800.588.605 il numero verde contro gli abusi in divisa
Dopo i casi Aldrovandi, Cucchi, Uva, Ferrulli e tanti altri, Acad (Associazione contro gli abusi in divisa), composta da famigliari delle vittime ed attivisti, presenta questa sera a Bergamo un numero verde per segnalare gli abusi.
800.588.605 è il numero che occorre comporre per mettersi in contatto con l’associazione, che si propone di seguire e supportare le vicende giudiziarie ed umane delle tante persone che sono state colpite dagli abusi e delle loro famiglie che si battono con coraggio per avere verità e giustizia.
Il giornalista Checchino Antonini, da sempre in prima linea sulle notizie di malapolizia, modererà l’incontro bergamasco a cui prenderanno parte tanti famigliari delle vittime, da quelli che, loro malgrado, hanno ottenuto l’onore delle cronache a quelli quasi sconosciuti.
Durante la serata sarà visibile anche la mostra fotografica “Licenza di tortura” di Claudia Guido, mentre l’avvocato Gilberto Pagani, membro dell’Aed (Avvocati Europei Democratici), presenterà la “Campagna europea per l’identificazione delle forze di polizia”.
Molto clamore, sul tema, ha sollevato l’inchiesta di Riccardo Iacona, trasmessa qualche giorno fa a Presa Diretta. La redazione del format televisivo ha ricostruito diverse vicende umane e giudiziarie che non lasciano campo ad interpretazioni.
“Penso che la puntata di Presa Diretta sia servita a chi finora ha girato la testa dall’altra parte – commenta ai nostri microfoni Italo Di Sabato dell’Osservatorio sulla Repressione e membro di Acad – Speriamo si arrivi anche nel nostro Paese ad introdurre norme come il reato di tortura”.
da Radio Citta Fujico
Riportiamo inoltre, il resoconto dell’iniziativa di presentazione di Acad tratta da Bg Report
Si è svolta questa sera, presso l’auditorium di piazza della Libertà, la presentazione di Acad, associazione contro gli abusi in divisa nata dall’esigenza di dare supporto a chi ha subìto abusi da parte delle forze dell’ordine e a chi chiede verità e giustizia per i propri amici o parenti.
Come si legge nel comunicato pubblicato dall’associazione “tante famiglie, colpite duramente dagli abusi, non hanno accettato le versioni ufficiali e hanno intrapreso battaglie per chiedere verità e giustizia affinché questi ignobili e vergognosi atti non passassero sotto silenzio. […] Acad nasce dalla volontà di dare sostegno alle famiglie delle vittime e a coloro che hanno subito abusi, ma che non si sono dati per vinti e non hanno accettato una verità giudiziaria che già troppe volte si è dimostrata a favore di chi tenta in tutti i modi di nascondere la propria impunità dietro una divisa.”
La serata, moderata dal giornalista Checchino Antonini, ha visto l’intervento di numerosi ospiti, tutti amici e parenti di persone uccise o ferite in seguito a fermi o arresti da parte di polizia e carabinieri. Molti sono diventati loro malgrado volti noti, come Ilaria Cucchi e Lucia Uva. Al loro fianco si sono schierati l’avvocato Fabio Anselmo e Italo Di Sabato dell’osservatorio sulla repressione.
La serata si è aperta con la proiezione del documentario “Mi chiamo Massimo e chiedo giustizia”, sulla vicenda di Massimo Casalnuovo, morto nel 2011 a Buonabitacolo a un posto di blocco dei carabinieri. Durante l’incontro è stata annunciata l’attivazione del numero verde 800.588605, attivo 24 ore su 24, che servirà a fornire assistenza, legale e non, a tutti coloro che si troveranno a essere vittime o testimoni di un abuso. E’ stata inoltre presentata dall’avvocato Gilberto Pagani (Avvocati Europei Democratici) la campagna europea per l’identificazione delle forze di polizia.
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