InfoAut
Immagine di copertina per il post

Valsusa territorio di guerra per gli alpini. Ciro telefona a mammà

E’ un articolo significativo perchè sebbene il nome del militare possa sembrare di fantasia, il contenuto è sicuramente vero e denota lo spirito con cui gli alpini ( e probabilmnete anche le forze dell’ordine) affrontano il loro servizio armato in Val di Susa. Uno spirito di guerra, visto che si parla di missione vera e propria, tant’è che il militare chiama a casa per tranquillizzare la famiglia proprio come avviene normalmente con gli altri commilitoni di servizio a Kabul.

Abbiamo iniziato a chiamare Chiomonte, Kiomontistan quando prese servizio la Brigata Taurinense all’interno del cantiere molto tempo fa (luglio 2011), ed evidentemente avevamo ragione. La Valsusa si configura così sempre di più come Ultima Frontiera per lo stato e i militari, terra d’occupazione, militarizzata al pari delle missioni a cui sono chiamati nel Mondo. E al pari di quei territori in cui esiste una guerra vera e propria , anche qui, in una Valle del Piemonte, gli occupanti devono fare attenzione alla Resistenza di un popolo che non si arrende.

A voi la lettura, sotto l’articolo copiaincollato e qui in allegato il pdf ( Io nel blindato) visto che l’articolo al link originale (qui) è scomparso

«Io nel blindato, assediato dai No Tav»

Il racconto di Ciro Esposito, giovane soldato dell’esercito, nativo di Grottolella: coinvolto negli scontri di venerdì sera in Val di Susa

– Ciro Esposito, giovane soldato dell’esercito, nativo di Grottolella, venerdì sera si trovava in Val di Susa, di guardia al cantiere dell’Alta Velocità preso d’assalto da un gruppo di No Tav incappucciati e armati di bombe carta e sampietrini. «Erano molto ben organizzati – ci racconta -; non è stato facile rimanere freddi. Ma gli ordini erano di non reagire alle provocazioni».

E’ dalla sua viva voce che ascoltiamo il racconto dell’incursione, dell’altra sera (ecco una veloce sintesi del fatto: erano le 20 quando un centinaio di attivisti del movimento No Tav ha preso d’assalto il cantiere della Torino-Lione a Chiomonte; un piccolo gruppo ha tagliato la recinzione ed è riuscito a penetrare nell’area presieduta dalle forze dell’ordine – oltre all’esercito ci sono anche polizia, finanza, carabinieri, cacciatori di Sardegna e forestale -; i dimostranti hanno tentato di incendiare alcuni mezzi operativi, ma sono stati messi in fuga. Da indagini delle ore successive sono scattati fermi e denunce).

Ma a noi interessa di più il nostro soldato irpino coinvolto negli scontri. Ha già avuto modo di parlare ieri mattina con i suoi familiari che si trovano a Grottolella e di tranquillizzarli. Lui fino a giugno rimarrà in servizio al Nord: «E’ dal 15 dicembre che siamo a guardia del cantiere dell’Alta Velocità. E la situazione qui non è per niente tranquilla. Il cantiere si estende per sette ettari, al confine con la Francia: è in veloce espansione e tanta gente non è contenta».

Cosa è successo venerdì? «Con i commilitoni del mio reparto abbiamo preso servizio nel primo pomeriggio e tutto è andato liscio fino alla sera. Alle 19:50 c’è stato un black out e siamo rimasti tutti al buio. Si sono spenti anche i potenti fari che illuminano il perimetro recintato del cantiere».

E’ stato un sabotaggio? «Questo non è stato ancora stabilito. Di certo è che era tutto buio. Nel giro di 20 minuti i manifestanti No Tav ci hanno circondati, lungo tutto il perimetro reticolato. Hanno iniziato a lanciare petardi e bombe di quelle che si usano a Capodanno, e le lanciavano ad altezza uomo».

Hanno colpito qualcuno dei vostri? «Per fortuna solo un poliziotto è rimasto leggermente ferito, ad una gamba, perché vicino ai piedi gli era esploso uno di quei grossi petardi». E poi cos’è successo? «Il lancio dei petardi era un diversivo. Alcuni di loro nel frattempo hanno iniziato a tagliare le reti metalliche della recinzione. Un gruppetto di loro l’ha bucata proprio in corrispondenza del blindato dove mi trovavo io».

Cosa hanno fatto poi? «Una decina di loro è entrata ed ha iniziato a devastare tutto quello che si trovava di fronte. Hanno distrutto una torretta-faro che illuminava il perimetro. E intanto ci arrivavano addosso decine e decine di sampietrini». Voi che ordini avevate? Potevate reagire all’aggressione? «No. L’ordine era di mantenere la posizione finché fosse stato possibile. Ma senza reagire. Eravamo armati, ma anche nel caso le cose si fossero messe per il peggio, dovevamo arretrare. Solo dai finanzieri è partito qualche lacrimogeno. Noi ci siamo chiusi nel blindato e abbiamo aspettato i rinforzi. Quando sono arrivati, i No Tav sono scappati».

Tu come hai vissuto quei momenti? Hai avuto paura? «Di certo non è stata una bella esperienza. Non è stato facile perché ci hanno attaccato da più punti contemporaneamente. Ed erano molto organizzati». La fase più acuta degli scontri con i No Tav c’è stata a luglio, quando tra le forze dell’ordine si registrarono 189 feriti (di cui solo 5 tra l’esercito). Grottolella può essere fiera del suo soldato.

