InfoAut
Immagine di copertina per il post

Dallo sciopero sociale al comune in rivolta: Alexis occupato

Difficile capire cosa succede quando si occupa e descrivere la magia delle soggettività che attraversano gli spazi autogestiti ed autorganizzati. Ci si chiede cosa si sta muovendo nella pancia e nella testa dei compagni che si ha al fianco, con cui si condividono i picchetti, le assemblee, le chiacchere, i lavori, i pasti, gli sbattimenti di ogni genere. Di sicuro qualcosa di stupendo, fuori dall’ordinario, altrimenti ci si chiederebbe “chi ve lo fa fare?”: il freddo, il poco sonno, la stanchezza, le paranoie e tutto il resto. L’alchimia che si sviluppa all’interno delle lotte è qualcosa che risveglia gli animi, costruisce alterità, cooperazione nel conflitto, scioglie la tensione, emoziona. Vedere chi dopo due ore di sonno va a lavorare e torna in tempo per fare i mille lavori, chi si porta il lavoro dietro o studia al freddo tra un picchetto e un altro. Ecco cosa si intende, per noi, quando si parla del comune in rivolta.

Si parla di un’energia che non si può distruggere per quanto da sola si riproduce all’interno di questi processi. Ed è proprio il calore collettivo che sta producendo il valore aggiunto in questi freddi giorni invernali, un’energia sociale che pratica nuove forme di solidarietà e mutuo soccorso tra i soggetti colpiti dalle politiche di austerity. In questi pochi giorni abbiamo visto portare solidarietà all’occupazione dai lavoratori dell’Acea, dagli abitanti del territorio, da chi ci lavora, gli operai dell’Italgas ci hanno regalato i loro buoni pasto promettendo di tornare il mese prossimo se saremo ancora qui, motorini che passando e urlano “non lo dovete lascià più sto posto!”. Da quando abbiamo occupato vediamo aumentare le persone che diventano occupanti, che si interessano, che vogliono far parte dell’esperienza. Siamo partiti un anno e mezzo fa con un’inchiesta sulla precarietà abitativa tra gli studenti di un’università “modello” come quella di Roma Tre, nata già riformata secondo i criteri del mercato. Con tanta determinazione e con la voglia di sperimentarsi, perché ci credevamo veramente, siamo arrivati ad occupare spinti anche dalla forza di una giornata in cui tanti e tante sarebbero scesi nelle piazze, si sarebbero riappropriati di pezzi importanti di reddito mettendo in campo diverse pratiche di sciopero sociale. Non sara’ forse ancora lo sciopero sociale capace di generalizzare le lotte contro l’austerity, in grado di mutare i rapporti di forza in questa giungla di precarietà, ma una tendenza la si può cominciare finalmente ad intravedere.

Sarà una strada lunga che parte dai bisogni e vuole arrivare a realizzare i sogni.

Sarà una strada lunga perché non ci sono scorciatoie, deleghe a partiti e sindacati o capipopolo, quando un processo sociale e’ vero, o diviene collettivo o semplicemente non sarà.

Siamo dunque partiti dall’inchiesta metropolitana perché il bisogno non è solo l’emergenza ma una complessità di desideri negati, l’impossibilità di autodeterminarsi. Attraverso il processo d’inchiesta abbiamo compreso che oggi i bisogni non si percepiscono più direttamente ma piuttosto in relazione ad una necessità di cambiamento e trasformazione radicale dell’esistente. E allora forse possiamo dire che Alexis occupato non parte esclusivamente dai bisogni ma anche dai desideri. Questa è l’utopia concreta da cui ripartire. Ma chi ha detto che non c’è. Non si può forse dire lo stesso di quelle lotte di resistenza, che iniziano con un NO, e che poi cominciano a portare elementi di proposta, “dal no, all’alterità”, passando dalla resistenza ai percorsi di indipendenza, le necessarie lotte contro l’austerity?

Allo stesso tempo abbiamo visto in questi anni momenti di forte conflitto e radicalità che però evidentemente non hanno sedimentato cio’ che e’ necessario esprimere: eppure quelle piazze erano piene, quei corpi c’erano e molto spesso hanno deciso di resistere. Ora bisogna avere la capacita’ di passare dalla resistenza alla produzione dell’alterita’ politica.

Crediamo che la riappropriazione diretta del reddito che ci spetta (sotto forma di case, spazi di socialità e relazione, di saperi) possa rappresentare la chiave giusta per ricomporre precari e precarizzati, tenere insieme conflitto in cooperazione, rabbia e amore. Un reddito che vogliamo incondizionato e per tutti.

