Chi alza la tensione? Riflessione sulla macchina repressiva
La mattina è iniziata con la notizia del fermo preventivo di cinque francesi che ieri notte, dopo esser stati identificati in centro, sono stati portati nel commissariato di Trevi – Campo Marzio e da lì trasportati all’ufficio immigrazione da dove verranno direttamente rimpatriati. Misure che nulla hanno a che fare con la “sicurezza” o “l’ordine pubblico” infatti a questi ragazzi non viene imputato alcun reato.
Già avuta questa notizia abbiamo cominciato a pensare si trattasse di uno scherzo, ci siamo chiesti se si trattasse del teatro dell’assurdo o se, senza essercene accorti, siamo diventati i protagonisti di un romanzo distopico con tanto di polizia segreta e processi alle intenzioni.
Ma non è finita qui.
Nelle ore successive è stato fermato un militante romano, gli è stato perquisito il furgone che utilizza per lavoro all’interno del quale è stato scritto che ci fosse un pericoloso arsenale. Sappiamo bene che non è così, sappiamo anche che ciò che è stato rinvenuto è un oggetto utile all’auto-tutela di chi lavora di notte in condizioni non certo sicure. Queste, tuttavia, sono storie dell’ordinario sfruttamento e delle pessime condizioni di lavoro che viviamo tutti i giorni e che di certo non interessano a chi dalla giornata di oggi voleva solo ricavare un mostro da sbattere in prima pagina. Ebbene abbiamo anche il nostro furgoncino carico di mazze, proprio come nei migliori copioni.
Ma non è finita neanche qui.
Un gruppo di attivisti durante un volantinaggio di fronte alla sede dell’Atac che si è recentemente costituita parte civile nel processo per la manifestazione del 15 Ottobre 2011 – che ha anche riscosso entusiasmo da parte dei lavoratori – e che è poi proseguito per le vie del Pigneto è stato rincorso e caricato a freddo dalle forze dell’ordine. Dunque, un semplice volantinaggio si trasforma in una mattanza che, poiché è avvenuta all’interno di un mercato rionale, ha coinvolto anche semplici passanti che allucinati dalla spropositata reazione della polizia sono intervenuti. Abbiamo anche le nostre teste aperte per completare il quadretto, che importa se sono di famigerati black block o di anziane signore che fanno la spesa?
Magari fosse finita qui.
Sappiamo, infatti, che si susseguono le circolari all’interno degli ospedali vicini al percorso del corteo che invitano a liberare più posti letto possibili in vista dei previsti incidenti per la manifestazione di domani. Le liste di attesa per un posto letto in un ospedale romano notoriamente sono lunghissime, ma state tranquilli se vi volete operare domani avrete intere corsie pronte ad accogliervi! Se poi nei reparti oltre a medici e infermieri troverete anche poliziotti non è un problema, vogliono solo il numero del vostro documento poi il resto è carico del servizio sanitario nazionale. Ci sembra paradossale che, mentre noi scendiamo in piazza per difendere le nostre vite e i nostri territori, loro preventivano evidentemente di spaccarci le teste ma con clemenza liberano i letti degli ospedali!
E ancora.
Stamattina abbiamo saputo che, per ordine del questore Fulvio della Rocca, l’ateneo la Sapienza domani resterà chiuso per tutta la giornata per ragioni di ordine pubblico. Quale ordine pubblico? Non riusciamo proprio a capire infatti come lasciare aperte biblioteche e aule studio possa rappresentare una minaccia. Manifestiamo per avere di nuovo diritto al futuro, per non essere nati sotto il segno dell’esclusione sociale. Domattina le porte chiuse dell’università quando gli studenti partiranno in corteo da Piazzale Aldo Moro non saranno che un simbolo delle porte che vengono chiuse in faccia ai giovani tutti i giorni.
Eccoci qui, dunque, a poche ore dal corteo la macchina mediatica guidata da Questura e Ministero degli Interni ha avuto i suoi arresti di Black Block, il suo arsenale e le sue teste aperte. Si prepara a chiudere i luoghi di aggregazione e ad aprire gli ospedali.
Chi alza la tensione?
Comitati e movimenti verso il 19 Ottobre
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