InfoAut
Immagine di copertina per il post

Chi importa in Europa il gas di Israele?

Le guerre di Israele si nutrono anche di gas: quello estratto dai giacimenti offshore di Tamar, Leviathan, Karish e Tanin (questi ultimi contesi con il Libano), e in previsione anche di quello sottratto ai palestinesi nei mari di fronte a Gaza.

di Collettivo Gastivists, da ECOR Network

Come è noto, nell’autunno 2023 il Ministero dell’Energia israeliano ha annunciato di aver concesso licenze a sei società per l’esplorazione di gas naturale in zone considerate aree marittime palestinesi ai sensi del diritto internazionale. Le società beneficiarie delle licenze includono l’ENI, la Dana Petroleum, le israeliane Ratio Energies e NewMed, la azera SOCAR e la British Petroleum (I).
Nel 2024 le esportazioni di gas naturale di Israele sono aumentate fino a 13,2 miliardi di metri cubi (BCM), rispetto agli 11,6 BCM del 2023, secondo quanto riportato dall’Autorità israeliana per il gas naturale. Questo aumento conferma la forte tendenza al rialzo degli ultimi anni (+86% dal 2021), da quando è iniziata la produzione dal giacimento offshore di Leviathan nel 2019 e dal giacimento di Karish nel 2022. Il 49% della produzione di gas israeliana viene attualmente esportato, mentre il 51% rimane destinato al consumo interno. In entrambe le forme (denaro o energia), il gas alimenta la guerra (II).
Le esportazioni raggiungono principalmente l’Egitto, attraverso l’Arish–Ashkelon Pipeline di proprietà della East Mediterranean Gas Company, partecipata al 25% da SNAM 
(III).
In totale, l’Egitto acquista 10 miliardi di metri cubi (BCM) di gas da Israele all’anno, la Giordania 3,1 BCM, e ciò la dice lunga sul livello di solidarietà dei regimi arabi con la causa palestinese. Per quanto riguarda l’export verso l’Europa, l’opzione gasdotto è ancora in piedi, dato che il progetto EastMed (da Israele a Cipro e Grecia, con collegamento all’Italia tramite il Poseidon) è stato ripresentato alla Commissione Europea per chiedere la riconferma nella lista dei Progetti di Interesse Comune e Reciproco 
(IV).
Per adesso, il gas israeliano importato dall’Egitto viene usato sia per il consumo interno egiziano, sia liquefatto negli impianti di Damietta (partecipato da ENI) e Idku per poi partire verso l’Europa tramite metaniere.
Questo documento del Collettivo Gastivists indaga sui punti di approdo, che in alcuni casi riguardano anche l’Italia.
L’analisi è aggiornata all’agosto 2024. Buona lettura
.


Sei paesi europei hanno probabilmente importato gas da Israele dal 7 ottobre 2023

di Gastivists Collective

Riteniamo che sei paesi in Europa – Francia, Regno Unito, Italia, Polonia, Grecia e Belgio – abbiano ricevuto spedizioni di GNL (gas liquefatto) contenenti gas israeliano dal 7 ottobre 2023. L’acquisto di gas israeliano sostiene direttamente lo Stato israeliano, finanziariamente e politicamente.

Il gas come leva per un cessate il fuoco

Mentre molti paesi europei, come la Francia, il Belgio e il Regno Unito, stanno sostenendo un cessate il fuoco per fermare la brutale crisi che si sta sviluppando a Gaza, ma nessuno finora ha usato leve economiche legate al gas per rafforzare le loro richieste. Rifiutare di ricevere gas israeliano nei loro terminal LNG è un modo facile e diretto per mostrare il distanziamento economico da Israele e dare più forza alle richieste di cessate il fuoco. L’Europa può facilmente sostituire la quantità di gas israeliano che ha ricevuto, poiché la quantità è estremamente piccola, mentre i benefici della vendita del gas israeliano sono considerati molto importanti per il governo israeliano. Fermare l’importazione di gas russo è stato al centro del dibattito nell’UE in seguito all’invasione dell’Ucraina. 1 Alcuni paesi, come il Regno Unito, hanno deciso di vietare l’importazione di LNG russo nei loro terminal. Ne consegue che la stessa strategia può essere applicata ad Israele.
 

