InfoAut
Immagine di copertina per il post

108 metri: una regola per calcolare il mondo sulla nostra fatica

||||

 

Dovevo scrivere la mia storia, la storia della working class in cui ero nato. Dovevo farla circolare, perché diventasse una minuta proteina di quel codice che avrebbe rotto le catene della sopraffazione. E sapevo anche un’altra cosa. Che se non fossi andato per il mondo, non avrei capito niente della mia storia, della storia della mia parte.”

 

“108 metri” di Alberto Prunetti è un romanzo operaio contemporaneo. «Questo qui è un mestiere che può fare anche una scimmia, quindi lo puoi fare anche tu – Perso il ritmo»

{youtube}up1H2y4xNbM{/youtube}

Visto, letto, sentito? Alt. Nulla di troppo impegnativo. Non è una storia dell’oggettiva alienazione della condizione operaia. “Un romanzo triste”. Come ebbe a dire Calvino di Tempi Stretti di Ottiero Ottieri, saggio della cosiddetta letteratura industriale italiana di fine anni ‘50.

“108 metri” è una storia beffarda che prima di tutto odia il lavoro perché non crede al lavoro. Il suo sortilegio le sue fantasmagorie, non le deve demistificare, prova a domarle e a schernirle. Come si doma un incubo… addentrandosi nei labirinti del sogno inseguendo una peculiare strategia di stordimento. Lì appare Cthulhu… ma c’è sempre modo di sfuggire ai suoi tentacoli, almeno in parte. Se l’incubo non finisce, si affronta. Si sbeffeggia il lavoro. Altri mostri verranno, creature bizzarre ma compagne perché condividono il nostro inferno… “scesi nei sotterranei, nei piani bassi del mall”.

chtulhu

La storia è di emigrazione. C’è sempre uno sradicamento che sfuma nel tradimento in ogni nuova vicenda proletaria. È la dismissione di una vecchia armatura. È la traiettoria di un’endogenità che segue i suoi valori per andare a una nuova guerra sul lavoro prestato in cui c’è sempre una partita da giocare sull’economia, l’astuzia e l’inganno. Un giovane figlio di operaio dell’Altoforno di Piombino finisce l’università. Il pezzo di carta non gli serve a molto. Si era battuto per studiare, rifiutando il destino all’apparenza protetto che portava in acciaieria. Siamo lontani da Jude Fawley e da Martin Eden. Non c’è nessuna mistica sapienziale e il raccoglimento intellettuale non prelude ad alcun volo prometeico per l’umile. La sentenza che condanna all’esclusione non descrive una tragedia e anzi svanisce nella norma. Si scende in basso, anche se l’aereo del giovane neolaureato sale verso la terra di Albione. Una chance. Nel retro delle pizzerie, al lavoro nelle pulizie dei bagni a Bristol, in una mensa scolastica nel Dorset, fino a una pizzeria di turchi che si fingono napoletani. Ma c’è sempre un ritorno. Quello che annuncia anche una nuova epica possibile. Nuove armature…

“108 metri” è una storia situata in una parte precisa ma dispersa. A farla da padrone non è il tema depressivo del lavoro frammentato. Il mondo crepuscolare che ci si lascia alle spalle è solo l’inizio di un’altro universo che pure bisogna attraversare senza guardarsi troppo alle spalle, certo, ma senza nemmeno smarrire un’irrispettosa ostilità per i propri nemici e rinnovando un sodalizio di parte con nuovi compagni. Attraversare un nuovo campo di battaglia per ritrovare lo stesso confine, per descrivere i caratteri eccentrici e furiosi di questa parte di umanità in cui si moltiplicano le parentele. Ciurme di compagni di fatica, pirati ammutinati del lavoro in cui compare Long John Silver o bande stupefacenti e scalcagnate à la Trainspotting.

Long John Silver

“108 metri” completa “Amianto”, la storia dell’acciaieria e del suo lavoro che uccide. Ne raccoglie allora il testimone perché a dominare la scena è comunque un’invarianza astorica che si muove su una linea di classe riassunta nei dieci comandamenti consegnati in eredità al giovane protagonista:

So’ regole che valgono in qualsiasi cantiere, anche se vai a lavorà all’estero oppure se usi il geodolide invece che la saldatrice. Semplici. Dai una mano ai tu’ soci. Sciopera. Non lecca’ il culo al capo. Non fa’ il crumiro. Non infierì se ti tocca menà. Non prendertela troppo co’ i pisani, so’ umani anche loro. Diffida dei quattrinai. Se uno studiato ti chiama signore, mettiti col culo al muro. Più una o due massime che ora ‘un mi ricordo. Regole universali. Che valgono ovunque ci sia la classe operaia. In tutto il mondo. Uno che è andato in una piattaforma offshore in Scozia mi ha detto che le usano anche nel mare del Nord. Son le stesse, paro paro”.

L’ironia irriverente è il motivo di questa storia di working class novel che non può più misurare le distanze sui 108 metri dei binari prodotti in un’altoforno ormai spento ma resta in cerca di una regola per calcolare la realtà sulla nostra fatica.

16 badass photos of margaret thatcher

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

libriPRUNETTI

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Leggere la Cina è capire il mondo

Non è semplice, in un periodo di attacco agli atenei e al pensiero non mainstream, trovare studi sulla Cina sottratti al paradigma “noi e loro”.

Immagine di copertina per il post
Culture

«Banditi» per necessità ovvero la Resistenza così come fu

«Una nuova retorica patriottarda o pseudo-liberale non venga ad esaltare la formazione dei purissimi eroi: siamo quel che siamo: […] gli uomini sono uomini»

Immagine di copertina per il post
Culture

Combattere per poter combattere. Storia del pugilato femminile

Nel mondo sportivo attuale la differenza tra ambito maschile e ambito femminile è ancora accentuata sotto molti punti di vista.

