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Piumazzo: nascono le sentinelle No Cave

Grazie ad un indagine, l’ultima delle tante, all’interno del polo 12, sono state riscontrate diversi inadempimenti e in più è stato riscontrato il fatto che di questa cava, è stata controllata solo una parte, ricordiamo che l’intera cava non è di un cavatore unico ma di tanti cavatori, riscontrando che in alcuni punti si è scesi fino a -17 metri, rispetto ai -10 autorizzati.

A fianco del lavoro più teorico e di controllo delle documentazioni e degli atti, è iniziato quello di controllo visivo attraverso le Sentinelle NO CAVE, che da diverso tempo, compiono azioni nei pressi delle cave a Piumazzo.

All’inizio denunciarono il manto stradale lasciato in condizioni pietose a causa dell’attività di cava. Ai mezzi che uscivano dalle zone di escavazione spesso non si applicava la pulizia dei pneumatici, causando il rilascio dei detriti terrosi sul manto stradale, rendendolo instabile e pericoloso per gli automobilisti e motociclisti che transitavano in quel tratto già reso pericoloso della scarsa visibilità.

Dopo qualche giorno l’impresa di escavazione si presentò con un autobotte per pulire in gran fretta ,quello che avevano sporcato.

Diverse segnalazioni anche sull’accumulo di materiale tossico come l’eternit, lasciato da ignoti sul bordo cava già considerata da alcuni zona di discarica.

Come non dimenticare la segnalazione fatta quando le ruspe lavoravano indisturbate in quel sabato pomeridiano, fuori dagli orari consentiti. In quel proposito gli organi competenti al controllo intervennero sanzionando il cavatore per aver effettuato lavorazioni rumorose al di fuori delle fasce orarie previste dall’art.25 comma 2° del regolamento specifico. I responsabili dell’impresa dichiararono che non sapevano che stavano violando le regole. Da quel momento il sabato fu interdetto dalle attività.

Ed ecco l’ultima segnalazione avvenuta ieri pomeriggio, quando si è sorpreso l’addetto macchina, a lavorare senza i D.P.I., dispositivi di protezione individuale, obbligatori a norma di legge 626, da osservare dentro ogni luogo di lavoro compreso i cantieri e zone di attività industriale come sono le cave.

 

Pubblichiamo i comunicati stampa del comitato “no alle cave” di Piumazzo, intramezzati dalla risposta del comune di Castelfranco:


Comunicato del Comitato di Piumazzo “no alle cave”

Finalmente siamo a conoscenza dell’ultima indagine sugli inadempimenti dei cavatori nel POLO 12, che ha evidenziato inadempienze per un totale di circa 1.200.000 euro, assommando così il totale delle inadempienze del comparto a euro 1.650.000. Grazie al Comitato No alle CAVE, che il 24/11/2008, a fronte di autorizzazioni scadute da almeno 8 mesi, chiese al comune di effettuare le necessarie verifiche di inadempienze visibilissime, per cui la Giunta del 9/12/2008 fu costretta, vista la colpevole inerzie precedente, a dare avvio alle indagini i cui risultati si evidenziano ai giorni nostri.

Il sindaco Reggianini e l’assessore Vigarani dichiarano chiuso l’iter delle verifiche sulle vecchie cave. Ma invece queste devono essere solo l’inizio, perché quanto emerso dalla relazione della GeoGroup del dicembre 2010 evidenzia escavazioni di ghiaia irregolari per ben 31.500 mc, di cui oltre 21.000 mc scavati fino a mt 17,50 dal piano di campagna, rispetto ai 10 metri autorizzati, scavando quindi in falda e contravvenendo ai divieti prescritti dalle norme tutela acque “NTA” che allora prevedevano tra l’altro, per le nostre aree, un divieto molto rigoroso di non modificare le difese naturali e l’interruzione delle falde, commettendo infrazioni che potrebbero essere penalmente rilevanti. Per arrivare a questi risultati sono stati fatti 50 sondaggi con escavatore meccanico e 17 sondaggi a carotaggio continuo per la verifica in profondità, sondaggi che NON SONO STATI FATTI PER LE ALTRE CAVE,fidandosi della constatazione che il fondo cava era ricoperto da ghiaia sabbiosa,dimenticandosi però che ognuno ha la sua tecnica per nascondere,magari ricoprendo il terreno interrato nelle zone abusate con 20 o più cm di ghiaia,ridando al fondo scava la sua apparente originaria natura.

Basta osservare le fotografie satellitari visibili su GOOGLE EARTH del 4/9/2003 e anni successivi per avere sospetti fondati su approfondimenti illegali nella cava attigua a quella contestata e meritevoli di accurati sondaggi a carotaggio continuo.

