InfoAut
Immagine di copertina per il post

30M corteo per la casa a Roma Nord: insieme resistere è possibile

Il corteo per il diritto all’abitare che Sabato 30 ha attraversato il quartiere di Primavalle dopo essere partito dalle case popolari del Bronx si è rivelato un passaggio importante. Abbiamo messo un primo mattone nella costruzione di un percorso politico che ci apra nuovi spazi e nuove prospettive.

Anzitutto va sottolineata la composizione per nulla scontata del corteo. Hanno infatti sfilato insieme circa 500 persone tra italiani e migranti, in una mobilitazione realmente meticcia. Ma quella della razza non è stata l’unica differenza che questa lotta è riuscita a superare. Nel corteo infatti erano presenti tutti i soggetti della precarietà abitativa, gli inquilini delle case popolari sia assegnatari che occupanti o morosi, gli occupanti dei movimenti, gli sfrattatie le reti antisfratto, gli inquilini degli enti. Questo frastagliato panorama raramente è stato in grado di percepirsi e porsi come unito, anzi. Spesso questi stessi soggetti sono stati in competizione tra loro nel combattersi le briciole residue di un welfare ormai inesistente e dominato dalle logiche clientelari e para-mafiose, in una costante frammentazione dominata dalla diffidenza e da una continua guerra tra poveri. Vedere manifestare una accanto all’altra tutte queste differenze ci permette oggi di pensare davvero una ricomposizione possibile di un soggetto popolare conflittuale e non disposto a delegare.

Non possiamo però illuderci che basti una singola battaglia, seppur fondamentale come la lotta per la casa, per produrre questa ricomposizione. La nostra attenzione però deve fermarsi sulle pratiche che hanno permesso la riuscita di questo primo esperimento. Non sarebbe stato possibile infatti superare il razzismo strisciante o la diffidenza tra diversi soggetti senza un precedente incontro su di un terreno comune: quello della lotta e della strada. È infatti nei picchetti antisfratto, nell’incontro tra lo sportello casa delle vicine occupazioni con la resistenza spontanea degli abitanti del Bronx contro uno sgombero, che è stato possibile gettare le basi di quel riconoscimento reciproco tra storie diverse accomunate dalla stessa condizione di sfruttamento. Riconoscersi nella lotta non è stato quindi solo uno slogan ma una pratica, retta dalla volontà di misurarsi con le contraddizioni reali dei nostri territori e dalla capacità di indirizzarle verso un nemico comune: l’istituzione. Quello che ha sfilato insieme a noi è un soggetto sociale non privo di elementi di incompatibilità con le nostre idee, e su questo non ci facciamo illusioni. E’ però il principale soggetto che crediamo abbia senso organizzare, quello che ha pagato il prezzo più alto della crisi e per questo è più disponibile al conflitto.

Attraversando le strade in corteo abbiamo incontrato, seduta ai bar o affacciata alle finestre, questa stessa composizione sociale; le rivendicazioni della mobilitazione venivano comunicate non solo dal microfono ma anche spontaneamente da tantissimi partecipanti al corteo con slogan o interagendo direttamente con chi si fermava a parlare con noi, spesso anche sulla base di rapporti personali. Eravamo un corteo che si sentiva a casa. La richiesta di casa per tutti e tutte faceva da cornice e si articolava nelle sue varie battaglie: la sanatoria per le case popolari, il blocco degli sfratti e degli sgomberi, l’abrogazione del Decreto Lupi e in particolare degli articoli 3 e 5, l’aumento degli alloggi destinati ad edilizia popolare tramite il recupero e la requisizione dell’invenduto e dell’inutilizzato.

La composizione meticcia del corteo è stata realmente rivendicata da tutti, ma non ci siamo trovati davanti ad un antirazzismo di principio, il classico politicamente corretto, quanto più ad un rifiuto della guerra tra poveri. Quella che abbiamo dimostrato in piazza è la possibilità di unirsi con chiunque viva le nostre stesse condizioni di precarietà in una lotta comune. Insieme resistere è possibile.

Infine il corteo si è concluso nel luogo dove pochi giorni prima una macchina guidata da Rom, in fuga da un posto di blocco, aveva falciato le persone in attesa alla fermata dell’autobus uccidendo una signora di nazionalità filippina, Cory, e ferendone gravemente altre 8. Il fatto aveva scatenato reazioni forti e sentite, anche risultato di una vergognosa sovraesposizione mediatica, spesso dai connotati fortemente razzisti negli abitanti del quartiere e lo sciacallaggio di Casapound, della Lega di Salvini, di Castellino con i suoi. Il corteo è stato capace di prendere parola sull’accaduto esprimendo la sua solidarietà alle vittime ma rifiutandosi di etnicizzare un’azione individuale. Abbiamo urlato chiaramente ai professionisti della paura che non gli avremmo permesso di utilizzare questa tragedia per dividere i soggetti diversi che in questa lotta si sono incontrati e uniti. Anche in questo caso è stato possibile far condividere realmente a tutto il corteo questa prospettiva grazie al confronto diretto e onesto, avvenuto nei giorni precedenti, con gli inquilini delle case popolari, a dimostrazione che i soggetti puri non esistono e che solo nelle lotte si formano i soggetti antagonisti.

