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La Montagna non è un parco divertimenti e la nostra vita non è un gioco

Appello per una settimana di mobilitazioni diffuse nei diversi territori per denunciare l’insostenibilità ambientale, economica e sociale delle Olimpiadi 2026 nonché l’essere paradigmatiche di un modello di sfruttamento turistico delle Terre Alte altrettanto insostenibile per ecosistemi e popolazioni montante. Non di meno l’impatto sulle aree metropolitane coinvolte, nella fattispecie Milano, in termini di consumo di suolo, speculazione immobiliare, gentrificazione di quartieri popolari, privatizzazione della città pubblica. 

di Comitato Insostenibili Olimpiadi – Milano

Le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, paradossalmente, stanno facendo acqua da tutte le parti. Lungo e per certi versi inutile sarebbe la lista degli sfregi, degli errori e delle meschinità che, nascondendosi dietro le solite bugie – sostenibilità,green, opportunità, lavoro  – stanno portando le nostre Regioni verso l’ennesimo fallimento da ogni punto di vista.

Ad oggi appaiono più evidenti la devastazione ambientale, un po’ dappertutto e, sempre meno offuscata, la violenta trasformazione del tessuto sociale della metropoli milanese, investita da un flusso di denaro, anche pubblico, che ha come conseguenza l’allontanamento dei ceti economicamente meno forti. Contemporaneamente, mentre il Pianeta vive una crisi ambientale e climatica, di cui sempre più spesso vediamo le conseguenza, causata da un modello di sfruttamento delle risorse naturali insostenibile, le Olimpiadi contribuiscono ad alimentare un modello folle di turismo in montagna e di pratica a ogni costo dello sci alpino, che le Terre Alte non possono più sopportare sul piano sociale e ambientale.

Non dovremo aspettare molto per constatare gli ulteriori passi indietro che la legislazione speciale, prevista dalle leggi che regolano questo “grande evento” produrrà nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti prima, durante e dopo questo avvenimento. Alla fine, come accade dopo ogni grande evento, ci ritroveremo più poveri, molti economicamente, diversi da un punto di vista sociale e tutti, ma proprio tutti, da un punto di vista ambientale.

Non sono però poche le realtà che, ognuna a suo modo, si stanno opponendo, raccogliendo peraltro risultati, parziali, ma comunque significativi. Ciò che proponiamo è una mobilitazione congiunta, nella settimana del 6 febbraio 2024 a due anni esatti dall’inizio dei Giochi olimpici. Che ogni territorio interessato da opere e infrastrutture per i Giochi 2026 o da nuove nocività in ambiente montano si mobiliti in quella data o nei giorni adiacenti, facendo fronte comune e rompendo la “pax olimpica”, nel solco di quanto già fatto per impedire la costruzione della pista da bob a Cortina. Ogni luogo e contesto con le proprie parole d’ordine, ma uniti da un medesimo grido di allarme e voglia di diventare granello di sabbia per inceppare la macchina, portatori di un modello ecologico e sociale radicalmente alternativo.

Per coordinare le diverse iniziative e lanciare pubblicamente la mobilitazione proponiamo di vederci a Milano il prossimo 20 gennaio per un’Assemblea Nazionale.

Questo è un appello aperto a cui vi chiediamo di aderire con anche proposte concrete di iniziativa per le date proposte. Faremo circolare, in tempo reale, le adesioni e vi chiediamo di farlo girare per adesioni a vostra volta.

Per info e adesioni: olimpiadi@anche.no

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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