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Chiky Realeza: un urlo nel silenzio del ‘Barrio’

 I blocchi di cemento si alzano freddi vicino alle spiagge della capitale. D’inverno Ostia sembra addormentata, poca gente gira per le sue strade. Una volante della polizia svolta per Corso duca di Genova a sirene spiegate, allontanandosi verso il porto. Nessuno sembra curarsene. Rapido il silenzio ritorna a camminare per i marciapiedi della periferia.

In un palazzo di via di Vasco de Gama nasce “Un urlo nel silenzio”, il primo lavoro di Chiky. Per metà italiano e metà Cileno. Il sangue sud americano si sente lungo le 10 traccie che scorrono veloci, come una bottiglia di rum dolce ma altamente alcolica. Italiano e spagnolo si palleggiano rima dopo rima, creando la mezcla perfecta. La Roma meticcia esce dal barrio e prende parola con orgoglio (“il pugno del mio popolo diretto nello stomaco / non canto ironico dei drammi, come il tuo steriotipo” Malasuerte), il microfono come megafono per denunciare la violenza del potere (“i morti e le cazzate che ci dite chi le spiega / i torti che ci fate coltellate sulla schiena / i voti che comprate per sporcare la bandiere / vogliono sfamare il mondo con gli avanzi della cena” Un urlo nel silenzio), la musica come ultimo terreno di battaglia.

Classe 1989, anno in cui il fenomeno delle posse esplode in tutta Italia. L’anno di “batti il tuo tempo” dell’Onda Rossa Posse, canzone che dai centri sociali alle manifestazioni del movimento studentesco della Pantera, segnerà un punto di svolta per la cultura hip-hop in Italia. 23 anni dopo il mainstream ha saputo catturare molto di quella cultura, ma nell’underground c’è ancora qualche diamante grezzo che porta linfa vitale al genere.

Chicky è sicuramente uno di questi. Ascoltandolo non può non venire in mente Temperamento e Immortal Tecnhique: il loro spanglish rap dalla metrica stretta e dai testi rabbiosi, è una fonte da cui ha tratto ispirazione e insegnamento (“Magari avere i tagli in tasca solamente gialli e viola / aver studiato a scuola, magari avere un diploma / sogno un alloggio degno fuori Roma per mia madre  / per trattarla da regina come non fece mio padre.” Ojala Tubiera Calma). Un esordio promettente. Le basi sono prodotte da molti ragazzi del suo territorio, sintomo dell’enorme vitalità del rap di questo pezzo di città: Reven Beatz e Dr.Cream (Rapcore) realizzano strutture musicali di ottimo rap hardcore, mentre BeRed ci aggiunge un sapore latino con cadenze Gipsy. Il resto delle produzioni sono affidate al napoletano Oni e a Bista, unico featuring affidato alla ruvida voce di El Fenomeno. Chiky invece si presenta umile ma deciso, con la voce di un guerrigliero latino e la sincerità di un lirico romantico (“chi resta zitto qui non avrà nè pane nè bocca” Veleni nell’aria). Un figlio del suo tempo che ha fegato da vendere (“puliscimi la scarpa con la spazzola / perchè Chiky c’ho che predica tu stai sicuro che lo razzola” Como Decirte).

Sito dove si può scaricare il disco: www.keepyaswag.com

Claudio del Collettivo L’Officina

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