Il corteo ha rilanciato la mobilitazione chiamando a partecipare all’assemblea popolare di Mercoledi 10 Giugno sotto la sede della Regione Lazio convocata dai movimenti per il diritto all’abitare.

SPORTELLO CASA ROMA NORD

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

lotta per la casaromaroma nord

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Bolivia in fiamme: dentro un ecocidio latinoamericano

Bolivia Burning: Inside a Latin American Ecocide è un documentario di 52 minuti di The Gecko Project che porta gli spettatori all’interno di una delle crisi ambientali più sottovalutate al mondo: la rapida distruzione delle foreste in Bolivia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Scolpire il tempo, seminare il vento, creare antagonismo

Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Culture

Palestina, dove si uccide anche la cultura

Come archeologi impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, sentiamo l’esigenza e il dovere di esprimerci su quanto accade nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo schianto di un imperialismo straccione

Una rivoluzione che, se aveva fatto scrivere ad una importate testata giornalistica britannica che: «Il capitalismo è morto in Portogallo», aveva avuto però i suoi effetti più sconvolgenti e duraturi in Africa, nei territori un tempo facenti parte dell’”impero” portoghese: Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Capo Verde.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Questo libro è illegale”

Come i testi clandestini nei sistemi autoritari, questo glossario serve per resistere alla repressione e per non piegarsi a una logica da Stato di polizia che criminalizza il dissenso e assoggetta i diritti alla paura.

Immagine di copertina per il post
Culture

“The Ashes of Moria”: che cosa rimane del campo profughi più grande d’Europa?

A cinque dall’incendio che lo ha distrutto, il documentario porta nel cuore del campo, tra odori, rumori, paure e violenze. Allo stesso tempo offre le coordinate per capire i meccanismi attuali delle brutali politiche europee.

Immagine di copertina per il post
Culture

Diritto all’abitare, diritto alla città

Il tema dell’abitare ha assunto una centralità paragonabile al tema lavoro, nella definizione delle gerarchie sociali e dei destini individuali, dentro le metropoli tardocapitaliste.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Difendere i padroni. Un commento sulla norma affitti brevi, l’organizzazione delle lotte e l’inasprirsi dei conflitti abitativi a Bologna

Due dirette sulla questione abitativa in Italia, tra le mistificazioni del dibattito pubblico sugli affitti brevi e l’inasprimento del conflitto sulla casa a Bologna.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: accendiamo i riflettori della festa del cinema sulla Palestina, blocchiamo l’ambasciata israeliana

Venerdì 24 novembre alle ore 18 in piazza Verdi a Roma è stato chiamato un corteo da parte di diverse realtà di cui riprendiamo il comunicato.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fuori dalla metropoli. Quaderno di lavoro su lotta per la casa e capitale immobiliare

Una lettura necessaria per ragionare sulla militanza e le lotte sociali fuori dai grandi conglomerati urbani.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Un milione di corpi in movimento, di bandiere, striscioni, messaggi a pennarello su pezzi di cartone”

Pubblichiamo di seguito il contributo di Nicoletta Dosio in merito al corteo nazionale per la Palestina dello scorso sabato a Roma. Buona lettura!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Réflexions à chaud sur le mouvement « Bloquons tout »

Traduzione in francese dell’editoriale “Riflessioni a caldo sul movimento Blocchiamo tutto”. Il est presque impossible de dresser un bilan organique de ces journées incroyables. Le mouvement « Bloquons tout » a représenté une véritable rupture politique et sociale dans l’histoire italienne.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: attacco sionista al csoa La Strada

Nella notte tra giovedì e venerdì, poco dopo le 4, ignoti hanno lanciato una bomba carta contro l’ingresso del Centro Sociale “La Strada” in via Passino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’11 settembre No al summit della guerra a Roma!

È stato annunciato dal Sole 24 Ore il primo “Defence Summit”, appuntamento programmato dal giornale di Confindustria per l’11 settembre a Roma.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cosa c’è dietro l’operazione dei Carabinieri contro il Movimento per il Diritto all’Abitare di Roma?

Riprendiamo il comunicato di Autodifesa Abitativa: Questa mattina 8 tra attiviste e attivisti del Movimento per il Diritto all’Abitare di Roma hanno subito la perquisizione dell’abitazione e del posto di lavoro con il sequestro dei cellulari, dei computer e di materiale cartaceo di varia natura. Un’operazione con uno spropositato dispiegamento di personale dei Carabinieri e […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: bilancio delle due manifestazioni nazionali di sabato 21 giugno contro guerra, riarmo e genocidio

Sabato 21 giugno, a Roma, si sono svolte due manifestazioni nazionali contro la guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza.