Modena, una provincia ricca di comitati popolari
Su tutta l’estensione della provincia, dalla bassa agli appennini passando per la città di Modena, possiamo contare progetti di piccole e grandi opere tutte volte a devastare il territorio: il deposito di gas di Rivara, la costruzione della centrale di biomasse e la pedemontana nella bassa modenese, l’inceneritore e distruzione di parchi all’interno della città di Modena, la costruzione di una pista a Marzaglia, per dare risalto alla Motor valley, il piano cave che vedrà l’ampliamento delle cave già esistenti ai piedi delle colline, con la costruzione dei due frantoi più grandi d’europa, la privatizzazione dell’acqua in favore di Hera, l’ente con forte partecipazione di elementi del PD, per arrivare in fine alle voci sempre più insistenti che gli appennini modenesi potrebbero ospitare rifiuti radiottivi.
Per sentirsi la coscenza aposto, il PD, il partito che in provincia comanda fin dal dopo guerra, ha messo in campo quella che chiama la politica della green economy, una politica volta alla salvaguardia del territorio, una contraddizione non sembra?
A contrastare questi scempi e la loro realizzazione, in provincia di Modena sono sorti numerosi comitati popolari che da anni portano avanti battaglie su tutto il territorio ottenendo anche risultati importanti, bloccando opere e costringendo i poteri forti della provincia a fare passi indietro.
Comitati contro e con la parola NO sempre ben evidenziata, perchè il tentativo di trovare una soluzione condivisa non viene contemplata dalla governance modenese e l’unica soluzione è quella di bloccare queste opere mettendosi in gioco in prima persone, come molti cittadini hanno deciso di fare
NO alle cave, NO al deposito del gas, NO la cementificazione della città di Modena, NO alla privatizzazione dell’acqua, NO alla realizzazione di una centrale di biomasse, NO alla pedemontana, No all’inceneritore, NO al nucleare
Riportiamo, attraverso il racconto di due testate locali modenesi, i report delle recenti manifestazioni del comitato contro la privatizzazione dell’acqua a Pievepelago e del comitato sorto per contrastare la realizzazione di una centrale di biomasse, manifestazioni che hanno visto centinaia di persone scendere in piazza.
Dall’informazione di Modena
In 150 alla marcia di sabato pomeriggio promossa dai comitati
Un corteo vivacemente chiassoso quello che si è tenuto sabato a Pievepelago.
Circa 150 cittadini che hanno sfilato lungo le vie del centro con i bambini al seguito. La manifestazione si è concentrata sotto le finestre del Municipio per chiedere pubblicamente al Consiglio Comunale (che si riunirà mercoledì mattina) di non votare il bilancio 2011 che sancirà il passaggio del servizio idrico a Hera. La manifestazione, organizzata dal Comitato locale “La Fontana”, è stata convocata per affermare la necessità che l’Amministrazione rivedesse i propri piani di cessione del servizio idrico ad Hera e iniziasse invece un percorso di confronto con i cittadini per arrivare a una proposta di gestione “in house” . «Ma le promesse fatte dal sindaco Corrado Ferroni – afferma Lidia Castagnoli del Comitato acqua pubblica – sono state clamorosamente disattese.
Se fino a due settimane fa Ferroni aveva dichiarato la sua disponibilità ad approvare il bilancio aspettando però l’esito del referendum prima di attuare operativamente il passaggio ad Hera, oggi ha dichiarato di aver deciso, con il suo gruppo di maggioranza e con la Giunta, di procedere ufficialmente a tale passaggio con l’approvazione di un bilancio che non vedrà più il computo delle voci di costi e ricavi relative alla gestione del servizio idrico, perchè cedute a tutti gli effetti ad Hera».
«È questo – prosegue Lidia Castagnoli – il risultato del deludente incontro ottenuto a fine manifestazione su richiesta del rappresentante del Comitato La Fontana, Alberto Bernardi.
Durante tale incontro, che ha visto il Comitato consegnare ufficialmente al sindaco una formale richiesta di ulteriori verifiche prima di procedere al passaggio, il sindaco ha infatti preferito usare il delicato tema della gestione dell’acqua per uno scontro di ordine meramente politico, rifiutando quindi la proposta dei Comitati di attendere il referendum e nel frattempo sedersi ad un tavolo di lavoro per trovare una soluzione condivisa di gestione “in house” alternativa a quella predisposta da Ato, che risulterebbe – a detta degli autori-“antieconomica”.
Dispiace davvero molto che l’amministrazione di un paese come Pievepelago, che è stato un’avanguardia per la difesa del Bene Comune Acqua dall’ingerenza di società private, abbia disatteso in modo così clamoroso la richiesta di moratoria sul passaggio alla gestione operativa di Hera.
E per questo il Comitato Modenese assicura il proprio sostegno al Comitato La Fontana affinché si proceda comunque ad uno studio di fattibilità sulla gestione “in house” nei territori di montagna che metta al riparo l’acqua dalla gestione di grandi società private, tanto più se quotate in borsa».
Dalla Gazzetta di Modena
Corteo per dire no alla centrale I bambini in prima fila a Massa
A Finale duecento persone con gli striscioni hanno sfilato in paese. Il corteo è stato aperto dai bambini mentre sono stati esposti alcuni striscioni contro la riconversione dell’ex zuccherificio, considerata inquinante, poco economica e che non tutela l’agricoltura.
Circa 200 persone hanno partecipato, a Massa, alla fiaccolata anti-centrale a biomasse, organizzata dall’associazione Bassa Così. Il corteo è stato aperto dai bambini mentre sono stati esposti alcuni striscioni contro la riconversione dell’ex zuccherificio, considerata inquinante, poco economica e che non tutela l’agricoltura.
Niente bandiere politiche (anche se qualche politico ha partecipato in abiti civili), solo la volontà di continuare ad informare i cittadini su un progetto ritenuto deleterio per il territorio. Intorno alla fiaccolata organizzata da Bassa Così si sono lentamente radunate circa 200 persone, diverse legate a movimenti e comitati ambientalisti e dell’associazionismo locale, ma tante altre slegate dal mondo associativo e scese in piazza per testimoniare la propria opposizione ad un piano “insostenibile”.
Il corteo, sempre sotto osservazione da parte della polizia municipale, si è radunato davanti al centro civico della frazione e poi ha percorso alcuni giri dimostrativi senza creare alcun problema al traffico.
Poi tutti gli intervenuti sono stati invitati da Bassa Così (che ha già raccolto oltre 1000 firme) al teatro Verdi dove l’informazione ha coinciso con un aperitivo a base di gnocco e salumi.
Un buffet in cui si è “infiltrato” anche qualche buongustaio, non presente alla fiaccolata: poteri del cibo gratuito. Il tutto in attesa della commedia teatrale del Gad (gruppo autonomo discarica di Casumaro) che ha portato in scena “Mare nero”, spettacolo incentrato sui temi della salute, dell’ambiente e con peculiari riflessioni sulla situazione del territorio finalese.
«Ringraziamo tutti gli intervenuti – ha detto il presidente Marco Sgarbi dal palco – anche per l’opera di sensibilizzazione che stanno facendo. Non vogliamo che diminuisca l’attenzione verso il progetto di Italia Zuccheri visto che l’amministratore delegato ha dichiarato che la centrale sorgerà entro il 2014. Perciò la nostra opera informativa continuerà in maniera serrata».
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