Sul sovraffollamento delle carceri
Nuovamente riappare lo spettro del sovraffollamento delle carceri. Sono anni, o forse non è mai stato possibile abbassare il numero dei detenuti, che questi numeri non subiscono un calo, fino ad arrivare ad oggi in cui le stime parlano di quasi 20.000 persone in più che affollano le carceri italiane!
Ci dicono che i reati sono in calo e che il rapporto tra chi entra e chi esce dal carcere è in dimunizione, quindi: com’è possibile che in un solo anno la popolazione carceraria sia passata da 58.000 persone a 60.000? che sia forse perché vengono adottate sempre meno le misure alternative e meno punitive, soprattutto con le misure cautelari, benchè la maggior parte dei detenuti sia in attesa di processo?
Le domande da porsi sono molte così come le soluzioni per evitare tutto ciò. Come se non bastasse questa stima, la “ciliegina sulla torta”, come al solito, ce la mettono i 2 vicepremier Di Maio e Salvini che sostengono che bisogna aumentare la detenzione per chi commette furti, senza ovviamente addentrarsi nel merito delle motivazioni che spingono la gente a commettere determinati reati. Parlano di aprire nuove carceri e inasprire le pene addirittura anche ai minorenni, vorrebbero un paese di detenuti in nome di non si sa quale “sicurezza collettiva”.
Ma torniamo ai problemi reali: cosa comporta un sovraffollamento come questo per i detenuti e le detenute? A quanto pare questa domanda non se la sono mai posta.
Innanzitutto comporta minor spazio per ogni detenuto/a, se le celle sono costruite per “ospitare” due persone e ve ne mettono 3 o più, ben si capisce come anche la “poca aria” venga a mancare, Vengono a mancare i posti in sezione e quindi i/le “nuovi/e arrivati/e saranno costretti a passare più tempo nei nuovi giunti, una sezione che dovrebbe essere di transito ma sempre più spesso diventa una sezione vera e propria dove si resta bloccati per interi mesi e dove le poche agevolazioni che si hanno in sezione, sono ancora di più al ribasso.
Esiste poi il problema della carenza di operatori sanitari per il numero dei/delle detenuti/e e ciò comporta lunghe attese, talvolta stressanti, per ricevere una visita medica: tutto questo dovrebbe essere considerato al pari della tortura e il più delle volte spinge detenuti e detenute a gesti estremi quali l’autolesionismo o nei peggiori dei casi al suicidio.
Ma non dimentichiamo che non sempre si può parlare di suicidio e che per chi si suicida nelle carceri non viene mai cercato un responsabile o non ci si chiede mai il perché di questo gesto. Il fatto di vivere in un luogo malsano come il carcere, tra muffa, bagni non funzionanti,,infiltrazioni d’acqua nelle celle, servizi sanitari scadenti o inesistenti e il più delle volte i soprusi dei secondini, possono spingere una persona a farla finita o molte volte portarla ad autolesionismo come gesto di protesta, essendo l’unico modo per farsi ascoltare e la maggior parte delle volte nemmeno a quello.
Salvini, Di Maio e tutti coloro che pretendono di detenere in mano le politiche del nostro paese, si sono mai soffermati a chiedersi chi siano coloro che riempiono le nostre galere? Per quali motivi siano rinchiusi e quale sia la loro storia? Perché se viene commesso un furto si sono mai chiesti il motivo per cui quella persona ha commesso quel reato? Molti dei reati vengono commessi proprio perché non si ha nessun’altra possibilità, il più delle volte per portare la cena a casa per la propria famiglia, o non si ha altra alternativa per pagare le bollette o l’affitto.
I colpevoli di tutto ciò vanno cercati altrove!
In ultimo, ma non meno importante o trascurabile, non dimentichiamoci poi che con il nuovo decreto “SICUREZZA” rischiamo di aver ancora più persone che verranno messe in carcere, la maggior parte straniere, in quanto questo decreto spinge sempre più alla loro non inclusione e quindi alla loro criminalizzazione, creando così il nuovo mostro da combattere.
Quali siano i provvedimenti da adottare per far si che la popolazione carceraria diminuisca noi lo diciamo da sempre: aiuti alle famiglie e ai/alle singoli/e in difficoltà, meno criminalizzazione dei reati minori, meno utilizzo delle misure cautelari e minor discriminazione delle lotte sociali.
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