Dagli zapatisti abbiamo imparato todo para todos nada para nosotros. Da questa occupazione si aprirà un’ulteriore lista abitativa, una lista non dell’emergenza ma del desiderio, una lista della disponibilità a rendere riproducibile la pratica della riappropriazione. Vogliamo creare complicità con questo territorio ribelle e con chiunque nella metropoli e in Italia crede si sia aperto un processo costituente che tende al cambiamento radicale e dal riappropriarsi delle case passeremo a tutto quello che ci hanno sottratto. Siamo realisti, vogliamo tutto, vogliamo l’impossibile.

In questo senso vogliamo resistere ad un eventuale sgombero che altro non sarebbe che uno sgombero di ordine pubblico dovuto all’assenza di una qualsivoglia capacità di risposta politica. Non era mai successo a Roma che così tante occupazioni avvenissero in un solo giorno eppure i giornali e i media non ne parlano, nessuna dichiarazione del sindaco né della pseudo opposizione.

La politica abdica in favore delle forze del (dis)ordine. Dal silenzio trapela la preoccupazione degli organi istituzionali, dei dispositivi repressivi e dal potere rispetto ad una possibile generalizzazione del conflitto.

Di fronte a loro troveranno una generazione non più disposta a mediare, senza più ansia del futuro solo con il desiderio di resistere un minuto piu’ di loro. Quella dei precari di seconda generazione che vivono in un presente dilatato, tra lavori intermittenti, disoccupazione giovanile, nell’assenza totale di diritti. Di fronte a loro una rabbia diffusa e’ pronta ad esplodere ed un contesto sociale deteriorato e pieno di rancore. Di fronte a loro una crisi della rappresentanza che lascia spazio ad ambiguità e vuoti che se riempiti dai movimenti possono diventare qualcosa di potente. Ci si vede dalla parte giusta delle barricate.

da Indipendenti.eu

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

alexisroma

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Altri Mondi / Altri Modi – III edizione

E quindi uscimmo a riveder le stelle Scommettere su altri mo(n)di possibili è l’ambizione del Festival Culturale Altri Mondi Altri Modi che anche quest’anno si terrà al centro sociale Askatasuna. Sentiamo la necessità di approfondire e conoscere le complessità del mondo in cui viviamo, dotarci di strumenti per conquistare la possibilità di una trasformazione radicale […]

Immagine di copertina per il post
Culture

A.C.A.B.: la Val Susa secondo Netflix vs la realtà che viviamo

In Val Susa abbiamo avuto modo di vedere A.C.A.B., la serie prodotta dalla multinazionale americana Netflix e uscita ieri. da notav.info Eravamo curiosi di osservare come una fiction di tale portata avrebbe trattato la nostra terra e la nostra lotta. Quello che abbiamo visto non ci ha colpiti: la Val Susa, in questo caso, è […]

Immagine di copertina per il post
Culture

We are not robots – Cambiamento tecnologico e conflittualità

«Dalla miniera a cielo aperto di Lützerath in Germania alla “Zone à defendre” di Notre Dame des Landes passando per la lotta no tav in Val di Susa, negli anni a noi più vicini la battaglia contro lo strapotere della tecno-industria non ha né la fabbrica come epicentro, né la classe operaia come protagonista.

Immagine di copertina per il post
Culture

György Lukács, un’eresia ortodossa / 3 – Dal “popolo” al popolo. Il proletariato come classe dirigente

Nel paragrafo “Il proletariato come classe dirigente” Lukács ripercorre tutto il lavoro compiuto da Lenin all’interno del movimento rivoluzionario dell’epoca per far emergere il proletariato come classe dirigente dentro la rivoluzione russa. di Emilio Quadrelli, da Carmilla Sulla scia di quanto argomentato in precedenza, l’attualità della rivoluzione, Lenin combatte una battaglia teorica, politica e organizzativa […]

Immagine di copertina per il post
Culture

PAN – Un bandito a Torino

Banche, uffici postali, treni, portavalori e quant’altro. Nella sua lunga carriera, Pancrazio Chiruzzi, lucano di nascita ma torinese di adozione, non si è fatto mancare nulla.

Immagine di copertina per il post
Culture

Dario Paccino: dall’imbroglio ecologico.. alla crisi climatica

Recensione di Louis Perez, pubblicato su La Bottega Del Barbieri

«Oggi diciamo che “l’ecologia senza lotta di classe è giardinaggio” ma se questo è possibile lo si deve anche al lavoro di chi – come Dario Paccino – e come il gruppo che diede vita alla rivista Rosso Vivo aveva già letto presente e futuro».

