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Ostaggi della vendetta israeliana nella Striscia di Gaza: le testimonianze di 100 detenuti palestinesi rilasciati rivelano Crimini di Tortura e Trattamento Disumano

In un rapporto di oltre 50 pagine intitolato: “Ostaggi Della Vendetta Israeliana Nella Striscia Di Gaza”, l’Osservatorio Euro-Mediterraneo mette in luce la pratica diffusa di arresti collettivi e individuali arbitrari da parte delle forze israeliane contro i civili nella Striscia. Tra gli arrestati durante le incursioni militari israeliane e i suoi attacchi di terra contro città, campi e quartieri residenziali in tutta la Striscia figurano donne, bambini, anziani e sfollati.

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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 21 maggio 2024

Territori palestinesi – In un nuovo rapporto pubblicato martedì, l’Osservatorio Euro-Mediterraneo documenta le testimonianze di circa 100 detenuti palestinesi rilasciati. Queste testimonianze confermano che le autorità e l’esercito israeliani hanno commesso Crimini orribili di Detenzione Arbitraria, Sparizione Forzata, Tortura e Trattamenti Disumani e Crudeli contro migliaia di civili palestinesi arrestati come parte del Genocidio israeliano nella Striscia di Gaza, in corso dal 7 ottobre 2023.

In un rapporto di oltre 50 pagine intitolato: “Ostaggi Della Vendetta Israeliana Nella Striscia Di Gaza”, l’Osservatorio Euro-Mediterraneo mette in luce la pratica diffusa di arresti collettivi e individuali arbitrari da parte delle forze israeliane contro i civili nella Striscia. Tra gli arrestati durante le incursioni militari israeliane e i suoi attacchi di terra contro città, campi e quartieri residenziali in tutta la Striscia figurano donne, bambini, anziani e sfollati.

Il rapporto si basa su dichiarazioni, testimonianze e interviste di persone che la squadra dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha raccolto e condotto con 100 detenuti che erano stati rilasciati dalla custodia dell’esercito israeliano a seguito di operazioni di terra in diverse parti della Striscia di Gaza.

Circa la metà dei detenuti recentemente rilasciati sono uomini sotto i 50 anni, mentre i restanti 17 sono uomini anziani; 22 sono donne e quattro sono bambini. Ulteriori informazioni sono state raccolte anche dai rapporti diffusi dalle autorità competenti, dai media locali e internazionali e dalle organizzazioni per i diritti umani.

Le informazioni raccolte concludono che l’esercito israeliano commette abitualmente diffusi Crimini di Arresti Arbitrari, Sparizioni Forzate, Omicidi Premeditati, Torture, Trattamenti Inumani, Violenza Sessuale e rifiuto di un giusto processo.

Conferma inoltre che l’esercito israeliano ha utilizzato Torture Fisiche e Psicologiche contro i detenuti civili palestinesi, comprese percosse con l’intento di uccidere, Violenza sessuale, elettrocuzione, bendature e prolungata coscrizione a mani e piedi.

Israele ha inoltre negato loro l’accesso al cibo e alle cure mediche, comprese cure essenziali e salvavita, i detenuti sono stati presi a sputi e urinato loro addosso e altri atti crudeli e degradanti, oltre ad abusi psicologici tra cui stupro e minacce di morte, molestie verbali e altre forme di violenza sessuale.

Abdul Qader Jamal Tafesh, 33 anni, ha parlato con il personale dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo dopo essere stato preso in custodia dall’esercito israeliano presso l’Ospedale Kamal Adwan nel Nord della Striscia di Gaza, dove si era rifugiato come sfollato.

“Il 12 dicembre 2023, i soldati mi hanno arrestato e detenuto in uno dei loro campi nel Nord della Striscia di Gaza”, ha dichiarato. “Mi hanno interrogato nella villa della famiglia Al-Barawi a Beit Lahia, che l’esercito aveva trasformato in una caserma militare”.

Secondo Tafesh, non appena lui e gli altri prigionieri sono arrivati ​​nel cortile di questa casa, sono stati ispezionati con strumenti tra cui specifici scanner per “riconoscimento oculare”. “Dopo essere stati spogliati dei nostri vestiti e ammanettati, a una persona su cinque è stato detto di mettersi in fila davanti alle telecamere, inginocchiarsi e chinare la testa. Ero tra queste persone”.

“Una volta a terra”, ha continuato Tafesh: “Uno dei soldati mi ha bendato, mi ha attaccato un adesivo con un numero sulla spalla e mi ha fatto correre per circa 500 metri prima di gettarmi a terra”.

Ha spiegato che un soldato lo ha picchiato e torturato, spostandogli le manette da davanti a dietro, anche dopo che aveva rivelato di essere ferito e di aver subito in precedenza un’operazione durante la quale gli era stata inserita una placca nella spalla sinistra, cosa che il soldato poteva vedere perché Tafesh era nudo.

“Mi ha anche colpito con la scarpa, cosa che ha peggiorato il dolore, e in particolare nel punto dell’operazione, cosa che mi ha fatto svenire più volte. Ho chiesto loro di chiamare un medico o di portarmi da un medico, ma si sono rifiutati”, ha dichiarato Tafesh.

