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Ostia è Casa della Cultura

Senza volontà di sintesi, nota a margine della discussione “Ex colonia Vittorio Emanuele bene comune socio-culturale”, svoltasi il 26 Ottobre al Teatro del Lido Occupato. Nuovo appuntamento sabato 3 Novembre ore 16.00.

Un Teatro del Lido dove più di un centinaio di persone si sono ritrovate a discutere.
Un’assemblea eterogenea composta per 3/4 da giovani, provenienti da Ostia e da altri quartieri del Tredicesimo Municipio di Roma.
A tracciare il contesto della discussione è la voce di don Franco, quella stessa voce che da anni si oppone agli sgomberi dei senza casa e che opera in favore degli ultimi del territorio: “Assumere le differenze e unirle nel bene comune”. E’ questo il messaggio con il quale l’assemblea prende forma. 
L’ex colonia Vittorio Emanuele è simbolo delle battaglie sociali e culturali. Per Ostia è luogo di ricomposizione di un territorio martoriato dalle speculazioni e devastato dai poteri forti della città. La biblioteca Morante, il Teatro del Lido, il centro abitativo per i migrati, le scuole materne, il centro anziani, la moschea, i servizi Caritas e l’ostello della gioventù, sono tutti pezzi del mosaico che racconta di quell’Ostia città solidale, impegnata nell’accoglienza e nello sviluppo di spazi per i cittadini. Questo è il dato da cui bisogna ripartire per conquistare il progetto “Casa della Cultura” in tutti i suoi 3.000 mq.
Non ci accontentiamo di mediazioni a ribasso e vogliamo tornare a co-progettare con il territorio quegli spazi che a loro erano destinati. L’assemblea quindi lancia l’idea dei “cantieri della partecipazione” che tramite dei workshop tematici andrà a costruire la nuova “Casa della Cultura”. Accanto alla progettazione inizieremo la mobilitazione per rivendicare gli spazi della Vittorio Emanuele, a partire dal corteo promosso dagli studenti e dalle studentesse del Tredicesimo Municipio.
Sarà un processo reale di autorganizzazione a ridare vita a questo progetto. Non sarà la sommatoria delle soggettività, ma piuttosto l’unione degli individui. Sarà la capacità di mettere in gioco le singole identità, di condividere e mettere in rete le esperienze, a darci la possibilità di rompere gli argini. Sarà tornare a prendere parola nella stagione dell’austerity e della svendita del patrimonio pubblico, per costruire un nuovo welfare superando la logica assistenzialista e mettendo in piedi nuove istituzioni autonome all’interno del territorio.
Saremo in movimento perchè nel movimento siamo nati. Difenderemo la vocazione socio-culturale della Vittorio Emanuele per dire ancora una volta che costruire un’altra Ostia è possibile, fuori dalle logiche del profitto e dalle speculazioni private, rifiutando di accontentarci della miseria e della precarietà. Sarà Ostia la nostra Casa della Cultura.

Camminando s’apre il cammino…


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