Sei paesi europei, otto spedizioni di GNL

Il gas israeliano viene estratto al largo di Israele e inviato via gasdotto in Giordania ed Egitto. 3 Il gas esportato in Egitto viene poi per lo più liquefatto ai terminal di Idku e Damietta e inviato via nave verso l’Europa. Questo avviene dal 2022, quando l’UE ha firmato un accordo con Israele e l’Egitto per acquistare gas israeliano per i consumi europei. 4 Dopo una breve sosta nell’estrazione del gas israeliano a causa di “preoccupazioni per la sicurezza” nell’ottobre 2023, i flussi di gas da Israele all’Egitto sono ripresi nel novembre 2023. Ciò è stato confermato nei documenti pubblici del governo israeliano. 5

Anche quando il consumo interno di gas egiziano è stato molto elevato, lo Stato egiziano ha dato la priorità alla riesportazione del gas israeliano che riceve per mantenere il suo ruolo di fornitore regionale di gas. 6 Inoltre, il memorandum d’intesa con l’UE sull’acquisto di gas israeliano attraverso l’Egitto chiarisce che esiste un impegno politico dell’UE ad acquistare gas israeliano. Fino a prova contraria, si può tranquillamente supporre che le spedizioni di GNL attualmente in partenza dall’Egitto verso l’UE contengano almeno in parte gas israeliano. Ed è attualmente impossibile per i terminal che ricevono navi dall’Egitto sapere con certezza che non contengono gas israeliano.

Analizzando i dati della piattaforma Kpler che traccia il movimento delle navi di trasporto del GNL, la nostra nuova ricerca rivela esattamente quali paesi europei hanno ricevuto le spedizioni più probabili contenenti gas israeliano dal 7 ottobre 2023. In totale, 9 terminali situati in 6 paesi europei:
Una prima nave è arrivata a Zeebrugge LNG Belgium il 13 ottobre 2023, seguita da un secondo arrivo al rigassificatore La Spezia LNG (Italia) il 6 novembre 2023.
Nel dicembre 2023, una spedizione ha consegnato il gas in due terminal separati: al Revithoussa LNG (Grecia), il 5, e al Montoir LNG (Francia) il 16.
Due spedizioni sono arrivate a gennaio 2024: una al rigassificatore Piombino LNG (Italia) il 17 e una al Dragon LNG (Regno Unito) il 31.
E ancora due in febbraio: uno al Dragon LNG (Regno Unito) il 12 e uno al Fos Cavou LNG (Francia) il 27.
Un’ultima nave è attraccata al Swinoujscie LNG (Polonia) il 4 maggio 2024.

Un volume di 1’156’805 metri cubi di gas liquefatto è stato consegnato in Europa dall’Egitto. Ciò equivale a 0,6 miliardi di m3 di gas 7, una quantità insignificante se si considera il consumo di gas del l’UE è stato pari a 295 miliardi di m3 nel 2023. È importante comprendere che la rete del gas è interconnessa a livello comunitario. Un paese dell’UE potrebbe ricevere il gas al proprio terminale GNL e facilmente trasportarlo attraverso la rete di gasdotti in un altro paese del l’UE. 8
 

Il potere politico del gas

La quantità di gas potrebbe risultare quasi insignificante per l’Europa, ma è estremamente importante per Israele. Israele ha chiaramente dichiarato l’importanza geopolitica che attribuisce al fatto di essere diventato un esportatore di gas nel 2020. Il ministro israeliano dell’energia, Eli Cohen, ha dichiarato nel giugno 2024 che il gas “rafforza i legami diplomatici”.10

In effetti, la vendita di gas a partner come l’UE rafforza l’immagine del governo israeliano come attore energetico affidabile. Questo è essenziale per continuare ad attrarre le multinazionali nel settore del gas israeliano. Più in generale, conferma Israele come alleato geopolitico dell’UE e partecipa alla normalizzazione delle sue azioni a Gaza, in Cisgiordania e nella regione.

