Il Coisp ci riprova e querela Ilaria Cucchi
Il Coisp non è infatti nuovo a questo tipo di mosse: nel luglio del 2012, a pochi giorni dalle condanne in Cassazione per i poliziotti autori dei pestaggi alla Diaz durante il G8 di Genova, scelsero di far sfilare un camion per le vie del capoluogo ligure con immagini e slogan infamanti nei confronti della morte di Carlo Giuliani.
Alcuni mesi dopo, nel marzo di quest’anno, eccoli tornare alla carica gettando fango sul dolore della famiglia Aldrovandi: un furgone del sindacato sostò sotto le finestre dell’ufficio della madre di Federico, Patrizia Moretti, in segno di solidarietà con i poliziotti condannati per il pestaggio brutale che portò alla morte del giovane Federico.
Ma sembra che il sindacato non sia soddisfatto nemmeno quando i poliziotti italiani escono dai processi forti di una totale e vergognosa impunità (cioè quasi sempre) come nel caso della morte di Stefano Cucchi per cui sono stati condannati solamente i medici che si trovavano in ospedale all’arrivo del corpo di Stefano martoriato dalle botte della polizia. Non solo la famiglia Cucchi ha dovuto sopportare l’ennesima umiliazione di un processo farsa, ma ora Ilaria, sorella di Stefano, è stata anche querelata dal Coisp che in un comunicato dai toni deliranti afferma che le (legittime!) proteste levatesi al momento della sentenza siano inaccettabili e che i poliziotti siano un capro espiatorio che viene ricercato indipendentemente da quanto stabilito nelle aule dei Tribunali.
Che la sentenza Cucchi, così come tante altre, sia stata un’auto-assoluzione per le divise di questo paese non è certo un mistero anche se il Coisp pretende di ignorarlo e continua in queste infami operazioni mediatiche contro chi, nonostante il dolore e le umiliazioni, continua a testa alta a pretendere verità e giustizia.
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