Articolo di

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

alpinichiomontevalsua

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: Extinction Rebellion scarica 30 tavoli davanti alla Regione Piemonte. “Tutte le occasioni mancate”

Nei giorni conclusivi della conferenza sui cambiamenti climatici che si tiene a Belém, il movimento denuncia gli impegni disattesi da Governo e Regione

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

San Giuliano: Telt prende possesso delle case, ma la valle non si arrende

Ieri mattina Telt è entrata ufficialmente in possesso delle abitazioni di San Giuliano di Susa che verranno abbattute per far spazio al cantiere della stazione internazionale del Tav Torino-Lione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Confluenza: 22 e 23 novembre insieme nel Mugello per la difesa dell’Appennino

Mentre a livello globale e nazionale l’aggressione estrattivista dei territori si fa sempre maggiore, in Italia continua il percorso di Confluenza, affiancata dalla coalizione TESS.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Brasile. La Marcia Mondiale per il Clima riunisce 70.000 persone a Belém e chiede giustizia climatica: «Noi siamo la risposta»

Un incontro storico dà voce ai popoli che non sono stati ascoltati negli spazi ufficiali della COP30.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: gli indigeni dell’Amazzonia si invitano al vertice sul clima

Gli indigeni della tribù Kayapó, sostenuti da centinaia di manifestanti, hanno organizzato un’azione di protesta all’interno della “zona verde” della COP30.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Sud unito contro il ponte. Vogliamo casa, lavoro, ambiente e sanità

La mobilitazione contro il ponte sullo Stretto è, oggi, uno spazio politico cruciale per la resistenza e il riscatto del Sud.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

III e IV giorno dell’Incontro Internazionale delle Comunità Danneggiate dalle Dighe, dalla Crisi Climatica e dai Sistemi Energetici

Sotto il sole amazzonico, un gruppo composto da militanti di 45 paesi ha intrapreso questa domenica (9/11) una traversata simbolica attraverso le acque della Baía do Guajará, a Belém (PA).

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Mineria responsable? Cuento miserable!

Con una compagna del Frente Nacional Antiminero parliamo di estrattivismo in Ecuador.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: Cosa aspettarsi dal vertice mondiale sui cambiamenti climatici

Con il ritiro degli Stati Uniti e la cautela della Cina, la conferenza in Brasile metterà alla prova la capacità del mondo di rispettare l’Accordo di Parigi e gli obiettivi finanziari

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La marcia No Tav invade i cantieri

Volevamo una grande manifestazione No Tav, e come sempre la realtà ha superato ogni aspettativa!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TAV, Anno Zero: l’inizio della fine della Torino-Lione

L’Anno Zero non esiste. Nel nostro tempo, che segue il calendario gregoriano, si passa direttamente dall’anno 1 a.C. all’anno 1 d.C. Nel fantastico mondo della Torino Lione invece il tempo ha un significato astratto. Ogni anno è l’Anno Zero, in un eterno gioco dell’oca dove si ritorna sempre al punto di partenza. da notav.info Giovedì […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Buon 8 dicembre No Tav! (Video)

Riceviamo e pubblichiamo. da notav.info Contro ogni devastazione, contro politiche corrotte e incapaci di guardare ai bisogni delle persone e dell’ambiente, a fianco dei popoli in lotta e per chi si trova privato della libertà per aver difeso la sua valle! Avanti No Tav!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Salvini: i ministri passano, i No Tav restano

Oggi, nel giorno previsto per la visita di Salvini al cantiere di Chiomonte, i No Tav si sono dati appuntamento per contestare la presenza del ministro all’inaugurazione del tunnel di base e il passaggio di testimone alle ditte appaltatrici.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No Tav: siamo la montagna che si difende… da 18 anni!

Si è conclusa ieri la tre giorni No Tav in occasione dell’8 dicembre di quest’anno. Un anno che ha visto un’accelerazione da parte di chi devasta la montagna e di chi reprime chi la difende in particolare in questi ultimi mesi.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No Tav: in migliaia in marcia verso i cantieri della devastazione

Il Movimento No Tav c’è ed è forte, e la passeggiata ai fortini della devastazione di oggi lo ha dimostrato.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

I folletti della Clarea fanno visita al cantiere TAV di Chiomonte

I folletti della Clarea hanno nuovamente fatto visita al cantiere della Maddalena abbattendo le reti milionarie del fortino inutile e dannoso e spalancandone le porte!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Cantiere Tav: un buco nero di dispersione idrica

La denuncia rispetto all’enorme spreco di acqua all’interno del cantiere del tav era giunta con una serie di dati significativi già qualche mese fa da parte del Comitato Acqua Pubblica Torino e dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, proprio in occasione dell’allagamento del tunnel a Chiomonte, causato da un guasto durante i lavori per […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Rimini invasa dagli alpini, le compagne denunciano

A Rimini si sta svolgendo la 93a adunata nazionale degli alpini che ha portato in città circa 400.000 persone di cui molti maschi: Non una di meno Rimini denuncia l’aumento esponenziale di molestie in città, la mancanza di sicurezza per donne e soggettività lgbtiq, in particolare per chi lavora in alberghi, bar, ristoranti, settore di […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Aumentano i costi per la realizzazione del Tav

É notizia di ieri che Telt si trovi messo alle strette dalle aziende francesi che chiedono la garanzia di rientrare negli extra costi previsti per i lavori del Tav a causa dell’aumento dei prezzi sull’energia, un aumento sicuramente derivante dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina ma che affonda le radici in precedenza. Infatti, […]