InfoAut
Immagine di copertina per il post

48 palestinesi di Gaza torturati a morte da Israele

Gaza – MEMO. Quarantotto detenuti palestinesi di Gaza sono stati torturati a morte durante la loro detenzione dall’esercito israeliano, ha riferito Haaretz. L’esercito afferma che sta conducendo indagini penali sulle morti.

da InfoPal

Il giornale ha citato una fonte dell’esercito secondo cui 36 delle vittime sono morte all’interno del centro di detenzione Sde Teiman, creato nel deserto del Negev dall’esercito appositamente per i detenuti di Gaza.

Altri dodici prigionieri hanno affrontato circostanze di detenzione che li hanno portati alla morte, tra cui l’estremo esaurimento, pressione psicologica e tortura fisica in altri centri di detenzione istituiti dall’esercito all’interno di Gaza, prima di essere trasferiti in prigioni all’interno di Israele.

Secondo Haaretz, la polizia militare ha avviato decine di indagini penali sulla condotta dei soldati, tra cui casi di sospetto saccheggio, furto di armi, violenza e insubordinazione. Nessuna accusa, tuttavia, è stata ancora formulata per i casi di uccisione di palestinesi in custodia.

Nel frattempo, una dichiarazione dell’Ufficio governativo dei media di Gaza (GMO) ha indicato che l’esercito israeliano ha arrestato circa 5 mila palestinesi dell’enclave dall’inizio della sua spietata guerra contro la Striscia assediata. La sorte di molti di loro e le condizioni della loro detenzione sono ancora sconosciute.

Dopo aver lanciato l’invasione di terra di Gaza, il 27 ottobre dello scorso anno, l’esercito israeliano ha diviso il territorio palestinese in 2.300 “zone di sicurezza” con l’obiettivo di rafforzare il controllo sulle entrate e le uscite di tutte le aree. È stato imposto uno stretto assedio alle aree, utilizzando l’aviazione e i droni che sparano contro qualsiasi oggetto in movimento.

L’esercito allestisce posti di blocco mobili, detti “padiglioni”, per far passare i cittadini dopo averli ispezionati “quasi nudi” e poi seleziona in particolare giovani uomini da interrogare. Su entrambi i lati dei posti di blocco, l’esercito ha stabilito siti di detenzione temporanea, tra cui cortili di scuole, ospedali o campi da calcio, per segregare i prigionieri in maschi e femmine, con trattamenti abitualmente degradanti e umilianti.

Anche la guerra psicologica contro i detenuti è di routine, si sostiene, con l’isolamento totale dall’ambiente circostante. Vengono anche usati come scudi umani davanti ai convogli militari, nel tentativo di scoraggiare i gruppi di resistenza palestinese dal prenderli di mira. I detenuti sarebbero costretti a rimanere in posizione “accovacciata” per lunghe ore, ammanettati e bendati, indipendentemente dalla loro età o dalle loro condizioni di salute.

(Foto: prigionieri palestinesi sono stati portati all’ospedale Abu Youssef Al-Najjar a Rafah, nel sud di Gaza, a seguito delle torture inflitte loro durante la detenzione da parte delle forze israeliane [Firas Al-Shaer]).

Traduzione per InfoPal di F.H.L.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ASSEDIO DI GAZAesercito israelianogenocidiotortura

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ucraina: logoramento militare sul fronte orientale, esodo di giovani sul fronte interno

La situazione sul campo in Ucraina è sempre più difficile per le truppe di Kiev.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Venezuela: la strategia Trump del “cortile di casa”

Le dichiarazioni di Trump delle ultime settimane sono molte e contraddittorie rispetto alle azioni da intraprendere nei confronti del Sud America in particolare al largo del Venezuela

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un “pericoloso comunista” sindaco di New York… E vai!

Riprendiamo questo articolo apparso su Il Pungolo Rosso sulla elezione di Mamdani a sindaco di New York. Il contenuto ci pare largamente condivisibile in diversi punti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sudan. Dopo il Darfur le RSF puntano al Kordofan, proseguono i massacri

Il Sudan continua a precipitare in una spirale di violenza che sembra non avere fine.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

NYC: la vittoria di Mamdani

La vittoria del candidato sindaco democratico Mamdani è stata in prima pagina su tutti i giornali nostrani sia ieri che oggi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Quando fallirà la promessa gialla?

Da Balfour a Trump, dal distintivo giallo alla linea gialla, la stessa storia si ripete in un unico colore, un colore che macchia le mappe e dipinge sia la geografia che la memoria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Bolivia nel suo labirinto

Con questo risultato, si chiude, per il momento, l’egemonia del Movimento al Socialismo (MAS) di Evo Morales

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: Noboa cerca di autorizzare una base militare USA nelle isole Galápagos

Il presidente ecuadoriano cerca di eliminare l’articolo costituzionale che proibisce basi straniere, nonostante il rifiuto sociale e ambientale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’è dietro il nuovo piano di Israele per dividere Gaza in due

Mentre Trump elogia la “pace”, Israele sta consolidando un nuovo regime di confini fortificati, governo per procura e disperazione orchestrata, con l’espulsione ancora obiettivo finale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Elezioni presidenziali in Camerun: proteste, repressione del dissenso e delle opposizioni

Le elezioni presidenziali in Camerun del 12 ottobre hanno portato ad un clima di crescente tensione nel Paese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Napoli: occupata l’Aula Nugnes del Consiglio Comunale, “Rispettate la mozione contro la collaborazione con Israele”

Nel corso del pomeriggio di venerdì 31 ottobre è stata occupata dalla rete Napoli con la Palestina l’aula Nugnes del consiglio comunale di Napoli.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra la base del Tuscania al CISAM con il genocidio in corso in Sudan?

In Sudan si consuma un massacro che il mondo continua a ignorare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza è Rio de Janeiro. Gaza è il mondo intero

Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’orrore che ci provoca il massacro di oltre 130 giovani neri, poveri, uccisi dalla polizia di Rio de Janeiro, con la scusa di combattere il narcotraffico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I “potenti attacchi” su Gaza ordinati da Netanyahu hanno ucciso 100 palestinesi

I palestinesi uccisi ieri dai raid aerei israeliani sono un centinaio, tra cui 24 bambini, decine i feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Monza: martedì 4 novembre corteo “contro la guerra e chi la produce”

Martedì 4 novembre a Monza la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza e i Collettivi studenteschi di Monza hanno organizzato un corteo “Contro la guerra e chi la produce “.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra Leonardo con il genocidio a Gaza?

Gianni Alioti, ricercatore di The Weapon Watch – Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, ha scritto per Pressenza un approfondimento, con notizie inedite, sulle responsabilità di Leonardo nel genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: cariche alla manifestazione in solidarietà alla popolazione palestinese e contro il governo Meloni “Blocchiamo Tajani”

Una manifestazione indetta per contestare la loro presenza come esponenti del Governo Meloni, complice di Israele nel genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Napoli: basta complicità con Israele, raccontiamo la verità nelle nostre città

Nella giornata di ieri come attivist3 della rete Napoli per la Palestina, bds, sanitari per Gaza e centro culturale Handala Alì siamo stat3 al PHARMEXPO per contestare la presenza di TEVA, azienda farmaceutica israeliana, complice dell’occupazione e del genocidio in Palestina.