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“Il miele da mille fiori”: la guerra israeliana alle api

Le restrizioni e le violazioni israeliane, insieme ai ripetuti attacchi dei coloni, colpiscono direttamente l’intero settore dell’apicoltura nella Palestina occupata.

Fonte: English version

Di Fayha Shalash – 23 agosto 2023

Il 2 agosto, l’apicoltore palestinese Yousef al-Sharha si è diretto ai suoi alveari a Hebron, a sud della Cisgiordania. Mentre si avvicinava, scoprì che la maggior parte degli alveari erano stati distrutti e bruciati da coloni ebrei israeliani.

Al-Sharha era devastato, ma non completamente scioccato.

L’apicoltura in Cisgiordania deve affrontare numerosi ostacoli, inclusa l’occupazione israeliana.

L’amore di Al-Sharha per le api e il suo interesse nell’allevarle sono iniziati in tenera età. Quando era bambino, con i suoi parenti visitava spesso gli alveari sulle colline meridionali di Hebron.

Dopo la laurea in ingegneria agraria, Al-Sharha non è riuscito a trovare un lavoro adatto. Per non rimanere disoccupato, decise di fare della sua vecchia passione un lavoro, diventando così apicoltore.

Ben presto scoprì che le restrizioni e le violazioni israeliane influivano direttamente anche sul suo lavoro e sull’intero settore dell’apicoltura.

Una mattina triste

“Stavo andando a raccogliere il miele dai miei alveari nella zona di Zanuta, vicino alla città di Al-Dhahiriya, solo per scoprire che 21 dei 55 alveari erano stati bruciati”, ha detto al-Sharha al Palestine Chronicle.

Un gruppo di coloni, ancora nella zona, ha attaccato gli alveari e gli ha dato fuoco, ci ha detto. Poi hanno aggredito il proprietario del terreno con i manganelli e gli hanno chiesto loro di andarsene.

Secondo al-Sharha, l’obiettivo finale di questi coloni è espellere i palestinesi dalle loro terre in modo che gli insediamenti illegali dell’area possano espandersi ulteriormente.

“Quando ho visto che era rimasto solo un mucchio di cenere, mi si sono riempiti gli occhi di lacrime”, ha detto al-Sharha.

“Questa è la nostra terra eppure non ci è nemmeno permesso di allevarci le api”.

Non solo coloni

I ripetuti attacchi dei coloni non sono l’unico ostacolo per gli apicoltori palestinesi.

“Il nostro lavoro ci impone di spostarci spesso in diverse città della Cisgiordania,perché ogni regione è nota per un tipo specifico di fiore”, ha spiegato al-Sharha.

“Tuttavia, la nostra libertà di movimento è molto limitata poiché le forze israeliane erigono posti di blocco militari e, talvolta, chiudono le strade principali”.

Al-Sharha dovrebbe ispezionare ogni settimana i suoi alveari, che si trovano vicino a Ramallah e nella valle settentrionale del Giordano.

A causa dei posti di blocco militari israeliani e delle chiusure stradali, gli ci vogliono almeno quattro ore per coprire le distanze relativamente brevi di soli 40 chilometri.

Miele da mille Fiori

Grazie alla sua grande biodiversità, la Palestina offre una grande varietà di specie floreali e molti fiori diversi.

Secondo Nasser Jaradat, coordinatore della Cooperativa Honey Breeders, il miele palestinese è uno dei migliori al mondo, grazie alla biodiversità del Paese.

“Il miele palestinese è chiamato il miele dai mille fiori”, ha detto Jaradat al Palestine Chronicle.

“Alcune zone si trovano sotto il livello del mare, mentre altre sono a mille metri sopra il livello del mare. Questa è una caratteristica unica al mondo”, ha spiegato.

Tuttavia, i quasi 2.500 apicoltori palestinesi non possono trarne pieno beneficio, a causa degli ostacoli creati dall’occupazione israeliana.

Ad esempio, in molti casi, l’esercito israeliano impedisce agli apicoltori di accedere ai loro alveari nella Valle del Giordano o nel nord della Cisgiordania.

La situazione peggiora sempre più

Come Israele uccide le api palestinesi

“I rifiuti tossici o militari israeliani sono disseminati ovunque, a causa delle continue  esercitazioni militari israeliane, e causano la morte di un gran numero di api”, secondo Jaradat.

Inoltre, le autorità di occupazione israeliane fanno tutto ciò che è in loro potere per creare ostacoli agli apicoltori palestinesi e facilitare, come alternativa, la vendita alla popolazione palestinese di miele israeliano.

“Il miele israeliano viene prodotto nell’insediamento di Yad Mordechai e viene venduto ai palestinesi come biologico al cento per cento, ma in realtà è mescolato con dolcificanti artificiali”, ha detto Jaradat.

“Purtroppo fanno concorrenza al miele palestinese, considerato uno dei migliori al mondo”

Gli apicoltori palestinesi non sono protetti neppure dalle politiche dell’Autorità Palestinese. Le normative nazionali, infatti, consentono la vendita di molti tipi di miele industriale.

Inoltre, più di 218 tipi di pesticidi chimici possono essere utilizzati sulle piante palestinesi, il che danneggia le api e la loro produttività.

“A causa di queste sfide, produciamo solo 1.000 tonnellate di miele palestinese all’anno, mentre il fabbisogno annuale è di 2.500 tonnellate”, ha spiegato Jaradat.

L’intero settore dell’apicoltura è in pericolo a causa della paralizzante occupazione israeliana. È particolarmente triste, soprattutto se consideriamo quanto sia antica la cultura dell’apicoltura in Palestina.

“I libri degli antichi romani parlavano del miele palestinese, e i romani lo estraevano per i suoi numerosi benefici”, ha detto Jaradat.

“Ora il nostro lavoro è a rischio perché la nostra professione, difficile e impegnativa, è seriamente minacciata”, ha concluso Jaradat.

Fayha’ Shalash è una giornalista palestinese residente a Ramallah. Si è laureata all’Università di Birzeit nel 2008 e da allora lavora come reporter e conduttrice. I suoi articoli sono apparsi in diverse pubblicazioni online.

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali”- Invictapalestina.org

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