Nucleare in Giappone: il nuovo governo ci riprova?
Qui, dal disastro del 2011, restano ancora decine di migliaia di sfollati e si continua a lavorare per decontaminare la vasta area (per ora inagibile) e controllare i reattori dell’impianto nucleare, attualmente spenti.
Il leader del partito conservatore ha espresso il suo incoraggiamento a quanti sono impegnati a rendere nuovamente vivibile la zona di Fukushima ma ha anche aggiunto senza troppi mezzi termini che nei piani del governo di cui è tornato a capo per la seconda volta c’è anche l’intenzione di rivedere lo stop definitivo al nucleare programmato nei mesi scorsi dal governo uscente.
Secondo Shinzo Abe, infatti, il Giappone sta pagando un’eccessiva dipendenza dall’estero per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico ma a spingere il primo ministro sulla via del nucleare è soprattutto la volontà di risollevare le sorti dell’economia del paese.
A conferma di quanto l’interesse per il nucleare chiami in causa innanzitutto la ricerca del profitto, le aperture di Shinzo Abe verso una ripresa dell’energia dell’atomo hanno ricevuto il favore della classe imprenditoriale, notevolmente preoccupata dai piani di stop avanzati nei mesi scorsi.
Ma se Abe, spalleggiato soprattutto dal ministro di Commercio e Industria, sembra piuttosto determinato nel voler riprendere in considerazione la produzione del nucleare, le grandi proteste esplose successivamente al disastro di Fukushima e la crescente convinzione tra la popolazione giapponese della necessità di trovare e costruire alternative al nucleare potrebbero non rendere così agevole la marcia indietro del governo su una questione tanto delicata e dibattuta.
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