Immagine di copertina per il post
Culture

Blackout Fest 2025!

Dal 13 al 15 Giugno a Manituana (Torino)
Torna la festa dell’unica radio libera dell’etere torinese, qui il programma da Radio Blackout.

Immagine di copertina per il post
Culture

L’Eternauta: neve letale su Javier Milei

C’era molta attesa per l’uscita della serie Netflix tratta da L’Eternauta, il capolavoro del fumetto di fantascienza scritto da Héctor Oesterheld, disegnato da Francisco Solano López, e pubblicato sul periodico argentino Hora Cero Suplemento Semanal dal 1957 al 1959, poi ristampato nel 1961 su testata omonima.

Immagine di copertina per il post
Culture

Alcune riflessioni sulla natura e sulla guerra dei contadini tedeschi

Nel 1525 gran parte dell’Europa centrale è stata infiammata da una rivolta sociale: i contadini si sollevarono contro coloro che governavano le loro vite.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il nuovo Papa: perché chiamarsi Leone?

Son stati scritti fiumi di parole sull’esito inatteso del conclave e anche sulla ripresa di un nome desueto da oltre un secolo Leone, dicendo troppe banalità.

Immagine di copertina per il post
Culture

L’Eternauta

Fu durante le feste di Natale del ’77 che mio padre, due miei zii e un loro amico si misero d’accordo per vedersi tutti i sabati di gennaio, dopo cena, per giocare a poker.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il gruppo rap nordirlandese Kneecap è indagato dall’antiterrorismo inglese per il sostegno alla Palestina

In Irlanda del Nord i Kneecap, gruppo rap di Belfast, sono indagati dall’antiterrorismo britannico per il loro sostegno alla Palestina. Tutto è iniziato quando il trio hip-hop nordirlandese si è esibito sul palco del Coachella, festival annuale seguitissimo negli Stati Uniti. “Israel is committing genocide against the Palestinian people… It is being enabled by the […]

Immagine di copertina per il post
Culture

György Lukács, un’eresia ortodossa / 4 – Il partito e la dialettica marxiana

Il terzo paragrafo del breve saggio è dedicato alla questione del partito e alla sua funzione direttiva nel processo rivoluzionario, qui Lukács offre la più chiara e nitida esposizione della teoria leniniana del partito che il movimento comunista abbia mai elaborato. di Emilio Quadrelli, da Carmilla Ma proprio detta esposizione sarà oggetto di non poche […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Immagini di classe. Produzione artistica, operaismo, autonomia e femminismo

Jacopo Galimberti, Immagini di classe. Operaismo, Autonomia e produzione artistica, DeriveApprodi, Bologna 2023

Immagine di copertina per il post
Culture

“Macerie”, il romanzo-denuncia della scrittrice Miriam Marino

E’ uscito, con un nuovo aggiornamento, il bel libro della scrittrice Miryam Marino, artista e attivista della Rete ECO – Ebrei contro l’occupazione: Macerie.

Immagine di copertina per il post
Culture

«Fronte del porto», una recensione critica al libro di Sergio Luzzato sulla colonna genovese della Brigate rosse

L’imponente lavoro realizzato da Sergio Luzzato sull’insediamento delle Brigate rosse a Genova solleva un problema storiografico importante: l’arrivo della Brigate rosse è un parto degli intellettuali radicali della università di Balbi, come sostiene l’autore, oppure prende avvio all’Ansaldo e in porto, come riferiscono alcuni testimoni chiave, protagonisti di quella vicenda?

Immagine di copertina per il post
Culture

Non avrai altro idolo all’infuori di me

E’ un testo difficilmente catalogabile – ricco, vitale, debordante -, questo libro di Gianni Vacchelli. Perché sfugge sapientemente all’incasellamento di genere e di stile.

Immagine di copertina per il post
Culture

Samir Amin: eurocentrismo, malattia congenita del capitalismo

Nel 1988 usciva Eurocentrismo, di Samir Amin. La casa editrice La città del sole ha reso disponibile in italiano la seconda edizione dell’opera – Eurocentrismo. Modernità, religione e democrazia. Critica dell’eurocentrismo, critica dei culturalismi

Immagine di copertina per il post
Culture

Amianto: un libro terribile e bellissimo

Amianto è una storia personale, ma al tempo stesso collettiva, anzi archetipica. Renato è l’eroe working class che compie il viaggio nelle terre pericolose della produzione fordista: pensa di aver, non dico debellato, ma almeno recintato il campo d’azione del drago capitalista.

Immagine di copertina per il post
Culture

Contro l’etica e la disciplina del lavoro che uccide

Sandro Busso, Lavorare meno. Se otto ore vi sembran poche, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2023, pp. 190, 14 euro. di Sandro Moiso, da Carmilla La recensione di questa indagine di Sandro Busso, edita dal Gruppo Abele, arriva per esclusiva colpa del recensore un po’ in ritardo, ma d’altra parte non vi potrebbe essere momento migliore […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Eminenti ecologie. Ambiente e Bellezza in età vittoriana tra idillio e apocalisse

Lo sappiamo, l’età vittoriana con il suo impatto tanto vivido sull’immaginario di oggi, sorta di Paradiso perduto di eroi in mantellina e trine, pince-nez e ombrello (perennemente a spasso nell’odierno orizzonte transmediale, attraverso nuove edizioni di romanzi e racconti, trasposizioni su schermo, pastiche) rappresenta per altri versi e in modo concretissimo, in grazia del suo impero quasi planetario, una sorta di prova generale del nostro mondo globalizzato.