Salvini…ma non sei stanco di uova e insulti!? Ennesima contestazione in Sicilia
Sono circa le 15,00 quando i manifestanti si uniscono in presidio in via Oreto aspettando Salvini. Cori, fischi, bandiere e cartelli che ricordano a lui e ai suoi sostenitori, quanto non siano benaccetti in Sicilia. Uno striscione che recita “Salvini come Renzi: basta passerelle e chiacchere” sottolinea inoltre tutta l’insofferenza verso una classe politica, da destra a sinistra, capace solo di “chiacchere propagandistiche” da difendere (come oggi del resto) dietro folti cordoni di polizia. Ecco la democrazia tanto amata e tanto sproloquiata da Renzi!
Tornando alla giornata di oggi, il leader del carroccio non sembra affatto stanco di esser contestato dai siciliani, quando non scacciato come ieri a Marsala, ovunque metta piede nell’isola. Nessuno in questa terra sembra aver scordato quanto fino a poco tempo fa lui e il suo partito abusassero della retorica antimeridionale come strumento di propaganda politico elettorale. Gli insulti alle popolazioni del sud Italia gli stanno così tornando indietro in questo celatissimo tour dell’isola di questi giorni. Ma non solo fischi e cori, oggi anche le uova. Se digos e polizia hanno infatti tenuto a distanza la rabbia dei manifestanti, non hanno potuto risparmiare a Salvini un continuo lancio di uova al suo arrivo. Anche oggi, e persino in un comune tanto piccolo come Villabate, passerella rovinata!
Su un punto infine vorremmo soffermarci. Ovvero sulla capacità, a partire dall’appuntamento palermitano lo scorso febbraio, che in tutte le città dove è avvenuta la contestazione c’è stata nel non dar spazio di ulteriore pubblicità mediatica al personaggio, spostando il tiro delle motivazioni e dei contenuti delle stesse contestazioni. Se infatti attaccare esclusivamente la sua natura politica di estrema destra a volte sarebbe potuta risultare mediaticamente e fattivamente (nella partecipazione) minoritaria e dar spazio solo al suo gioco (“…i soliti 30 dei centri sociali…”), il ribaltamento della sua di retorica antimeridionalista è risultata vincente. A partire da Palermo infatti, tutte le contestazioni hanno in autonomia assunto le stesse parole d’ordine (la “Giornata dell’orgoglio terrone” ad esempio), attirando molti partecipanti e a volte inducendo lo stesso Salvini a “chiedere scusa ai siciliani per quanto detto in passato”. Letta in termini mediatici questa non è che una vittoria politica.
Da Palermo a Marsala passando per Villabate, una sola parola d’ordine: Salvini fuori dalla nostra terra!
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