45mila euro non cancellano Bolzaneto
Con questa mossa il governo Renzi vuole cercare di cancellare i ricorsi che vedono lo Stato italiano sul banco degli imputati per le violenze perpetrate all’interno della caserma Bolzaneto e all’interno della scuola Diaz durante il G8 di Genova. Nulla di sorprendente se si pensa che dalle file del Partito Democratico provengono alcuni tra quanti si sono sempre opposti all’apertura di una commissione parlamentare su questi fatti.
Il ministro Gentiloni nel dicembre dello scorso anno, in accordo con Alfano, ha infatti inviato una proposta alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per cercare una conciliazione con i ricorrenti, ovvero l’elargizione di 45 mila euro. Un tentativo di “conciliazione amichevole” che è però stato rimandato al mittente dalla maggioranza delle vittime di Bolzaneto, dato che in pochissimi hanno accettato questa proposta insultante e vergognosa. Una conciliazione monetaria non è certo quello che si vuole ottenere e nessuna cifra può bastare per riparare gli abusi subìti, indegne violenze che hanno trovato il loro posto sotto le più comuni pratiche di tortura.
La volontà è invece quella di arrivare a una sentenza. Non solo per quanto riguarda i fatti di Bolzaneto ma anche per la Diaz, per la quale l’Italia è già stata condannata alcuni mesi fa in seguito al ricorso presentato da Arnaldo Cestaro, manifestante picchiato all’interno della scuola.
Non saranno certo i soldi a cancellare la volontà di andare fino in fondo a questa storia. Una giustizia vera non arriverà certamente dalle sentenze dei tribunali, anche perché quelli italiani – non riconoscendo il reato di tortura – hanno fatto in modo che tutti i reati attribuiti alle forze dell’ordine siano finiti prescritti. Ma si tratterebbe comunque di una sentenza che comporterebbe un precedente importante, anche in vista dell’altro ricorso (non ancora concluso) presentato da 40 manifestanti che si trovavano all’interno della scuola Diaz. Ed è proprio questo che il governo Renzi vuole evitare con queste vergognose proposte di “conciliazione”.
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