Pronti a un lungo inverno?
L’assoluto, la cosiddetta certezza matematica, non trova in nessun luogo una base solida nel calcolo della guerra. [Karl Von Clausewitz]
Che il conflitto in campo non sia tra movimento notav e truppaglia di occupazione è un dato di fatto. Semmai tra le due forze in campo c’è una battaglia sulla strategia per portare avanti gli interessi che ognuno difende.
Se gli interessi che tutela il movimento notav sono sacrosanti e si arricchiscono giorno dopo giorno di ragioni, per chi sta a difesa del fortino, in tutte le sue declinazioni di appartenenza ,siccome di mestiere fa la guardia di qualcosa, è ora di dire chiaramente chi e cosa difende.
Se per qualcuno è lo Stato il baluardo da difendere ,con tutta l’acqua che fa una barca in affondamento continuo, nei fatti le forze dell’ordine insieme alle reti della Maddalena legittimano sempre di più gli interessi della casta.
Potranno dire diversamente, potranno parlare di legalità, di democrazia bla bla…eppure non è così. La situazione di Chiomonte è un qualcosa di veramente particolare perché l’apparato di difesa di un cantiere che non c’è ha sostituito di fatto qualsiasi ruolo della politica. Lo stato in Valle di Susa è rappresentato dai manganelli della polizia e dai gas mischiati al cianuro in dotazione in quantità. Poi ci dicano altro, ma la verità è questa. Anche perché i politici che intervengono sul Tav riescono a blaterare solamente frasi come: ” Se volete parlare della Val di Susa, ne parliamo. Comunque la Tav la faremo“(Matteoli). “E poi la Tav si farà e si finirà, troveremo le risorse. E’ vero che c’é la crisi e si fa fatica a trovare le risorse, ma quando si parte poi ci si arrangia, le risorse si reperiscono“(Cota). “Possiamo discutere di come fare la Tav, ma discutere se farla o no non ha più senso”(Fassino).
Quindi lo stato rappresentato in Valle dietro quelle reti è quello, quello dei politici che badano alla propria “cadrega”, allo stipendio e alla pensione (loro!). Preso atto di questo, c’era da aspettarsi, guardando le fiction in tv, che i rappresentanti delle forze dell’ordine chiedessero ad alta voce di andare via in fretta da Chiomonte, che si accorgessero di essere schierati a difesa di un non cantiere e che lasciassero la casta da sola a dividersi i soldi del denaro pubblico (i pompieri lo hanno capito bene...).
E invece no, ecco che dopo aver reso pubblici i costi dell’apparato a difesa del fortino (90.000 euro al giorno), i rappresentati sindacali piangono di fronte all’ultima ruota del carro, Stefano Esposito, chiedendo più mezzi per rimanere a Chiomonte. Più mezzi contro i notav (palle di gomma, teser ecc…) e più fondi per le truppe.
Eppure siamo a settembre e il clima sta già andando verso la rigidità degli autunni di montagna, figuriamoci verso l’inverno. Non basteranno i bidoni dei notav, con i quali oggi gli agenti fanno la griglia per scaldarsi, né tantomeno gli stracci usati come gazebo(foto 1), e nemmeno le griglie dei parabrezza dei mezzi usate per cucinare(foto 2). Per resistere al lungo inverno non serve Esposito e i suoi piani, serve dignità (le foto dimostrano come ce ne sia poca) e molta motivazione.
Sicuri di averne a sufficienza?
Plus (+’) Militant
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