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Attivist* NO TAV irrompono nella Ferrovia Basca 2020

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Alcuni attivisti del Mugitu contro il treno ad alta velocità hanno fatto irruzione durante il discorso di Eneko Goia alle Ferrovie Basche 2020, sono state esposte le bandiere simbolo alla lotta all’alta velocità e cantato slogan come “No al treno ad alta velocità” ed è stato fatto un discorso con la spiegazione della loro azione. Dopo alcuni minuti sul palco, i membri della sicurezza li hanno tolti dal palco.

 IBAI AZPARREN|2020/01/22

Un gruppo di attivisti ha interrotto il discorso di Eneko Goia alla Basque Railway 2020, la 4a Conferenza ferroviaria internazionale organizzata congiuntamente dal Dipartimento per lo sviluppo economico e le infrastrutture del governo di Lakua, dall’operatore Eusko Trenbideak – Ferrovie basche e dal gestore ferroviario Euskal Trenbide Sarea – Rete ferroviaria basca.

L’obiettivo della conferenza era “trasmettere alla società, tra le altre cose, i benefici delle reti ferroviarie ad alta velocità, il loro contributo allo sviluppo socio-economico delle regioni”.

Appena l’evento è iniziato, quattro persone sono salite sul palco con striscioni contro il TGV e hanno cantato slogan come “no al treno ad alta velocità” e “difendiamo la nostra terra”.

Dopo aver allontanato gli attivisti dal palco, altri due si sono alzate dal loro posto e hanno cantato “AHTrik ez” durante il discorso di Arantxa Tapia, ma i membri della sicurezza si sono precipitati dentro, cacciandoli dalla sala Kursaal.

La polizia è stata avvertita, ma al loro arrivo gli attivisti erano già stati allontanati dalla stanza dalla sicurezza privata. Dopo aver identificato gli attivisti, hanno lasciato il Kursaal.

All’evento partecipavano, tra gli altri, il Ministro spagnolo dei Trasporti, della Mobilità e dell’Agenda Urbana, José Luis Ábalos, l’Assessore allo Sviluppo Economico e alle Infrastrutture del Governo di Lakua, Arantxa Tapia, il Sindaco di Donostia, Eneko Goia, nonché i principali rappresentanti del settore ferroviario del BAC e delle istituzioni dell’Unione Europea.

Mugitu: “È arrivato il momento di fermare il TGV”.

Il movimento di disobbedienza civile al TGV Mugitu Mugimendua ha rivendicato l’azione con cui vuole denunciare il Congresso Internazionale delle Ferrovie Basche organizzato dal Governo di Lakua “come una vergognosa scusa per le infrastrutture più distruttive, dispendiose e antisociali della storia di Euskal Herria”, ha poi sottolineato che in tutti i negoziati con il governo spagnolo, l’obiettivo principale del governo di Lakua è sempre stato quello di “ottenere sempre più soldi per questa infrastruttura, che è la chiave della sua agenda politica”.

Un’altra accusa mossa dagli attivisti NO TAV riguarda l’ipocrisia del governo, che mentre si riempie la bocca con la lotta alla crisi climatica, continuano con i lavori del TGV, che generano enormi quantità di CO2, sia nella sua costruzione che nel suo funzionamento.

“Signor Urkullu, non si può piantare un albero nei campi di Foronda mentre si continua con la politica del cemento. Verrà il giorno in cui i fautori di questo ECOCIDIO saranno giudicati dal tribunale della storia per averci condannato al crollo della civiltà”, hanno dichiarato gli attivisti che hanno preso parte alla protesta.

Viene, come sempre, criticato l’enorme spreco di risorse pubbliche in questa infrastruttura, che porta enormi benefici solamente alle banche, alle imprese di costruzione ed a una classe politica corrotta, mentre assistiamo a continui tagli alla spesa per l’istruzione, la sanità, le pensioni e l’assistenza sociale, le forbici del divario sociale in questo modo si aprono sempre più, creando così nuovi poveri e gonfiando le tasche di chi ha già tasche belle gonfie, ma questo teatrino lo stiamo vivendo anche qui da noi, i governi danno spazio alle “grandi opere” piuttosto che a piccole opere che nei consensi elettorali portano meno successo ma porterebbero più lavoro per le persone e più sicurezza delle infrastrutture.

Durante la protesta è stato fatto notare come il TGV sia un “mezzo di trasporto elitario” che riceverebbe investimenti dalla ferrovia convenzionale, accessibile a tutta la popolazione e al servizio delle aree rurali, creando così un treno accessibile a poche persone con lo scopo di azzerare a poco a poco i treni già esistenti accessibili a qualunque persona.

Ecco perché appoggiamo la lotta Basca all’alta velocità e sosteniamo le loro idee e le loro parole, quando affermano che “è giunto il momento di fermare il TGV e il resto delle grandi infrastrutture per cercare soluzioni attraverso una profonda trasformazione del modello sociale” e “ridurre il trasporto motorizzato promuovendo un modello socio-economico che dia priorità alla creazione di prossimità e autosufficienza, nel rispetto delle decisioni e delle forme di auto-organizzazione delle persone”.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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