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NoTav. Il procuratore Maddalena e i suoi incubi ricorrenti

Dopo la sonora bocciatura del pool Anti-No Tav capeggiato dai pm con l’elmetto Rinaudo e Padalino che in primo grado, in cassazione e al riesame si sono visti bocciare l’accusa di terrorismo, ecco che vediamo calare un “nuovo” asso nella manica: scenderà in campo, niente popò di meno che, il procuratore generale del Piemonte Marcello Maddalena.

Quel procuratore, lo ricordiamo, che all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2013 dichiarò che: “Le ”degenerazioni criminali” delle manifestazioni No Tav non vanno sottovalutate…Quelli della mia generazione ben sanno quanto breve e facile sia il passaggio dalla violenza politica di piazza ad altre forme peggiori che in un passato non lontano hanno insanguinato l’Italia”, esprimendo poi solidarietà a “Giancarlo Caselli, procuratore della Repubblica di Torino, e ai suoi magistrati ”per essere intervenuti, non come strumentalmente e falsamente sostenuto si vuol far apparire” nei confronti ”del cosiddetto movimento No Tav”.

Un altro magistrato dagli incubi ricorrenti, un altro che da anni vede il movimento No Tav come un nemico da combattere.
Lo rivediamo, il buon Marcello, riprendere parola all’inaugurazione di quest’anno giudiziario pochi giorni dopo la bocciatura del tribunale di Cassazione per l’accusa di terrorismo “Non posso tacere – ha detto – le mie perplessità di fronte ad atteggiamenti culturali di sottovalutazione, se non addirittura di svilimento, di fatti di violenza politica che invece dovrebbero allarmare quanto mai” e poi ancora “fermo restando il doveroso rispetto per tutte le decisioni giudiziarie, ribadisco tutte le mie perplessità per decisioni in cui, ad esempio, in relazione a un articolo di legge si impiegano quasi trenta pagine per spiegare che dove nello stesso si trova la congiunzione ‘o’ si deve leggere la congiunzione ‘e’, e questo per aumentare le condizioni necessarie per riconoscere la sussistenza della finalità di terrorismo”.

Crediamo che queste poche righe bastino ad inquadrare la situazione, se non fosse per una nota di colore che abbiamo notato nell’articolo sulla sua discesa in campo pubblicato da Repubblica due giorni fa e che riportiamo in maniera fedele: “Mi pare un processo importante, dove è giusto che ci sia il procuratore generale a rappresentare l’ufficio” dice Marcello Maddalena, che sostiene di voler esprimere le sue linee di merito soltanto nell’aula processuale, “per correttezza “. Ma come? E tutte le sue dichiarazioni precedenti, sempre per correttezza, dove le mettiamo?

Facendo un passo avanti, ieri leggiamo sempre su Repubblica dell’avvocato professore Grosso che già ci aveva “deliziato” con le sue inopportune considerazioni nel lontano 2012, il giorno dell’inizio del maxi processo ai No Tav per i fatti del 27 giugno e del 3 luglio, che oggi dichiara l’importanza del processo che si sta per aprire e l’opportunità della discesa in campo del procuratore Maddalena…(non copiamo il corsivo tanto la solfa è sempre più o meno la stessa).

Sembra un po’, concedeteci questa analogia, di essere alle porte delle elezioni politiche quando ogni coalizione o partito deve scegliere un candidato forte da mettere in campo (eliminando quelli che per pregressa esperienza si sono “bruciati” o hanno “fallito”) e si prepara alla necessaria propaganda per convincere e coinvolgere l’opinione pubblica.
Altri attori protagonisti quindi, con un’operazione di ” maquillage” esterno il cui risultato però non cambia: c’è chi crede ci sia un nemico da combattere e questo è il Movimento No Tav. Come sempre, non ci sottrarremo alla lotta, che sia in un’aula di tribunale o lungo un sentiero di montagna, anche se la prima ci è imposta mentre il secondo lo scegliamo.
Se tutti questi pensionati (o quasi come nel caso di Marcello) prendessero esempio dai nostri “over 60” farebbero un vero “affare”, ma i loro modelli di riferimento sono altri, quindi a ognuno il suo…noi scegliamo le “pantere grigie”!

da NoTav.info

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