Riflessioni sull’isteria ‘Si Tav’ nel caldo della lotta alla Maddalena
Si tratta, al contrario, delle vite, dei bisogni, delle possibilità, del futuro, dello spazio, della salute e della dignità di persone in carne ed ossa. Persone che abitano la Val di Susa, ma anche persone che forse quella valle non la vedranno mai, ma che – da tempo – hanno capito che lassù si gioca una partita sul senso stesso dello stare al mondo, ovvero si decide cosa sia possibile e desiderabile farne del mondo stesso. Il no alla Tav non è soltanto il rifiuto di un’opera devastante e inutile, ma è anche un “si”. Un vigoroso e convinto “si” alla possibilità di decidere insieme cosa fare del mondo che abbiamo in comune. É un “si” alla possibilità che uomini e donne non subiscano decisioni prese sulle loro teste per interessi parziali e criminali, ma decidano loro stessi/e che fare delle proprie vite. É la convinzione che l’esperienza di chi vive le cose, conosce attraverso il corpo e l’azione, costituisca un sapere ben più legittimo delle tabelle di un funzionario che, nella migliore delle ipotesi, è ottuso e cieco e, nella peggiore, agisce in cattiva fede. É il rifiuto della presunzione di chi ritiene sempre di poter insegnare qualcosa. É un “si” che assomiglia a quello che ha deciso che l’acqua appartiene a tutti. É un “si” che dice che la Val di Susa è di tutti, tranne che di coloro che vogliono devastarla, depauperarla e desertificarla per gli interessi di pochi.
Dire no alla tav, non significa avere un’opinione sulla tav. Significa conoscere una verità che, pertanto, non è contrattabile. Gli abitanti della valle non si limitano a pensare che la tav sia inutile e dannosa, ma – ben più nitidamente – lo sanno. Per convincerli del contrario bisognerebbe riuscire a ingannarli e ritenere di poterlo fare con facilità significa giudicarli sciocchi. Questa presunzione è intollerabile. É la presunzione di coloro che pretendono di dirti qualcosa del tipo: “tu pensi che sia meglio così, ma – in realtà – non puoi saperlo, lascia che sia io a dirti cosa è bene per te!”. É lo schema di ogni fregatura che sta in piedi non grazie a una logica, ma soltanto con il ricorso alla forza, all’imposizione. Se infatti vi si risponde con un sincero e convinto: “no grazie, so ben che farne delle mie ossa”, ci si troverà presto di fronte qualcuno che cercherà di spezzarle! Bizzarra reazione di quanti spendono tante parole per celebrare le proprie convinzioni democratiche e che mai e poi mai possono tollerare un sano e convinto: NO TAV!!
Laboratorio Sguardi sui Generis – sguardisuigeneris.blogspot.com
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