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Corteo NoMuos: tra partecipazione e sequestro del GIP

L’elevata partecipazione arrivata da più parti della Sicilia ha voluto quindi rendere chiaro a yankee e media quanto rumore gli attivisti siano pronti a creare per prendere voce in capitolo.

La manifestazione si è svolta però in una giornata che si è rivelata particolare sin dal principio: è di stamattina infatti la notizia che la Procura di Caltagirone ha disposto il sequestro delle antenne della base della marina militare statunitense attraverso il Gip e l’intervento di polizia municipale, carabinieri e avieri del 41° stormo. Il provvedimento è stato preso per via del regime di assoluta inedificabilità cui è sottoposta la sughereta che circonda la base U.S.A..

Il corteo ha comunque mantenuto il percorso originario e, partendo da contrada Apa, ha raggiunto la base militare in contrada Ulmo continuando a urlare lo sdegno verso chi antepone gli interessi militari e di controllo globale a quelli della salute e della tutela del territorio.

L’evento del sequestro ha sicuramente influito positivamente sugli umori della piazza, consapevole che l’essere riuscita a puntare l’attenzione sulla questione sia stata la molla che ha fatto scattare i provvedimenti della magistratura. Soddisfazione è stata espressa dai comitati organizzatori della manifestazione che hanno accolto la notizia come prima parziale vittoria, un’occasione che permette al movimento di prendere una boccata di ossigeno.

Una boccata d’ossigeno che però porta con sé molte insidie: se è vero infatti che il ritmo a cui stavano procedendo i lavori per la costruzione, ormai pressocchè ultimata, subiranno una battuta d’arresto il pericolo è che anche la mobilitazione si attesti nella fiducia per le stesse istituzioni statali che in prima linea sponsorizzano e appoggiano gli interessi strategici-militari. Una boccata d’ossigeno dunque che deve saper essere utilizzata per riuscire a trasformare il movimento in base alle nuove sfide che gli si prefigurano: perché delegare alla magistratura la lotta in difesa della salute di persone e territorio sarebbe di per sé la morte prematura di un giovane movimento e perché, c’è da aspettarselo, non passerà molto tempo prima che i tentativi di accendere il MUOStro riprendano.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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