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Sayonara nucleare. In migliaia manifestano in Giappone e in Europa

A due anni di distanza rimangono ancora impresse nella mente dei cittadini e delle cittadine giapponesi quelle giornate di terrore che l’incidente nucleare nella centrale di Fukushima produsse. A dimostrazione di ciò, ieri in Giappone e in Europa, hanno manifestato decine di migliaia di persone che sono scese in strada per chiedere la chiusura immediata di tutte le centrali e i suoi reattori, per un addio definitivo al nucleare.

A Tokyo i manifestanti si sono diretti verso il parlamento, attraversando i quartieri dei ministeri, per chiedere al primo ministro lo smantellamento di tutte le centrali nucleari del Paese. Decine di migliaia di persone anche a Parigi e a Grohnde (Germania). I primi hanno protestato davanti alla sede del colosso francese del nucleare, mentre in Germania, un’altra manifestazione è terminata davanti alla centrale nucleare di Grohnde per chiederne l’immediata chiusura e a la fine della politica economica nucleare.

Ancora una volta, in concomitanza con l’incidente di Fukushima, il primo più grave dopo la catastrofe di Chernobyl, migliaia di persone ribadiscono il rifiuto al nucleare, e tra annunci di chiusure di reattori nucleari e successive riaperture, un dato rimane rilevante e che di può intravedere dalla petizione popolare condotta in Giappone per la chiusura delle centrali: 8 milioni di giapponesi dicono no all’energia nucleare e a dimostrarlo ancor di più sono state le numerose manifestazioni che ieri si sono svolte in tutto il Paese nipponico.

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