Sabato scorso si è tenuta a Susa una manifestazione No Tav. Manifestazione espressamente organizzata contro SITAF e TELT, sostenitrici entrambe di una grande opera ormai ampiamente corrosa (già prima di nascere) da un cancro chiamato mafia.
Le inondazioni nel Rio Grande do Sul, una delle zone più ricche e potenti del Brasile, hanno provocato 163 morti, più di 80 persone disperse e 640.000 persone costrette a lasciare le proprie case.
Ben 6.000 oppositori dell’A69 sfidano il divieto di manifestare e si uniscono nella rivolta contro i progetti autostradali.
Che le grandi opere siano terreno fertile per le mafie non è una sorpresa. L’enorme scritta che ormai da 15 anni compare sul fianco del Musinè “TAV= MAFIA”, ne è una testimonianza concreta.
Macchine incendiate nel cantiere della A69, un bacino scoperchiato nella Vienne
Sabato, più di 2.000 persone hanno manifestato da Gennevilliers a L’Île-Saint-Denis per mostrare la loro opposizione a un gigantesco magazzino sulle rive della Senna e all’espansione senza fine dei magazzini logistici
Tra il 15 e il 21 dicembre 2021, il popolo del Chubut abrogò la Legge di Zonificazione Mineraria che era stata approvata sei giorni prima, senza consultazioni, dai deputati provinciali.
Due donne, già negli anni, attendono i soccorsi alle intemperie, sopra il tetto della vecchia casa familiare, in un villaggio del Rio Grande do Sul.
Utilizzando milioni di dollari, la Fondazione Bill & Melinda Gates sta aggirando e plasmando le politiche agricole internazionali. I grandi vincitori di questo gioco antidemocratico sono le aziende agro-industriali.
Il conflitto per il territorio degli Shuar, causato dagli interessi minerari, va avanti da più di 20 anni. Ma questa volta è diverso, sembra essere l’ultima battaglia.