Immagine di copertina per il post
Culture

Sostieni Radio Blackout 105.250 fm – Torino

Ultimi giorni della campagna di autofinanziamento per Radio Blackout: sosteniamo le esperienze di controinformazione, sosteniamo l’informazione libera.

Immagine di copertina per il post
Culture

Aldo dice 8×5. L’innovazione non porta nuovi diritti

“Rage against the machine? Automazione, lavoro, resistenze”, il numero 65 di «Zapruder» è in distribuzione da qualche giorno.

Immagine di copertina per il post
Culture

Abolire il turismo

Indipendentemente da dove arriveremo, non è possibile che sia più facile immaginare la fine del capitalismo che la fine del turismo. Il presente testo è la traduzione di un articolo di Miguel Gómez Garrido, Javier Correa Román e María Llinare Galustian (Escuela de las Periferias, La Villana de Vallekas) su El Salto il 21/11/2024 Spain […]

Immagine di copertina per il post
Culture

György Lukács, un’eresia ortodossa / 2 — Affinità elettive

Se decliniamo, infatti, il tema della alienazione dentro l’ambito coloniale avremo la netta sensazione di come le argomentazioni lukácsiane abbiano ben poco di datato, e ancor meno di erudito, ma colgano esattamente la questione essenziale di un’epoca. di Emilio Quadrelli, da Carmilla Qui la prima parte Ciò apre qualcosa di più che un semplice ponte tra Lukács e […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

«Vogliamo uno spazio largo contro l’idea di governo delle città che ha la destra»

Ripubblichiamo questa intervista fatta ai compagni e alle compagne di Quarticciolo Ribelle in vista dell’assemblea cittadina che si terrà sabato 18 gennaio.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato degli studenti e studentesse romane a seguito del corteo per Ramy

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato degli studenti e delle studentesse che a Roma sono scese in piazza per Ramy, originariamente pubblicato dal collettivo Zaum in risposta alle dichiarazioni di media e politici.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Difendiamo Quarticciolo, Caivano non è un modello

Fermiamo lo sgombero dell’ex questura. da Quarticciolo Ribelle Assemblea pubblica sabato 18 gennaio ore 18, piazza del Quarticciolo. Il 23 dicembre scorso il governo ha approvato un decreto che individua sei periferie in Italia in cui esportare il modello Caivano. Sono stati stanziati 180 milioni di euro in tre anni ed è previsto un commissario […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Dalle scuole occupate di Roma

Ripubblichiamo l’approfondito documento politico dell’Assemblea degli occupanti del Liceo scientifico statale Morgagni di Roma originariamente diffuso dal Collettivo Autorganizzato Reset

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosa succede in città: il turismo

Apriamo questo ciclo di trasmissioni che affronta l’ennesimo grande evento che si affaccia su questa città: il Giubileo.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Non Una di Meno: in piazza a Roma e a Palermo con la parola d’ordine “disarmiamo il patriarcato”

Un anno dopo le imponenti manifestazioni di Roma e Messina, ieri le manifestazioni nazionali organizzate contro la violenza patriarcale da Non una di meno! erano a Roma e a Palermo.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Piazze per la Palestina: una speranza che può esistere, un punto segnato alla controparte

Il 5 ottobre a Roma è stata una giornata importante, la conferma di una speranza che può esistere, un punto segnato sulla controparte.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: in diecimila rompono gli argini per la Palestina

Più di diecimila persone ieri hanno raggiunto la Capitale per manifestare il fermo sostegno alla Palestina e al Libano sotto attacco da parte di Israele nella complicità internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

5 Ottobre: GPI e UDAP confermano la manifestazione nazionale per la Palestina e il Libano

Manifestazione nazionale per la Palestina e il Libano lanciata da Giovani Palestinesi d’Italia e Unione Democratica Arabo-Palestinese per sabato 5 ottobre 2024 a Roma (ore 14, piazzale Ostiense – metro Piramide).

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: migliaia in piazza contro il governo Meloni. Scontri tra collettivi universitari e polizia

Si è svolto ieri a Roma, partito da piazza Vittorio Emanuele II, il corteo “contro il governo Meloni” diretto a Porta Pia a cui si sono aggiunti i collettivi universitari e liceali che si sono dati appuntamento a Piazzale Aldo Moro.  In testa al corteo lo striscione con lo slogan della manifestazione e il sottotitolo […]