al fianco di Israele.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Una resa dei conti coloniale: come la guerra di Israele contro l’Iran riapre vecchie ferite

Riprendiamo di seguito questo articolo di Soumaya Ghannoushi, apparso su Effimera. Condividiamo in gran parte quanto scritto nel testo e nell’introduzione di Effimera, ci teniamo a sottolineare per quanto riguarda il nostro punto di vista che sicuramente quello del multipolarismo rappresenta un orizzonte del desiderio tra le masse del sud del mondo (ed anche qui […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ma quale “imperialismo iraniano”?

Per un attimo ci siamo illusi/e che di fronte a fatti di questa portata la priorità fosse quella di capire come opporsi, dal nostro lato di mondo, al caos sistemico che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti, sta portando sulla regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

l’Occidente che uccide:retoriche vuote per giustificare l’ingiustificabile.

L’idea che si possa “difendere la civiltà” a suon di bombe e crimini di guerra è il paradosso fondativo del progetto coloniale. E oggi è il cuore della propaganda bellica israeliana, e di chi la sostiene in Occidente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

MAGA vs neocons: la coalizione trumpiana si spacca sulla guerra all’Iran

Qualcosa di interessante sta accadendo all’interno della coalizione che ha portato alla vittoria Donald Trump: la tentazione di entrare in guerra direttamente contro l’Iran al fianco di Israele sta creando scompiglio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’ombra di Sigonella sui bombardamenti israeliani all’Iran

Passa immancabilmente dalla base siciliana di Sigonella parte del sostegno delle forze armate USA alla guerra di Israele contro l’Iran.  di Antonio Mazzeo, da Pagine Esteri Secondo il sito specializzato ItaMilRadar che monitorizza il traffico aereo militare nel Mediterraneo, nei giorni 13, 15 e 16 giugno sono state documentate lunghe missioni nello spazio aereo prossimo ad Israele, […]