Ancora Salvini in Sicilia: dura contestazione a San Giovanni la Punta
Già da parecchi giorni le pagine facebook create per lanciare le contestazioni contavano migliaia di “mi piace”, sia quelle relative all’appuntamento di Milazzo (ME), sia quelle che aspettavano a San Giovanni la Punta il leader leghista. Il comizio di Milazzo è stato preventivamente annullato dalla questura nella giornata di ieri per ragioni di ordine pubblico. Da copione invece, nel comune del catanese, è andata in scena la contestazione in “salsa siciliana e meridionale” contro il riciclo elettorale suo e del suo partito, che anche qui in Sicilia paradossalmente, vorrebbero raccogliere voti facendo leva sulle questioni territoriali.
Ad accogliere Salvini infatti, quasi 200 persone (nonostante i mezzi stampa ne dichiarino incredibilmente “50”!) al grido di “Salvini merda”, “Catania non perdona”. Tra loro anche diversi no muos. Svariati cori ricordano a Salvini – come del resto avvenuto in ogni città e paese della Sicilia nell’ultimo mese – la retorica antimeridionalista che negli anni ha contraddistinto lui e il suo partito. Bandiere della trinacria e cartelli con su scritto “fieri di essere terroni” si mischiano poi a quelli che identificano e condannano il personaggio per la sua becera e impresentabile formamentis fascista e conseguente propaganda xenofoba e razzista contro gli immigrati e fino a non molto tempo fa (prima della tornata elettorale ovviamente!) contro i meridionali appunto.
Salvini si presenta con non molto ritardo all’appuntamento fissato per le 16,00 circa. Intorno alle 16,30 infatti, parte un lancio di uova da parte dei manifestanti. La zona è transennata e fortemente militarizzata. Le prime fila allora tentano di spostare le transenne, ma la polizia immediatamente schieratasi in cordone respinge con durezza il tentativo sfoggiando, e utilizzando, i manganelli contro i contestatori da dietro le transenne. Il tentativo di forzare transenne e cordone si mette più volte in atto, ma la risposta della polizia si fa sempre più dura.
Anche in un territorio – quello catanese – che si presenta tradizionalmente e tendenzialmente con un forte elettorato di destra, il comizio e la passerella elettorale di Salvini sono comunque stati rovinati a dovere.
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