InfoAut
Immagine di copertina per il post

Appesi al tetto dell’Oval: Extinction Rebellion contesta la fiera dell’aerospazio e della difesa.

Riceviamo e pubblichiamo volentieri..

Cinque attivisti di Extinction Rebellion e Fridays for Future si sono appesi questa mattina dal tetto dell’Oval, reggendo un gigantesco striscione “Qui si finanzia guerra e crisi climatica”, mentre decine di metri più in basso si svolgeva una delle più grandi fiere mondiali del settore aerospaziale e degli armamenti.

A meno di ventiquattro ore dalla precedente azione, gli attivisti di Extinction Rebellion realizzano una nuova azione, spettacolare e temeraria. Cinque persone si sono infatti calate dal tetto dell’Oval, dove oggi si tiene la seconda giornata dell’Aerospace and Defence Meeting. Imbragate e in sicurezza si sono appese a decine di metri da terra, reggendo un gigantesco striscione con la scritta: “Qui si finanzia guerra e crisi climatica”, mentre uno striscione più piccolo “Stop war now” è in mano ad altre due persone, in piedi sul tetto.


“Ci troviamo in un momento storico in cui le alluvioni, le tempeste, le ondate di calore provocano sempre più vittime, anche in Italia. Diventa quindi impensabile continuare a investire denaro nella direzione opposta, in guerre distruttive e in progetti di colonizzazione di altri ambienti terrestri” afferma Mang, una delle climbers e portavoce nazionale di Fridays for Future.


La contestazione riguarda infatti il meeting che si svolge qualche decina di metri più in basso, uno degli eventi mondiali del settore aereo e bellico, settori nei quali l’Italia investe sempre più pesantemente. La spesa militare del governo italiano, come quelle dei paesi UE, sono infatti in costante aumento. Secondo l’ultimo report di Greenpeace, pubblicato in questi giorni, nell’ultimo decennio la spesa militare in Italia è aumentata di circa il 30%, a discapito di quelle in sanità, istruzione e ambiente (aumentate solo dell’11%, del 3% e del 6%). “Il Governo italiano continua a finanziare la guerra, come in Ucraina e in Palestina e non si preoccupa di proteggere la popolazione italiana dagli effetti distruttivi della crisi climatica” dichiara Elisa,. Vi è infatti un legame tra industria bellica e la crisi climatica, poiché circa il 5% delle emissioni totali è prodotto dagli eserciti di tutto il mondo [La Via Libera].


Tra le aziende protagoniste della tre giorni vi è la Leonardo S.p.a., società leader del settore militare e dell’aerospazio. Controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, Leonardo è finanziata da Intesa San Paolo, che vi ha investito 30 milioni di dollari nel solo 2022. La principale banca italiana, dal 2016 a oggi ha destinato al settore degli armamenti 2,135 miliardi di dollari, investendo nella francese Thales, la statunitense Raytheon e la tedesca Rheinmetall, aziende che forniscono armi per il conflitto in Yemen, dilaniato dal 2014 dalla guerra civile e la conseguente crisi umanitaria.

“Mentre il pianeta va a fuoco, chi governa preferisce investire in armi” conclude Asia.

Extinction Rebellion

Ultimi aggiornamenti..

Le 7 persone che sono salite sul tetto dell’oval questa mattina, oltre a due che a terra tenevano i contatti tra loro e la polizia, sono ancora in Questura, dopo oltre cinque ore.

Sono tutte state denunciate per manifestazione non preavvisata, violenza privata, invasione e non ottemperanza a un ordine delle autorità, anche chi non è salito sul tetto.

A sei di loro stanno notificando un foglio di via, espellendoli da Torino, anche a persone che vivono nei paesi intorno e hanno un legame con la città.

Un provvedimento che le Questure di tutta Italia adottano sempre più spesso, nei confronti di persone che manifestano in maniera pacifica e nonviolenta. Una violazione di un diritto garantito dalla costituzione.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

aerospazioCRISI CLIMATICAextinction rebellionfridays for futureguerratorino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Come i fondi di investimento “verdi” finanziano le armi

Gli investimenti Esg nelle aziende della difesa hanno subìto un’impennata negli ultimi anni fino a raggiungere i 50 miliardi di euro, sull’onda delle pressioni congiunte dell’industria bellica e della Commissione europea.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Allevatori ed agricoltori di nuovo in protesta in Belgio e Francia.

Di seguito ripotiamo due articoli che analizzano le proteste degli agricoltori che in questi giorni sono tornate ad attraversare la Francia ed il Belgio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

L’inutilità delle mega opere per i popoli

Quando si svolsero i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, nel 2016, lo stato intraprese la costruzione di varie grandi opere infrastrutturali, tra le quali spiccarono le funivie in alcune favelas, oltre all’ampliamento di aeroporti e autostrade, tutto con fondi pubblici.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Tav, I media e I voltagabbana

Nessun movimento di opposizione ha mai avuto in Italia la capacità di dare una continuità trentennale alle ragioni della propria lotta, e la recente e partecipata manifestazione dell’8 dicembre, ventennale dall’epico sgombero popolare nel 2005 del cantiere nella piana di Venaus, ne è la dimostrazione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

8 dicembre 2025: in migliaia in marcia a vent’anni dalla ripresa di Venaus

Ieri la Val Susa è tornata a riempire le strade con la marcia popolare No Tav da Venaus a San Giuliano, una giornata intensa che segna l’8 dicembre del ventennale del 2005

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Presidio permanente di San Giuliano: dove abbattono case, noi costruiamo resistenza!

Martedì 2 dicembre, durante l’assemblea popolare, i/le giovani No Tav, hanno fatto un importante annuncio: casa Zuccotti, dopo essere stata espropriata da Telt, torna a nuova vita.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messina: migliaia in manifestazione contro il progetto del Ponte sullo Stretto

Migliaia di persone hanno partecipato nel pomeriggio del 29 novembre 2025 alla manifestazione contro il ponte sullo Stretto a Messina.  

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Transizioni armate: riflessioni sul rapporto tra guerra, riarmo, natura e territori

Il tema della transizione energetica ed ecologica si lega a doppio filo con la corsa al riarmo e la riconversione al contrario

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Combattere la macchina genocidiaria!

Ripensare il due, la divisione, la rivoluzione

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Viva Askatasuna! Torino e la deindustrializzazione

Una volta chiamavano Torino la città dell’automobile.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Aska è di chi arriva. Chiedi del 47

In questo momento più del solito, ma non è un fenomeno specifico di questi giorni, sembra esserci una gara a mettere etichette su Aska e sulle persone che fanno parte di quella proposta organizzativa.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: “difendere l’Askatasuna per non far spegenere la scintilla di ribellione che Torino ha dentro”

“La grandissima manifestazione di risposta allo sgombero è stata la reazione di Torino che si è riversata nelle strade per difendere quella sua radice ribelle che non si vuole che venga cancellata.”

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino città partigiana: Que viva Askatasuna! 

Ripubblichiamo il comunicato uscito dal centro sociale Askatasuna in merito alla giornata di lotta di ieri. Alleghiamo anche un video racconto della giornata.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sgombero di Askatasuna: chi fa i piani e chi fa la storia

Lo sgombero di Askatasuna non può essere trattato come un semplice atto di repressione da parte di un governo di ultradestra.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Askatasuna: uno sgombero contro la città

Negli anni, poi, Askatasunaè diventata, per l’attuale maggioranza politica (a livello locale e nazionale), una vera e propria ossessione