Roma: per l’acqua pubblica, i beni comuni e contro la guerra
Tre Si’ per il refrendum, un grosso No alla Guerra
Dal palco: “le nostre rivoluzioni non hanno bisogno delle vostre bombe!”
E’ partito poco prima delle 15 dalla stazione Termini il corteo per l’acqua pubblica diretto a piazza San Giovanni. Alla testa uno striscione con su scritto: “Due sì per l’acqua bene comune”. Una mobilitazione a sostegno del referendum che il 12 e 13 giugno chiamerà gli italiani ad esprimersi sulla privatizzazione dell’acqua e sul nucleare nel nostro paese. Ma anche una prima grossa occasione pubblica per denunciare politicamente l’inaccettabile intervento militare italiano (leggi: guerra) nella crisi libica.
A mezzora della partenza si evidenzia quindi la trasversalità di composizione che attraversa la giornata romana. Una presenza più istituzionale e formale, in testa al corteo, politicamente trasversale anche a livello di figure presenti, con sindaci di centrodestra e centrosinistra “fermamente contrari alla privatizzazione dell’acqua”.
E a seguire la massa composita di un corteo che sente la necessità di prendere parola contro l’ennesimo intervento “umanitario” armato, un’inromissione euro-americana che inquina e detourna – in peggio – l’andamento della primavera araba che vede oggi un appoggio molto chiaro quanto interessato dell’Occidente, in primis della potenza americana in declino (vedi oggi:Siria) cui non sembra vero di poter metter nuovamente le mani sull’ostico medio-oriente (oggi con la scusa di “appoggiare sollevazioni popolari).
La manifestazione romana sembra comunque tenere bene insieme i due corni del problema, la traduzione pubblica di un discorso necessariamente comune: la difesa dell’acqua come ‘bene comune’, l’opposizione al nucleare e alla guerra come altrettanti capitoli di un’unica e più generale battaglia contro un modello non più sostenibile, produttore di morte e impoverimento complessivo.
Qui sotto, una prima diretta dalla piazza romana con Francesco, del comitato di lotta popolare contro l’alta velocità:
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A fine corteo, mentre ancora sfla una lunga coda, iniziano gli interventi dal palco di piazza San Giovanni. Il più importante, quello di un attivista egiziano che prende parola contro la guerra in Libia e dice “le nostre rivoluzioni non hanno bisogno delle vostre bombe!”
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