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Continua a crescere il potere delle banche

Non basta aver accolto in modo del tutto strumentale la tanto contestata direttiva europea sui mutui, accorciando i tempi a favore delle banche per quanto riguarda la gestione degli immobili delle persone morose, colpevoli o non colpevoli. Il Governo Renzi fa di più.

All’interno del DDL sulla concorrenza, in discussione al Senato, c’è la volontà da parte del Pd ( e non solo) di dare la possibilità alle banche di poter proporre un pacchetto completo: mutuo, assicurazione e ristrutturazione.

In sostanza si tratta di una norma che darebbe la possibilità agli istituti di credito di non occuparsi solo dell’assicurazione sull’immobile o il semplice mutuo bensì anche la sua eventuale ristrutturazione. Il Partito delle Banche vuole dare la possibilità agli istituti di credito di poter avere società di ingegneria proprie non iscritte all’albo, questo vuol dire avere la possibilità di entrare a far parte di un mercato che chiuderebbe il cerchio dal punto di vista degli interessi delle banche. Quindi la possibilità di progettare, costruire, vendere e ristrutturare gli immobili. Le società d’ingegneria costituite in forma di società di capitali o cooperative che fino ad oggi hanno potuto operare solo nel settore pubblico, con questa norma potranno avere mano libera anche nel privato.

Certamente una guerra tra interessi di parte tra Governo e professionisti, dove questi ultimi hanno spesso difeso il loro giardino dalle liberalizzazioni. Sempre ben rappresentati all’interno del parlamento, architetti e ingegneri, hanno goduto e godono tuttora di una certa protezione, garantendosi un sistema ben oleato con quella politica che molto spesso a sua volta si è garantita il loro appoggio.

Questa norma tuttavia dà la possibilità alle banche di inserirsi tra i due litiganti, portando a sé il risultato migliore. Le ricadute saranno inevitabili anche per l’ultima ruota del carro, quelli che in pratica hanno sempre cercato di far diventare il figlio dell’operaio dottore. Inevitabilmente ci si troverà a dover fare i conti con un mercato divorato dai grossi istituti di credito, che spazzerà via il piccolo studio d’ingegneria, architettura e professionisti vari. Poiché gli unici a dover essere iscritti all’albo, dovranno essere solo i singoli professionisti impiegati nelle società d’ingegneria facente capo alle banche.Nulla dice però sull’iscrizione delle stesse società d’ingegneria all’albo professionale, e quindi al rispetto delle norme deontologiche. Il rischio è che possano gestire anche degli interventi tecnici e professionali senza dover rispettare le norme deontologiche.

In questo le banche potranno schiacciare la concorrenza data da piccoli professionisti, che devono rispettare un codice deontologico iscrivendosi appunto all’albo della categoria di riferimento, una banca con una buona diffusione sul territorio di sedi che le fanno capo, potrà sicuramente avere una maggiore facilità d’intervento, magari legando la ristrutturazione dell’immobile a un mutuo.

Il Partito delle Banche tenta in ogni modo, riuscendoci in parte, di concedere sempre più agibilità agli istituti di credito. Del resto con i tempi che corrono, il patrimonio immobiliare delle banche sarà sempre più in aumento perché sempre più in aumento sono le persone che perdono la casa.

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