Comunità Energetiche: un’ipotesi reale nel mare della crisi energetica?
Martedì il Consiglio dei Ministri ha approvato tra vari provvedimenti un decreto-legge che ha l’obiettivo di contenere i costi dell’energia, simile ad altri già approvati in precedenza ma con la proroga di alcune agevolazioni, evidentemente insufficienti, per le tariffe di energia elettrica rivolte a nuclei con isee inferiore a 15 mila euro o persone in gravi condizioni di salute.
È prorogata fino a fine giugno anche la riduzione dell’IVA sul gas (al 5 per cento invece che al 10): una piccola novità è che si applicherà anche al teleriscaldamento, fornitura rimasta esclusa dai precedenti bonus ma che a seguito delle proteste in alcune città ha visto la sua inclusione nei provvedimenti governativi.
“Ci saranno delle variazioni importanti superiori al 20% sicuramente” per la prossima bolletta della luce, “gli uffici stanno completando adesso anche alla luce del decreto di ieri i conti. Sul gas credo ormai che siamo a fine mese, sarebbe ragionevole aspettarsi qualcosa intorno al 10% perché in quel caso la variazione più importante l’ha fatta nei due mesi precedenti, quindi che adesso riesca a recuperare molto più di quello mi sembra difficile”. Sottolinea il presidente dell’Arera Stefano Besseghini.
Ci accodiamo all’incipit di un articolo di Leonardo Mazzei che propone un punto di vista interessante sulla questione, dal titolo Crisi energetica, facciamo il punto, e che riportiamo qui “È bene fare il punto sui costi dell’energia, in particolare su quelli del gas e dell’elettricità. Sul tema circola infatti un’ingannevole narrazione, quella secondo cui tutto starebbe andando ormai per il meglio. Ma è davvero così? Assolutamente no.”
All’interno di questo panorama si inserisce il tema delle Comunità Energetiche, una possibilità ancora da esplorare e di cui poco si sa, se non gli elementi critici che riguardano la fattibilità e la possibilità di realizzazione in un orizzonte di crisi sociale ed economica che non prevede alcun aiuto per le famiglie in difficoltà.
In merito, abbiamo posto alcune domande al professor Filippo Barbera al dipartimento Culture Politiche e Società dell’Università di Torino, come riproponiamo in calce :
(1) cosa prevede esattamente la bozza governativa?, (2) quali le grosse corporation che potrebbero essere interessate ad inserirsi nei CER e perché/ vantaggi rispetto al mercato dell’energia classico? (3) Nella proposta di legge esiste la possibilità per i condomini di attivare forme di gestione diretta dell’energia che si autoproduce o bisogna passare comunque da un intermediario che sia un qualunque gestore dell’energia? (4) quali gli esempi dei comuni virtuosi che hanno attuato piani energetici territoriali? (5) quali le possibili forme/ opportunità di investimenti che potrebbero consentire alle comunità locali di costituire delle CER.
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