Tafesh ha aggiunto: “Sono stato avvicinato da un soldato che mi ha chiesto, ‘Vuoi morire?’ Ha sollevato la sua arma, rimosso la sicura e sparato vicino alla mia testa”.

M.Q., residente a Gaza Città e ingegnere impiegato presso un’azienda locale, ha chiesto che il suo nome completo fosse omesso per motivi di sicurezza. Ha dichiarato di essere stato detenuto e gravemente torturato dall’esercito israeliano nella sua casa:

“Mi hanno picchiato duramente per più di mezz’ora ininterrottamente, poi mi hanno costretto a sedermi su una sedia del bagno accanto alla stanza. Uno dei soldati mi ha chiesto di recitare la Shahada (una preghiera musulmana recitata quando si crede che si sta per morire) e dopo averlo fatto, ha sparato dritto contro il muro accanto a me”.

M.Q. continua: “Dopodiché, sono stato ammanettato e legato mentre i soldati mi lanciavano pietre. Circa quindici minuti dopo, mi hanno portato fuori dal bagno e mi hanno gettato sul pavimento della stanza. Mi hanno anche calpestato la testa e quattro di loro mi hanno urinato addosso insultandomi”.

Oltre ad essere detenuti e sottoposti a tortura nelle basi militari e nelle strutture di detenzione israeliane, compresi centri di detenzione segreti e non ufficiali, in particolare quelli vicino ai confini della Striscia di Gaza, i detenuti palestinesi sono stati anche sottoposti a incarcerazione e detenzione prolungata senza alcuna dovuta procedura legale o essere portati davanti all’autorità giudiziaria, in violazione delle pertinenti leggi internazionali.

La comunità internazionale deve rispettare i propri obblighi giuridici ai sensi del Diritto Internazionale per impedire a Israele di commettere Crimini contro tutti i residenti della Striscia di Gaza, compresi i detenuti. Deve inoltre attivare efficaci meccanismi di pressione per costringere Israele a cessare immediatamente questi Crimini, ad aderire al Diritto Internazionale e a proteggere i civili palestinesi nella Striscia.

Ai sensi degli articoli 146, 147 e 148 della Quarta Convenzione di Ginevra del 1949, le Alte Parti Contraenti sono obbligate a fermare le gravi violazioni da parte di Israele dei civili palestinesi nella Striscia di Gaza, compresi i Crimini di Tortura e il Trattamento Disumano e Degradante dei detenuti palestinesi.

Tutte le nazioni devono adempiere ai propri obblighi internazionali e interrompere ogni sostegno militare, politico e finanziario a Israele nei suoi Crimini contro la popolazione civile nella Striscia di Gaza; in particolare, tutti i trasferimenti di armi, i permessi di esportazione e gli aiuti militari a Israele devono essere fermati. Altrimenti, queste nazioni saranno complici di tutti i Crimini commessi nella Striscia, compreso il Genocidio.

Dovrebbero essere esercitate pressioni su Israele affinché interrompa la pratica di far sparire forzatamente prigionieri e detenuti palestinesi dalla Striscia di Gaza; rivelare immediatamente tutte le strutture di detenzione segrete; rivelare le identità di tutti i palestinesi detenuti da Israele nella Striscia, dove si trovano e il loro destino; e ad assumersi la piena responsabilità della loro sicurezza e della preservazione delle loro vite.

Per concludere l’indagine aperta nel 2021, la Corte Penale Internazionale deve cooperare con tutte le parti e intraprendere azioni serie presentando rapporti specifici sui Crimini a cui sono stati esposti i prigionieri e i detenuti palestinesi nelle carceri e nei centri di detenzione israeliani dal 7 ottobre. La Corte deve inoltre emettere mandati di arresto per tutti i responsabili di questi Crimini, compresi quelli commessi contro prigionieri e detenuti, al fine di consegnarli alla giustizia e ritenerli responsabili.

Lunedì  il Procuratore della Corte Penale Internazionale, Karim Khan ha annunciato di aver aveva presentato una richiesta alla Camera Preliminare per emettere due mandati di arresto contro il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il Ministro della Difesa Yoav Galat per presunta partecipazione a Crimini di Guerra e Crimini contro l’Umanità contro i palestinesi nella Striscia.

Siamo rimasti sorpresi nell’apprendere che il Procuratore della CPI ha ignorato i Crimini diffusi e sistematici di Tortura commessi da Israele contro prigionieri e detenuti palestinesi, in particolare quelli nella Striscia di Gaza.

Queste accuse includono Crimini di Guerra e Crimini contro l’Umanità contro il popolo palestinese, ma non Tortura, anche se esistono ampie prove a sostegno di tali accuse.

Si dovrebbe esercitare pressione sulle autorità israeliane affinché rilascino tutti i detenuti palestinesi che sono stati arbitrariamente arrestati e, se vengono processati, garantiscano tutte le procedure di giusto processo. Inoltre, Israele deve restituire i resti dei prigionieri e detenuti palestinesi morti nelle carceri e nei centri di detenzione israeliani.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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