Le entrate del gas sono anche un importante introito finanziario per il governo israeliano e la sua economia. Già nell’agosto 2023, il Ministero israeliano per l’energia e le infrastrutture ha vantato un fatturato di oltre 3 miliardi di USD da gas royalties. 11 La vendita di gas a partner come l’UE conferisce al regime israeliano una forza finanziaria e politica.
Nell’attuale guerra che si basa più che mai sull’accettazione pubblica e sulla ridefinizione dell’etica di ciò che è accettabile, l’immagine di Israele è estremamente di valore. Nel contesto delle azioni militari in corso a Gaza, in Libano e nella regione, Israele si aggrappa più che mai ai suoi traffici di gas. Nell’estate 2024 ha annunciato l’obiettivo di espandere l’estrazione e le esportazioni di gas nel prossimo futuro.12
 

L’opzione più semplice per l’Europa

L’UE ha firmato un accordo con Israele nel 2022 per importare il suo gas durante l’ultima invasione dell’Ucraina, cercando disperatamente di allontanarsi dal gas russo. In una frenetica corsa allo shopping per nuovi fornitori di gas, ha firmato accordi con molti nuovi partner, tra cui Israele.

I diritti umani non sono mai stati un criterio per i fornitori di gas dell’Unione Europea, che ha stipulato accordi con paesi come l’Azerbaigian.13 Non è stata quindi una sorpresa vedere l’UE firmare un accordo con Israele e l’Egitto. Il record dei regimi sia israeliano che egiziano in termini di violazioni dei diritti umani è ampiamente riportato da organizzazioni come Human Rights Watch. 14

Negli ultimi due anni, man mano che la frenesia intorno al gas si sia calmata, sono emersi i limiti del l’agenda comunitaria per il gas. La corsa ai nuovi fornitori di gas in modo non coordinato ha portato solo alla costruzione di terminal GNL che non sono utilizzati a piena capacità. 15

Cosa ancora più importante, la garanzia dell’UE in quanto acquirente di gas ha aumentato l’estrazione del gas con costi elevati per le comunità che vengono direttamente colpite dall’estrazione (come le comunità del fracking nel Texas statunitense) o che soffrono per le azioni militari finanziate in parte dai proventi del gas (come l’Ucraina, Gaza o il Libano).
L’aspetto positivo di questo accordo tra UE e Israele è che i paesi europei dispongono ora di una leva economica per chiedere conto a Israele delle sue attuali azioni nella regione e per esigere un cessate il fuoco con maggiore forza. Abbiamo assistito alle incredibili politiche di riduzione del gas in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, con l’UE che ha ridotto il suo consumo di gas da 350 miliardi di metri cubi a 295 miliardi di metri cubi in un solo anno.16 La piccola importazione di gas israeliano potrebbe essere facilmente affrontata attraverso politiche di risparmio energetico e investimenti in progetti di transizione energetica (isolamento termico delle case, tagli all’industria, sussidi per progetti solari ed eolici di proprietà privata, sviluppo di sistemi di accumulo di energia rinnovabile, ecc.).

Abbandonare il gas fossile è un’esigenza evidente in termini di obiettivi climatici. Vedere come il gas attualmente consumato in Europa sia pieno di sangue e violenza potrebbe accelerare la nostra volontà di abbandonarlo. In caso contrario, non fatevi ingannare. Il vostro inverno sarà caldo, in parte a causa del sostegno dei governi europei allo Stato israeliano e al suo genocidio in corso a Gaza.

*  Traduzione di Ecor.Network
** Foto: Idku LNG, by موقعوزارهالبترولالمصريةWikimedia Commons. Pubblico dominio.


Note all’introduzione:

  1. Linda Maggiori, EastMed di nuovo candidato tra i progetti prioritari europei. I legami con Israele, Valori, 30 maggio 2025. Adalah, Al Mezan, Al-Haq, PCHR, Le mire di Israele sui giacimenti di gas offshore di Gaza, Ecor.Network, 9 febbraio 2024.
  2. Agencia ICE, Le esportazioni di gas israeliane sono aumentate dell’86% dal 2021, 30 maggio 2025.
  3. Gloria Riva, Recommon chiede a Snam di uscire dalla governance del gasdotto israeliano: “Potrebbe celare potenziali crimini di guerra“, L’Espresso, 14 maggio 2025.
  4. Linda Maggiori, op.cit. Collettivo Gastivists,Infrastrutture coloniali fra Italia e Israele, Ecor.Network, 13 maggio 2021.

