InfoAut
Immagine di copertina per il post

James McClean, il cattolico di Derry che osò sfidare SuaMaestà

God save our gracious Queen!”, così recita il primo verso del canto patriottico più antico del mondo, nato nel 1745, che ha fatto da sfondo a molteplici conquiste e tantissime battaglie epiche del regno britannico. Un verso che da qualcuno non sarà mai pronunciato, perché a volte, il rumore della storia può essere coperto da un assordante silenzio: il silenzio di James McClean, il nordirlandese che ha sfidato la Corona britannica. McClean nasce a Derry, in Nord Irlanda, il 22 Aprile del 1989, e se vivi in una famiglia che continua ad adorare George Best anche da morto, non puoi che fare il calciatore, e di ruolo l’ala. Prima Derry City, poi il grande salto in Premier nel Sunderland, poi Wigan, e infine a giugno, il trasferimento nella contea del West Midlands, al West Brom.

In mezzo il cambio di cittadinanza, sicuramente il passaggio più profondo e significativo nella vita del ragazzo. Pochi anni prima della nascita del calciatore, un gruppo irlandese, gli U2, cavalcava le classifiche mondiali con il brano “Sunday Bloody Sunday”, singolo dedicato a tutte le persone che avevano perso la vita a Derry, nella domenica che passerà alla storia come “Bloody Sunday” appunto, il 30 gennaio del ’72. Tutto quel sangue, tutto quel maledetto sangue, James non lo dimenticherà mai, anche se non era ancora nato.

Quel giorno, il 1° battaglione del Reggimento Paracadutisti della Royal Air Force di Sua Maestà, guidato dal colonnello Derek Wilford, aprì il fuoco su un gruppo di manifestanti cattolici nordirlandesi riuniti per far sentire la propria voce contro l’approvazione dell’Internment, il provvedimento, varato dal governo di Belfast con il placet di Londra, che dava la possibilità alle forze di polizia d’imprigionare una persona a tempo praticamente indefinito, solo con l’approvazione del Ministro degli Interni dell’Irlanda del Nord, e soprattutto senza processo. Una delle tante leggi scellerate che il governo inglese aveva appoggiato per rafforzare il potere degli unionists, i nordirlandesi protestanti fedeli alla Regina, e reprimere invece ogni pretesa dei nationalists, la parte cattolica del Paese che sognava un nazione libera dal giogo britannico.

In quella domenica di sangue, Domhnach na Fola in gaelico, persero la vita 14 persone, molte delle quali sotto i 20 anni, e altre 26 furono ferite gravemente. È per quel sangue che James è diventato irlandese; è per quel sangue, che lo scorso 17 luglio in America, ha voltato le spalle alla bandiera inglese e non ha cantato l’inno; è per quel sangue che, ai tempi di Sunderland e di Wigan, non ha indossato il poppy, il papavero rosso che le squadre inglesi cuciono sulle maglie durante il Remembrance Sunday, giorno in cui si ricordano tutti i soldati britannici caduti nei conflitti mondiali e in tutte le altre guerre; è per quel sangue, infine, che James ha accettato e continuerà ad accettare minacce di morte, anche da parte dei suoi stessi tifosi. Per la cronaca, il West Bromwich ha vinto la partita contro il Charleston per 2-1, e McClean ha servito l’assist a Ideye Brown per il primo gol.

Nella vita, se sei un uomo, devi lottare per ciò in cui credi”. Firmato James McClean, l’irlandese nato a Derry, e non a Londonderry, che sfida, e sfiderà sempre, la Corona britannica.

Michele Santoro – delinquentidelpallone

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

calcioderryjames mccleansfidesua maestà

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Bolivia in fiamme: dentro un ecocidio latinoamericano

Bolivia Burning: Inside a Latin American Ecocide è un documentario di 52 minuti di The Gecko Project che porta gli spettatori all’interno di una delle crisi ambientali più sottovalutate al mondo: la rapida distruzione delle foreste in Bolivia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Scolpire il tempo, seminare il vento, creare antagonismo

Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Culture

Palestina, dove si uccide anche la cultura

Come archeologi impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, sentiamo l’esigenza e il dovere di esprimerci su quanto accade nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo schianto di un imperialismo straccione

Una rivoluzione che, se aveva fatto scrivere ad una importate testata giornalistica britannica che: «Il capitalismo è morto in Portogallo», aveva avuto però i suoi effetti più sconvolgenti e duraturi in Africa, nei territori un tempo facenti parte dell’”impero” portoghese: Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Capo Verde.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Questo libro è illegale”

Come i testi clandestini nei sistemi autoritari, questo glossario serve per resistere alla repressione e per non piegarsi a una logica da Stato di polizia che criminalizza il dissenso e assoggetta i diritti alla paura.

Immagine di copertina per il post
Culture

“The Ashes of Moria”: che cosa rimane del campo profughi più grande d’Europa?

A cinque dall’incendio che lo ha distrutto, il documentario porta nel cuore del campo, tra odori, rumori, paure e violenze. Allo stesso tempo offre le coordinate per capire i meccanismi attuali delle brutali politiche europee.

Immagine di copertina per il post
Culture

Diritto all’abitare, diritto alla città

Il tema dell’abitare ha assunto una centralità paragonabile al tema lavoro, nella definizione delle gerarchie sociali e dei destini individuali, dentro le metropoli tardocapitaliste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Questa notte ho fatto un sogno.. Cronache della mobilitazione di Udine contro la partita Italia-Israele

Ripubblichiamo il comunicato congiunto scritto dalle polisportive popolari che hanno partecipato e animato la mobilitazione a Udine contro la partita Italia-Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Udine: i/le giovani scendono due volte in campo contro Israele

Più di 15.000 a Udine solidali con la Palestina: considerazioni sul corteo del 14 ottobre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Udine: in 15mila mostrano il cartellino rosso ad Israele

In migliaia da tutta Italia hanno raggiunto Udine per manifestare contro la partita della vergogna Italia – Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Show Israel the red card! Corteo nazionale a Udine

Domani, 14 ottobre, alle 20:45, si giocherà a Udine Italia–Israele, match di qualificazione ai Mondiali 2026. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non è solo una partita: boicottaggio di Italia-Israele ad Udine

Il 14 ottobre si terrà ad Udine la partita Italia vs Israele valevole per le qualificazioni al prossimo mondiale di calcio maschile.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il Decreto Crescita e il calcio ordoliberale

La mancata proroga del Decreto Crescita per la Serie A serve solo a dimostrare che il libero mercato del calcio non è tale

Immagine di copertina per il post
Culture

PUMA non rinnoverà il suo contratto con la Federcalcio israeliana

La Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI), parte fondatrice del movimento BDS, accoglie con favore la notizia che PUMA non rinnoverà il suo contratto con la Federcalcio israeliana (IFA).

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

È giunto il momento che la FIFA sospenda Israele!

I palestinesi chiedono di fare pressione sull’organo di governo del calcio mondiale, la FIFA, finché non sospenderà l’adesione di Israele, in conformità con i suoi principi e impegni. L’inazione della FIFA è il via libera affinché Israele continui il suo genocidio contro i palestinesi.