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Torino, poster fascisti nella sede dei vigili che uccisero Andrea Soldi

Oggi si torna a parlare degli uffici di via Gladioli, per un fatto di una rilevanza minore ma del tutto indicativa dei soggetti di cui stiamo parlando. A denunciare il fatto è stato un semplice cittadino, confermando in questo modo quell’immagine che una parte dei torinesi si sono fatti di questi nuovi sceriffi in tenuta antisommossa. Un repartino di una quarantina di uomini scarsi e mal preparati, nuovi di divisa e vecchi di mentalità, buoni solo a far paura all’ambulante abusivo che cerca di racimolare qualche euro o al ragazzino che preso dalla movida del weekend schiamazza e urla un po’ troppo.

Ma ritorniamo alla denuncia del cittadino torinese: dovendo ritirare una notifica presso la caserma delle Vallette, quartiere alla periferia di Torino dove alloggia il Nucleo Servizi Mirati dei Vigili Urbani, questo signore si imbatte in qualcosa di anomalo. All’interno di un ufficio gli si para davanti, appeso alla parete, un calendario di Benito Mussolini. In aggiunta a ciò, come si vede dall’immagine, al suo fianco campeggia un manifesto di Forza Nuova. Scattata la foto, coerentemente con quello che si poteva fare in questo caso, il torinese posta su Facebook la foto e denuncia giustamente ciò che ha visto: “Ero lì per ritirare una notifica, uno degli uffici aveva la porta aperta e si vedeva questo bellissimo calendario”. Continua con: “Ho scattato una foto di sfuggita e l’ho pubblicata perché la ritengo una cosa indecente e anche fuorilegge”. Nel giro di poche ore la notizia provoca una valanga di commenti indignati.

Chiaramente dal Comando della polizia municipale non poteva che esserci il solito comportamento pilatesco, una lavata di mani e via, trincerandosi dietro un semplice: “Non ci eravamo accorti di nulla”. Aldilà della reazione del comando, viscidi e senza spina dorsale quando si tratta di assumersi delle responsabilità, la notizia non fa altro che confermare la solita pasta di cui sono fatti questi corpi. Personaggetti che ansimano dalla voglia di dimostrare la loro indole all’interno della società grazie a qualche uniforme nuova e luccicante con l’aggiunta di qualche nozione di arti marziali e nuove norme di ingaggio, pavoneggiano nelle strade di Torino come nuovi sceriffi 2.0.

Peccato che il loro lavoro in città, benedetto a quanto pare dall’immagine di Mussolini appesa al muro e dal Comando dei Vigili, con il beneplacito del sindaco Fassino, abbia già lasciato sull’asfalto una vittima innocente, causata dalla loro violenza e prepotenza. La città di Torino non dimenticherà certo il trattamento che questi Robocop mancati, esseri senza una spina dorsale e dalle mani facili, hanno riservato al povero Andrea Soldi, dimostrando ancora una volta quale sia la mentalità di questi corpi “scelti” dei vigili urbani.

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pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

acabAndrea Solditorino

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