Note al report:

  1. Antonia Zimmermann, Camille Gijs, Victor Jack and Koen Verhelst, EU approves first-ever sanctions on Russian gas, Politico, 20 giugno 2024
  2. EU 14th sanctions package introduces restrictions on Russian LNG, ReedSmith, 26 giugno 2024.
  3. Ministry of Energy and Infrastructure, Export.
  4. Memorandum of understanding on cooperation related to trade, transport, and export of natural gas to the European Union between the European Union represented by the European Commission the Arab Republic of Egypt, 15 giugno 2022.
  5. משרד האנרגיה והתשתיות מינהלאוצרות טבע אגף תמלוגים חשבונאות וכלכלה
  6. Marwa Rashad, Sarah El Safty, Egypt to ramp up LNG imports as output drops and summer nears, 22 aprile 2024.
  7. Gasunie Unit Converter.
  8. Global Energy Monitor, Europe-gas-tracker. Tracker-map e Tranparency Entsog Map.
  9. Carole Nakhle, Israel’s gas exports in times of warGisReport, 23 novembre 2023.
  10. Sharon Wrobel, Israel grants initial approval for additional gas exports from Leviathan reservoir, The Times of Israel,26 giugno 2024.
  11. Sharon Wrobel, Natural gas royalties jump 23%, top NIS 1 billion in first half of year, The Times of Israel,29 agosto 2023.
  12. Sharon Wrobel, Israel grants initial approval for additional gas exports from Leviathan reservoir, The Times of Israel,26 giugno 2024.
  13. European Commission, Diversification of gas supply sources and routes.
  14. Human Rights Watch, Israele/Palestine e Human Rights Watch, Egypt.
  15. European LNG Tracker.
  16. Stuart Elliott, EU gas use dropped to 295 Bcm in 2023 on demand reduction efforts: Simson, S&P Global, 4 aprile 2024. 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

ASSEDIO DI GAZACRISI CLIMATICAeniFOSSILEgasgenocidioisraeleSNAM

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Campeggio studentesco No Tav: giorni di lotta, formazione e resistenza in Val di Susa

Si è concluso sabato al presidio di Venaus il campeggio studentesco che, per diversi giorni, ha visto la partecipazione di decine di studenti e studentesse provenienti da tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Bolivia: I popoli indigeni paralizzano nei propri territori il progetto governativo di coltivazione della palma da olio

Il progetto governativo per coltivare la palma da olio o africana (Elaeis guineensis) è rimasto sospeso in certi territori dell’Amazzonia boliviana.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

E’ iniziato il campeggio studentesco al presidio di Venaus

Prende avvio il campeggio studentesco No Tav nello storico presidio di Venaus. Questa mattina si è tenuta l’assemblea contro la guerra, il riarmo e contro il genocidio in Palestina, occasione per discutere a partire dalle scuole itinerari di attivazione contro la guerra e per mobilitarsi sui territori in vista del corteo nazionale dell’8 novembre a Roma, lanciato questo luglio durante il Festival Alta Felicità.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La truffa del Ponte continua

Alla vigilia della trasmissione del dossier alla Corte dei Conti, annunciata da Salvini come tappa decisiva dopo l’approvazione del CIPESS, denunciamo ancora una volta l’enorme operazione di propaganda e saccheggio che si nasconde dietro la parola “ponte”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Le grandi opere, ovvero i giocattoli di Salvini

Non lo chiamavano “Trinità” ma “bimbominkia” e anche “cialtrone” e “incapace”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Stati Uniti: ambiente e terre pubbliche sotto attacco

La tavolata della ventina di rappresentanti delle Big Oil (le grandi aziende energetiche statunitensi), svoltasi presso la tenuta trumpiana in Florida nell’aprile del 2024, è ormai passata all’incasso

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messina: in 10mila al corteo No Ponte

