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Rasty Kilo: benvenuti nella Roma guasta

Se siete dell’Italia bene, evitate questo disco. Se siete giustizialisti, state alla larga da Rasty Kilo. Non avrete molti problemi. Il suo primo disco non lo sentirete certo in rotazione su Mtv. Troppo critico e scorretto. Eccessivamente diretto nei giudizi verso stato, chiesa, forze dell’ordine, giustizia e politica. In una parola “Scandalo” ( “gli eredi de Trilussia senza credi, barcollanti e ancora in piedi /scrivono versi tetri agli angoli dei marciapiedi / nè leggi nè divieti bloccano sti cristi / vieni con me nei quartieri e vedi scenari mai visti.” La Roma Guasta ).

Benvenuti nella Roma delle periferie dimenticate. Nelle borgate devastate dal cemento, dove per svoltare ci si arrangia come si può, la legalità ha il sapore degli abusi di potere e delle botte in caserma (“la tua Visa tappa bocche chiude gli occhi al magistrato / la divisa spacca nocche sul volto del condannato / qua non perdi molto quindi provi a far di tutto: spaccio, truffa e furto / piuttosto che schiavo fai il farabutto” Miseria & Nobiltà).  Si è adulti velocemente nei blocchi delle popolari. Genitori che per darti il pane non hanno il tempo di crescerti, lasciato a te stesso e all’educazione della strada. La scuola diventa una palestra di vita e in molti casi finisce presto. Pochi problemi ideali e tanti materiali che si risolvono con contanti gialli, verdi e viola.

Il Rap è uno sfogo. Sui banchi, durante la lezione, escono fuori le prime rime. La rabbia prende forma in parole su pezzi di carta come in frasi salvate sul cellulare. Cresce la sete e con lei si sviluppa la metrica. Ci si allena su beat americani scaricati dal web. Si formano le prime collaborazioni che molto spesso finiscono. Pochi salgono sul palco, perchè pochi sanno sopportarne il peso. E’ un percorso che risente del sapore amaro del presente e diventa un modo di redenzione dalle difficoltà della vita (“ogni rima contro stato e chiesa dici che siamo ripetitivi / ma guarda in che stato vivi falli tu i pezzi positivi” Non Ci Sconfiggono).

E’ un disco hardcore. Produzione disegnata ad arte da Dr.Cream. I suoi beat oscuri hanno una forte carica, adatta solo a chi ha saputo apprezzare “Intifada”. Segnaliamo anche i beat di Reven, un altro giovane beatmaker del territorio. Collaborazioni con nomi eccelenti della scena hip-hop nazionale: Il Turco (GDB), Jack La Furia, Nex Cassel, Aban e Louchano. Impensabile non trovare su questo disco almeno sedici barre firmate Deal Pacino e Truth. La famiglia Rapcore, la casa di Rasty, è in grande spolvero come sempre.

“Scandolo” chiude il 2011 ed esce mentre Monti si appresta a sostituire il premier Silvio Berlusconi. La critica è radicale e non si preoccupa del cambio di poltrona. C’è il rifiuto delle opzioni parlamentari, perchè le soluzioni si trovano con i fratelli e le sorelle con cui si stringono alleanze (“fanculo la sinistra / siamo noi l’opposizione” La Corte dei Miracoli).  Nella canzone “E’ Tutto Programmato” c’è una visione lucida di quanto sia importante, nell’epoca della comunicazione, capire cosa si nasconde dietro la narrazione mainstream. La realtà d’altronde è molto diversa da quella che spesso ci viene raccontata (“non leggo il messaggero nè il resto dei giornali / sono manovrati come i canali, i voti e i deputati / vi siete sputtanati con le vostre mani bravi / ora assisterete alla rivolta degli schiavi” Con Ogni Mezzo Necessario).

Allora è il momento di spegnere la televisione e di scendere nei quartieri, per riconquistare la capacità di comprendere quel reale che non permette delle facili sintesi. I buoni e i cattivi, nelle periferie come Ostia dove si conosce la differenza tra illegalità di potere e illegalità di sussistenza, sono dualismi che hanno bisogno di molteplici letture. La scienza doppia h è il miglior mezzo per raccontare il punto di vista dei senza voce. Rasty è sicuramente uno dei suoi più autentici interpreti.

Claudio del Collettivo L’Officina

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