Per queste ragioni chiediamo i carotaggi su tutte le cave del POLO 12 compresa la cava ex San Giacomo (potremmo indicare le aree che vox populi individua come meritevoli) oggetto di petizione di n. 401 cittadini. Se così non fosse, verrebbe da pensare che quest’UNICA cava oggetto di indagini sul fondo scavo sia la vittima sacrificale da dare in pasto al pubblico,in quanto non appartenente a quel gruppo di cavatori legati da partecipazioni incrociate e da interessi comuni che pure hanno le cave nel polo12, gli stessi che hanno finanziato la precedente campagna elettorale dell’attuale assessore regionale Muzzarelli sponsor delle cave,ora convertito alla Green Economy. Se questa conversione fosse vera,potrebbe bloccare il disastro ambientale già in atto da tempo su tutto il conoide del Panaro.

E’ deprimente constatare che queste inadempienze erano già rilevabili anni prima, con i normali controlli, ma la dissennata politica territoriale del sindaco Graziosi e dell’assessore Simoni, in presenza di un capogruppo del PD Reggianini, attuale sindaco, e del consigliere e presidente della Commissione territorio Viagarani, attuale assessore, assolutamente assenti e colpevolmente distratti e negligenti, porta solamente oggi alla denuncia di inadempienza per questa cava di 1.200.000 euro più sanzioni, coperte da fideiussione di soli 217.000 euro. Quei soldi che il sindaco Reggianini dà per già incassati il comune non li vedrà mai: ciò che viene ora considerato un credito è in effetti un debito in quanto la sistemazione di questa cava andrà fatta comunque e da chi se non il comune, cioè i cittadini? Purtroppo non saranno i politici responsabili che hanno omesso i controlli che avrebbero permesso a suo tempo la scoperta dell’abuso e l’immediato blocco delle escavazioni!

Ricordiamo anche che i cavatori scrissero che tutti gli scavi erano avvenuti nel rispetto delle profondità consentite e il PD difese pubblicamente (e sulle bacheche) tale posizione dei Cavatori. Ora i controlli evidenziano scavi fino a 17,50 metri …. perché il PD (partito del sindaco e di Vigarani ) allora prese le difese dei cavatori?

L’ufficio provinciale per i controlli delle cave (UCCI) in quei periodi ha fatto diversi verbali, la stragrande maggioranza per cose importantissime, tipo recinzioni con qualche buco, cartellonistiche mancanti e tante amenità del genere; è successo pure che qualche volta sia stato rilevato qualche marginale eccesso di scavi! Noi siamo convinti che questi controllori non fossero poi così inetti professionalmente! Forse hanno ragione i cinesi quando dicono che il pesce comincia a puzzare dalla testa!

Il Comune stesso non si è mai minimamente preoccupato non diciamo di fare perizie particolarmente professionali, ma se almeno avessero dato una occhiata ogni tanto pensiamo che avessero potuto valutare una profondità a -10 piuttosto che a -18 metri a occhio nudo. Eppure è sempre esistito un ufficio dedicato che era invece molto attento a elargire a piene mani proroghe e quanto altro era minimamente possibile fare per i nostri cavatori.

Se si pensa che e’ stata concessa una proroga strumentale, per arrivare al nuovo PAE, alla scadenza del marzo 2008 per una variante ambientale,che la GeoGroup incaricata dal comune alle indagini,definisce “con carenza progettuale e assenza di computo metrico relativo alle opere da eseguire”, ci si chiede con quali criteri il comune l’abbia concessa.

Vien da ridere quando il sindaco Reggianini e l’assessore Vigarani,nel comunicato stampa del 22.10.2009, ad uso del pubblico, affermano che le proroghe sono ammesse su richiesta motivata dei cavatori che,il comune,non potrebbe negare se la richiesta e’sorretta da una valida motivazione. Parole sacrosante se non fosse che in realtà questo criterio non e’ stato scientemente applicato, non solo in questo caso,ma anche quando sono state concesse proroghe per impossibilità a scavare a causa di eventi atmosferici mentre nelle cave confinanti scavavano a man bassa!

Lo stesso sindaco però, in un documento,con una dichiarazione confessoria, riconosce finalmente la verità dei fatti: “con tali richieste (richieste di proroga del cavatore, ndr) cava (…..) ha cercato in ogni modo di mantenere la possibilità di approfondire lo scavo senza dover previamente procedere alla rimozione dello strato di terra necessario per il ripristino”. L’amministrazione,come da prassi ( ndr ma quale prassi,la legge prevede solo una verificata valida motivazione) non ha negato il rilascio dei titoli in variante,ma aveva ben chiaro l’intento (seppur non facilmente dimostrabile) (sindaco, l’intento l’hai dimostrato già con la sola frase precedente) della società (…) di volersi approfittare al meglio future opportunità” (ndr arrivare a scavare fino a 15 mt con il nuovo PAE).