Sapevamo che sarebbe stato un corteo imponente. Non immaginavamo tanto.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TAV tra milioni, polizia e teatrini: la farsa continua in Prefettura

Mentre si cerca di presentare una Valle pacificata, l’apparato politico-industriale a sostegno dell’opera Tav Torino-Lione si riorganizza attraverso l’ennesimo incontro in Prefettura, volto a rafforzare il controllo poliziesco del territorio e a ottenere nuovi finanziamenti pubblici.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Al via il campeggio No Pizzone II

Il coordinamento No Pizzone II organizza l’11 e 12 agosto 2025 a Rocchetta al Volturno (IS) due giornate di confronto, escursioni e proposte collettive contro la speculazione energetica e la marginalizzazione dei territori. Il programma definitivo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sul tentativo di discredito del Movimento No Tav in seguito alla marcia del 26 luglio: la parola al Comitato di Susa

Si é appena conclusa la 9a edizione del Festival Alta Felicità.

Un’edizione ricchissima, giovane (nel corpo e nello spirito), colorata, consapevole, affamata di verità, coinvolgente, inclusiva.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Lo stadio finale di Israele: tra autarchia e capitalismo di rapina

L’immagine di invincibilità che lo stato sionista sta cercando di ristabilire sul piano militare non può nascondere i segni della sua corsa, irreversibile, verso un capitalismo di rapina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Invasione via terra a Gaza City: aggiornamenti e collegamento da Deir Al Balah

Nella notte tra lunedì 15 e martedì 16 l’esercito israeliano, sulla scorta di massicci bombardamenti, ha fatto irruzione con centinaia di carri armati sul territorio di Gaza City.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nella logica distorta di Israele, veganismo e genocidio vanno di pari passo

Un elemento meno noto della campagna di disinformazione israeliana è il suo status autoproclamato di nazione leader in materia di diritti degli animali

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il Movimento No Tav era, è e sarà sempre al fianco della resistenza palestinese: sosteniamo la Global Sumud Flotilla!

Se Israele deciderà di fermare con la forza la Global Sumud Flottilla, impedendo ancora una volta l’arrivo di aiuti umanitari e provando a spegnere un atto di resistenza collettiva, noi non resteremo a guardare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Global Sumud Flotilla: le barche italiane lasciano la costa siciliana alla volta di Gaza, “Buon vento”

Sono salpate, alla volta di Gaza, le imbarcazioni italiane della Global Sumud Flotilla dal porto siciliano di Augusta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza Inc: dove il Genocidio è testato in battaglia e pronto per il mercato

Gaza è diventata la vetrina di Tel Aviv per lo Sterminio privatizzato, dove aziende tecnologiche, mercenari e fornitori di aiuti umanitari collaborano in un modello scalabile di Genocidio Industriale venduto agli alleati in tutto il mondo.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Assemblea geografa per la Palestina: quanto successo in parallelo al Congresso Geografico Italiano 2025 di Torino

Dal 3 al 5 settembre 2025, presso il Campus Einaudi e il Castello del Valentino di Torino, si è svolto il 34° Congresso Geografico Italiano. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra” nelle università: a Pisa il 13 e 14 settembre, due giorni di assemblea nazionale

Il 13 e 14 settembre a Pisa si terrà l’assemblea nazionale universitaria “Guerra alla Guerra”, due giorni di confronto tra collettivi e realtà studentesche da tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: attacco sionista al csoa La Strada

Nella notte tra giovedì e venerdì, poco dopo le 4, ignoti hanno lanciato una bomba carta contro l’ingresso del Centro Sociale “La Strada” in via Passino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’assemblea nazionale “Stop al genocidio. Fermiamo il sionismo con la resistenza” si terrà al cinema Aquila

Alcuni giorni fa il sindaco Gualtieri aveva vietato l’utilizzo di una sala del cinema Aquila di Roma per l’assemblea nazionale convocata dalle organizzazioni palestinesi in Italia. Ora il passo indietro. LA LOTTA PAGA – L’ASSEMBLEA SI TERRÀ AL CINEMA AQUILA IL 14 SETTEMBRE ALLE ORE 10.00 Dopo la conferenza stampa di lunedì 8 settembre davanti […]