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Saitta – Chiamparino tagliano la sanità piemontese

In netta continuità con le politiche dei tagli alla sanità della giunta regionale Cota, Saitta e Chiamparino annunciano il nuovo piano di riordino della rete ospedaliera piemontese e cioè la chiusura di alcuni ospedali e centri di eccellenza come l’ospedale Valdese, polo importante per la regione Piemonte per i tumori al seno, l’Oftalmico, l’Amedeo di Savoia e alcuni punti nascita come quello di Susa, Carmagnola, Acqui, Tortona e Domodossola. Le strutture complesse degli ospedali pubblici passano da 842 a 668, cifre che tengono conto delle chiusure dei pronto soccorso che verranno accorpati, insieme ad altri servizi base, in altri ospedali aumentando i disagi per il pubblico nonché un aumento di ore di lavoro per il personale ospedaliero già in estrema difficoltà a causa del blocco delle assunzioni.

Un’ azione “punitiva” per alcuni territori che si vedono togliere servizi pubblici di estrema importanza, continuando a promuovere delle politiche di indebolimento dei i territori; i tagli dei servizi sanitari presenti in piccoli centri abitati, costringerà la gente a dover raggiungere i grandi centri urbani per poter usufruire delle cure del caso peggiorando di fatto la vivibilità di alcuni territori rispetto ad altri.

Di fatto questa sottrazione dei servizi sanitari, i disagi che questa comporta, aprirà la strada ai servizi privati, procedendo lentamente, ma neanche tanto, verso la via della privatizzazione del servizio sanitario pubblico. Inoltre, l’aumento dei tiket sanitari, l’impossibilità economica per accedere ai servizi privati aumenterà le patologie, aumenteranno coloro che, obbligati dalle istituzioni, non potranno più curarsi adeguatamente peggiorando le aspettative sulla salute.

Il piano di riordino della rete ospedaliera piemontese vedrà i suoi effetti a partire dal 2015 e poco importano le chiacchiere di Chiamparino che cerca di giustificare i tagli alla sanità con la scusa di eliminare “la guerra dei primari” all’interno degli ospedali. Una cosa è certa, le amministrazioni locali continuano a perseguire le direttive del governo che tende ad eliminare il welfare, dalle scuole agli ospedali alla tutela dei territori.

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