Il comune sa che le aziende non vogliono ripristinare, nonostante la consapevolezza di ciò concede la proroga su un progetto carente da un punto di vista progettuale. Altro che proroghe concesse con valide motivazioni!

Deve essere chiaro che la cava che ha scavato oltre i 10 mt autorizzati non ha più titolo per ottenere, direttamente o indirettamente per interposta persona, alcuna futura autorizzazione, così come tutte quelle società che risultassero avere commesso tali inadempienze non sanabili con alcun accordo pubblico-privato. Non solo, devono essere denunciati alla Procura della Repubblica per gli eventuali reati contro le norme tutela acque e per eventuale frode fiscale, qualora i maggiori mc scavati di ghiaia non siano stati fatturati con relativo addebito IVA. Il Comitato NO CAVE provvederà da parte sua alla dovuta segnalazione alla procura della Repubblica, pensiamo che invece il comune non lo farà.

Enzo Rubbiani – Presidente del Comitato No alle CAVE

 

Risposta del comune di Castelfranco Emila:

Comune infuriato con il comitato: “Mente, verifiche su tutti i cavatori”

“Se un comitato nasce per occuparsi di un unico tema, sarebbe bene che lo facesse con competenza e non facendo – in buona o cattiva fede, non importa – confusione”. Parte da questa premessa la puntualizzazione del Comune di Castelfranco a proposito delle accuse mosse ieri dai “No Cave” per “mancati controlli su tutte le aziende”. E l’amministrazione, guidata dal sindaco Stefano Reggianini, precisa: “Come riportato nero su bianco in una nota di qualche giorno fa, i controlli effettuati dal Comune hanno riguardato tutte le ditte che avevano operato nel Polo 12. E le contestazioni non sono state fatte a una, ma a tutte, ovvero in tutti i casi in cui si siano state rilevate scorrettezze. E’ altrettanto evidente che le ordinanze e le sanzioni comminate riguardano tutte le inadempienze o irregolarità rilevate – è bene ricordarlo – non dal Comitato, ma dal Comune per mezzo di suoi tecnici e grazie a sue indagini. Ed è davvero singolare che un Comitato che si oppone all’attività estrattiva faccia polemica e protesti nel momento in cui il Comune effettua i controlli e sanziona comportamenti non corretti dei cavatori. Noi continueremo comunque a fare il nostro mestiere, cioè a controllare che le attività estrattive, così come quelle produttive avvengano nel rispetto delle regole per lo sviluppo del nostro territorio e la salute delle nostre comunità e dell’ambiente. Se il Presidente del Comitato è a conoscenza di altre irregolarità o fatti a noi ignoti, lo invitiamo a formulare accuse precise e circostanziate.

(Da “Il Resto del Carlino” del 31/12/2010)

 

Secondo comunicato del comitato di Piumazzo “no alle cave”

Il Sindaco Reggianini si augura che il Comitato NO CAVE parli di cave “con competenza e senza far confusione”. Peccato però che, pur essendo stato sollecitato in più occasioni, non si sia MAI degnato di aderire ad un contradditorio pubblico così avrebbero tutti la possibilità di valutare chi ha competenza e chi fa confusione. Ma intanto stiamo ai fatti.

La relazione della ditta incaricata dal comune di indagare gli inadempimenti dei cavatori,evidenzia nell’ultima indagine su una cava, inadempimenti per euro 1.200.000 piu’ sanzioni. Evidenzia in particolare che la ditta ha scavato,ABUSIVAMENTE,oltre i 10 mt. fino a 17,50 mtr.dal piano di campagna,in pratica IN FALDA, contravvenendo alle norme sulla tutela acque,con profili anche penalmente rilevanti.

Cio’ che stupisce e’ che il sindaco Reggianini e l’assessore Vigarani nelle loro generiche – fino al limite della reticenza – dichiarazioni alla stampa su questa ultima indagine, parlino di inadempimenti e di non corretta gestione, MA NON INFORMINO I CITTADINI DI UN FATTO GRAVISSIMO COME L’ESCAVAZIONE ILLEGALE, PRATICAMENTE IN FALDA.

