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Lo strano caso dell”autista di Rinaudo.. sembra quello di Belpietro!

C’è sempre un’ora zero. Un momento in cui accade qualcosa di diverso che cambia il corso della storia” – pm Antonio Rinaudo, La Stampa 13 Aprile 2014.
“Patetico, non ne azzecca una”
Abbiamo aspettato finora per commentare l’episodio che ha visto coinvolto l’autista del pm Rinaudo. Dopo una lettura attenta dei diversi quotidiani ci sono sorti diversi dubbi sulle varie ricostruzioni che sono state fatte.
Pur non avendo gli strumenti tecnici all’avanguardia di cui “sicuramente” possono avvalersi gli investigatori della PS, proviamo ad immedesimarci in una sorta di Perry Maison moderno cercando di analizzare con i nostri umili mezzi (quello che leggiamo dai giornali, un pizzico d’intuito e un minimo di buon senso) il caso dell’ “Autista di Rinaudo”, sottolineando alcuni aspetti che ci sembrano perlomeno bizzarri.
Ricostruzione generale secondo i quotidiani
Venerdì 11 aprile G.C., ex-carabiniere in servizio come autista, dopo aver accompagnato a casa il pm Rinaudo (Torino Cronaca) o dopo aver riportato i figli a casa dell’ex-moglie (Repubblica), fa ritorno alla sua abitazione nel quartiere santa rita intorno alle 21.00-21.30. Salito a casa, si accorge di essere rimasto senza sigarette e scende per andarle a comprare. Varcando il portone G.C., sarebbe stato avvicinato da tre sconosciuti con il volto coperto da sciarpe e colli (La Stampa). I tre l’avrebbero poi nell’ordine: tentato di incappucciare (Repubblica), picchiato e insultato. Dileguandosi poi nella notte.
Dubbi:
1. Le sigarette
Come si evince dalle sue dichiarazioni, G.C. sarebbe uscito di casa solo per andare a comprare le sigarette. In poche parole se avesse avuto il pacchetto pieno, questa aggressione non si sarebbe mai compiuta. Ciò lascia supporre che per essere sicuri di incrociarlo sotto casa, questo famigerato commando fosse già a conoscenza dell’esatto numero di sigarette contenute nel suo pacchetto. Altrimenti cosa facevano? Aspettavano ore e ore sottocasa sperando che il mattino dopo andasse a comprare il giornale??? O portasse il cane a fare un giro???
2. Comando armato o commando con orologi
Il G.C. dichiara inizialmente di essere stato aggredito con un cutter. Dopo esser stato visitato dai medici del mauriziano, in grado di distinguere un’escoriazione da una ferita da taglierino, probabilmente consigliato da qualcuno, ritratta affermando di aver semplicemente notato “qualcosa di metallico in mano ad uno di loro”, forse un tirapugni, un anello o il cinturino di un orologio (?!) (Repubblica). Chiaramente non approfondiremo in queste poche righe la differenza che intercorre tra un cutter e il cinturino di un orologio…
3. Il tentato rapimento e la collutazione
Secondo quanto affermato dal G.C., uscito dal portone viene avvicinato dai tre che provano a mettergli un cappuccio in testa. Per fare cosa? Forse il vero obiettivo del commando era il sequestro dell’autista? Avrebbero chiesto poi un riscatto???
Fallito il grande obiettivo, il commando cominciava a malmenare l’autista, il quale però, avendo in passato tirato di boxe, si metteva “in posizione di difesa”, parando i colpi degli aggressori, riuscendo addirittura a ferirne uno! Tirando le somme risulta esserci “sicuramente ” un ferito ed è uno degli aggressori… Per quanto riguarda l’autista sembra esserne uscito meglio degli altri, con piccoli graffi su mani e braccia e, secondo Rinaudo, con una “tumefazione in volto”. Stranamente nessun quotidiano parla della prognosi.. sarà ancora riservata? O forse solo due giorni di prognosi per un’aggressione di questo tipo sono un po’ pochini??
4. La chiaccherata, la fuga e la macchina
Come se ciò non bastasse sul finire della disputa inizia una discussione di cui riportiamo alcuni stralci: “Servo dei servi dei servi”, “Questa è la fine che farete”, “Questa è la fine che fanno i servi dello stato, “Tu sei solo il primo, poi toccherà agli altri”.. ecc, ecc.. Dopo di che gli aggressori, forse sfiniti per aver parlato troppo, sarebbero fuggiti a piedi, per poi salire su una macchina, sgommare ripetutamente (Repubblica) e andare via! G.C. afferma che: “Saliti a bordo di una macchina. Non ho potuto vedere nè il colore nè il modello dell’auto. Ho solo sentito il motore distante che si accendeva”. Ma dai? Dopo esser rimasto lucido durante tutta l’aggressione come ha fatto a non vedere l’auto? E a sentirne il rumore? Cosa faceva mentre scappavano? Si guardava il graffio sulla mano?
5. I testimoni
Siamo alle nove di sera in un quartiere vicino al centro, residenziale, pieno di negozi e palazzi (La Stampa). Come è possibile che nessuno abbia visto nè sentito nulla? Come è possibile che non ci sia nessuno che confermi le dichiarazioni dell’autista? Nessuna telecamera? Nessuno che abbia preso la targa dell’auto? O almeno ne abbia visto il colore? Con tutta la gente che affacciata ai balconi si fa gli affari degli altri???
Quadro psicologico
Ad una rapida lettura si capisce subito che siamo di fronte a una bufala di un mitomane. Quello che non riuscivamo a capire cosa potesse portare un uomo di 36 anni a inventarsi una storia di questo tipo per attirare l’attenzione su di sè. Ci siamo quindi rivolti alla psicologa A.B. per cercare di avere un quadro psicologico del soggetto in questione, basandosi sui pochi elementi a nostra disposizione. Dopo aver studiato il caso, la dottoressa è giunta a due diverse ipotesi. Secondo la prima, il soggetto ha profonde turbe psichiche causate dallo stress accumulato sul luogo di lavoro: non è facile essere l’autista del pm con l’elmetto, sempre sotto le luci della ribalta, alla ricerca di gloria e fama… Ma per il povero autista niente??? Cosa non si farebbe per 5 minuti di notorietà…
La seconda ipotesi della psicologa, per esperienza la più probabile, riguarda invece la sfera familiare. Separazione difficile, crisi d’identità, mancanza di fiducia in se stesso. Voleva forse con questo gesto eclatante (la bufala non l’aggressione…) riconquistare magari l’affetto dei figli, che forse non lo vedevano più come un supereroe (ma come papà: prima eri un fiero carbiniere e adesso fai l’autista?) o più semplicemente riaccendere l’amore della moglie perduta???
Conclusioni
Concludendo ci stupisce che un funzionario così preparato e capace, con master a Guantanamo, come il dott. Petronzi si faccia abbindolare da un ex-carabiniere!
Ci chiediamo altresì, preoccupati, come abbia fatto il dott. Rinaudo, dopo anni e anni di esperienza forgiata dal fuoco di mille battaglie condotte sul campo nelle aule dei palazzi di giustizia, a bersi questa ridicola storiella.
Viene da domandarci, se “lavora” sempre così, quanti innocenti popolino le patrie galere!
P.S.
Le ultime news dei quotidianio online danno il pm Sandro Ausiello come titolare dell’inchiesta. Figura super partes dovrebbe riuscire a sbrogliare quest’ingarbugliata matassa. Speriamo senza l’aiuto del Ris di Parma…
P.P.S.
Chi è stato il più veloce a esprimere solidarietà? Il professionista della bufala.. sarà il sen. S.E.?

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