Svezia. La popolazione si ribella alla costruzione di una miniera
Da oltre un mese, nel nord della Svezia, la popolazione locale si sta opponendo attivamente alla costruzione di una miniera di ferro. Una lotta contro la devastazione del territorio e contro un progetto che vuole la costruzione di miniere a scapito della popolazione, devastando le foreste incontaminate che vi sono nella zona. A voler attuare l’ennesima speculazione nella piccola città di Jokkmokk nell’estremo nord della Svezia, è la società britannica Beowulf prevede di aprire la miniera di ferro in un sito chiamato Kallak.
Il piano di stabilire una miniera nel sito ha da anni incontrato la resistenza da parte degli indigeni Sami (che vivono prevalentemente di pastorizia in quella zona) e degli abitanti locali. Dall’inizio del mese si è dato il via ad un campeggio, proprio nella zona dove dove dovrà sorgere la miniera. Quotidianamente gli attivisti ergono barricate, puntualmente sgomberate dalle forze dell’ordine.
Nella giornata di ieri il governo di Stoccolma però ha deciso di utilizzare il pugno duro, sgomberando così il presidio che sin dalle prime ore dell’alba si era organizzato nella zona, facendosi trovare pronti all’arrivo della polizia. Ieri infatti è stato fissato l’inizio effettivo dei lavori per la miniera. Alcuni attivisti sono saliti sugli alberi nell’area interessata dalle esplosioni, resistendo per alcune ore, mentre almeno due persone, tra cui un italiano, sono in stato di fermo. Intanto la popolazione locale e i solidali con la lotta contro la costruzione della miniera non sembrano arrendersi e continuano a resistere e a gridare ‘No Kallak Iron Deposit!’.
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