Ma al sindaco interessa dare un altro messaggio ai cittadini “ABBIAMO VIGILATO”

La buona regola e’che si VIGILA in corso d’opera per fare rispettare le regole,NON DOPO perché sollecitati da un comitato no cave e da una lista civica che, essi sì, vigilano.

Si ricorda al signor Sindaco e all’assessore Vigarani, che nella precedente amministrazione,mentre si svolgevano queste irregolarità gravissime, loro erano, uno capogruppo del PD e l’altro consigliere e presidente della Commissione Territorio, ma non c’e’ alcuna traccia della loro vigilanza.

Prendiamo comunque atto che aver controllato tardi è meglio che mai.

Il sindaco dichiara che il merito delle indagini è ascrivibile ai tecnici e all’amministrazione; e chi le doveva fare, il comitato ,che non ha alcuna possibilità di mettere piede in cava? IL COMITATO ha svolto il suo compito di controllo, con richiesta d’indagini e già dall’estate scorsa aveva pubblicamente denunciato l’esistenza di irregolarità – aveva già dato pure le profondità di scavo, quelle che ancora oggi il Sindaco non nomina pubblicamente-

Il Sindaco dice che su tutte le aree sono state fatte indagini. Nella cava contestata (ma solo in quella) sono stati fatti 50 sondaggi con escavatore e 17 sondaggi a carotaggio continuo.

Nelle altre cave non e’stato fatto un solo sondaggio, basandosi sulla constatazione visiva che il fondo cava era fatto da ghiaia sabbiosa, come se chi scava abusivamente non avesse l’accortezza di ricoprire il terreno interrato con 20/30 cm della stessa ghiaia scavata , a meno che il Sindaco non si aspetti un cartello con la scritta “qui si scavò abusivamente”.

Scavare a -10 mt vuole dire che , tolto il cappellaccio si scava per 8,5 mt., andare a -17,5 mt. vuol dire scavare quasi il doppio : non servono tanti strumenti a dei tecnici per verificare !

A proposito di tecnici : ci dice, Sig. Sindaco quanti ne ha e quali sono i tecnici messi in campo dalla Sua amministrazione per le attuali e per le prossime escavazioni ?

La Lista Civica provvederà a depositare una mozione in cui si chiede l’estensione dei sondaggi a tutte le altre cave del polo 12, compresa la cava S. Giacomo per la quale 401 cittadini hanno presentato una istanza in tal senso, ma non sono stati degnati di una benché minima risposta : forti coi deboli e deboli coi forti, complimenti.

Il Comitato NO alle CAVE offre la disponibilità a fare i sondaggi, a sue spese ,in contradditorio con tutti i tecnici che il comune voglia mettere in campo; unica condizione: i luoghi di almeno la metà dei carotaggi li scegliamo noi !

Vogliamo ricordare che a pag. 4 dell’all. B al consiglio comunale del 10.3.2010, si dice che le nuove autorizzazioni saranno rilasciate solo a seguito di collaudo delle opere di ripristino delle vecchie cave o ,in alternativa, previo PAGAMENTO dell’importo corrispondente al valore delle opere non eseguite.

Allora,i cavatori paghino l’importo da inadempimento e producano le opere funzionali e compensative a loro carico, così si elimina ogni confusione.

Lei Sig. Sindaco dichiara che “le opere compensative devono essere per legge realizzate in prossimità delle cave”: prendendo per buona questa Sua definizione Le ricordiamo -anche se eravamo convinti lo sapesse- che le cave sono a 200 mt dall’abitato di Piumazzo quindi tali opere sono “spendibili” in qualsiasi luogo del paese essendo l’abitato stesso “in prossimità”.

Le ricordiamo inoltre che, come approvato in consiglio, “qualsiasi scelta deve passare al vaglio del consiglio comunale”.

Deve comunque essere chiaro che chi ha scavato oltre i 10 metri non può avere nuove autorizzazioni, perché, oltre ad avere contravvenuto alle norme sulla tutela acque, ha abusato della fiducia della amministrazione pubblica.

Egregio Sig. Sindaco, Le alleghiamo fotografie riprese da Google nei periodi delle massicce escavazioni su cui abbiamo evidenziato la zona equivalente alla cava in oggetto (l’unica zona) in cui sono stati fatti i sondaggi affinché Lei e chiunque le veda possa valutare la competenza della Sua Amministrazione! Poi speriamo che Lei spieghi alla gente perché solo in quella zona avete fatto fare sondaggi!

PS: Le, ma soprattutto Ci, auguriamo di riuscire poi ad incassare questi soldi e/o opere anche se, almeno noi , abbiamo seri dubbi sul fatto che ciò avverrà.

Enzo Rubbiani – presidente del Comitato NO ALLE CAVE

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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