Crisi climatica: ENI fa causa a ReCommon e Greenpeace per la campagna “La giusta causa”
Il colosso energetico (soprattutto fossile) Eni chiede…i danni a due realtà che da anni si battono contro il drammaticamento cambiamento climatico in corso.
A farlo sapere sono le stesse realtà colpite, ReCommon e Greenpeace. “Mentre in Italia – scrivono – l’emergenza climatica miete vittime e causa danni incalcolabili da nord a sud, ENI, anziché impegnarsi ad abbandonare gas e petrolio che alimentano l’inferno climatico, chiede un risarcimento danni per diffamazione per la campagna legata al lancio della Giusta Causa.
È paradossale che, proprio mentre l’Italia è devastata dagli impatti dei cambiamenti climatici, ormai sotto gli occhi di tutti in molte regioni del mondo, la più importante multinazionale italiana, partecipata dallo Stato, chieda un risarcimento danni a chi ha non ha fatto altro che sollecitare un reale cambiamento nelle politiche energetiche di una grande società che, continuando a investire sui combustibili fossili, minaccia il pianeta e la sicurezza delle persone”.
L’intervista a Luca Manes, di ReCommon. Ascolta o scarica
“Sapevamo a cosa andavamo incontro – aggiungono da ReCommon – quando abbiamo lanciato la Giusta Causa e abbiamo scelto di farlo perché nessun rischio è più grande di quello climatico. Intendiamo resistere a questo tentativo di intimidazione da parte di ENI e chiediamo il sostegno di tutte le persone e gli enti pubblici e privati che hanno a cuore la causa della giustizia climatica, a partire da chi vive e opera nei territori che stanno patendo sulla propria pelle le conseguenze catastrofiche della crisi”.
Le richieste economiche alle due associazioni, si stima, saranno superiori a 50 mila euro ciascuna.
Da qui il lancio di una campagna di sostegno economico dal basso per supportare le iniziative de “La Giusta Causa”: per partecipare, clicca qui.
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