Firenze. Studenti contestano la farsa della “Primavera dell’Università”
Tutte questioni che gli studenti hanno fatto “irrompere” in Aula Magna con megafoni, striscioni e volantini: “In tutta Italia ci sono state assemblee e giornate in cui egregi e ed enorevoli hanno espresso il loro disappunto sulla situazione dei fondi destinati all’Università, si sono poi rivelate solo chiacchiere, tirandosi indietro davanti alla proposta di una vera mobilitazione”.
La contestazione è andata anche a smascherare senza mezzi termini un operazione – quella promossa dalla CRUI – che, senza produrre nessun tipo di mobilitazione reale, dall’alto ha cercato di smorzare e svilire il boicottaggio delle VQR (Valutazione della Qualità della Ricerca) praticata da parte di professori e ricercatori. Una pratica rale di contrapposizione al meccanismo di gara (ideologicamente)meritocratica che oggi regola il finanziamento (o meno) di almeno il 20% dei fondi destinati agli Atenei, e che ha evidenziato l’esistenza di un segmento di mondo accademico che, a partire da una condizione di mortificazione delle capacità e precarietà, inzia a mettere in campo dei “No” forse ancora piccoli ma già pesanti. Non stupisce, infatti, che anche tra la stessa sparuta platea della conferenza di oggi a qualcuno sia sfuggiti degli applausi diretti ai contestatori.
A poco più di un mese di distanza dal primo incontro del 29 Febbraio, a cui gli studenti avevano partecipato intervenendo sugli effetti devastanti del nuovo calcolo ISEE, il poco interesse da parte del rettore di costruire un confronto con gli studenti e le loro problematiche si è evidenziato nella scelta di produrre l’iniziativa di oggi senza predisporre nessun bloco della didattica, escludendo così la maggioranza di coloro che vivono l’università.
“Tante parole e niente fatti. Un opposizione alla crisi universitaria non si costruisce intorno ad un finto tavolo, ma nelle aule e nelle piazze”. L’iniziativa di oggi forse accellelerà la chisura del sipario di un teatrino antipatico e grottesco. La palla passa (di nuovo) all’iniziativa autonoma dei soggetti che oggi possono far entrare i propri bisogni e desideri in rotta di collisione con l’università riformata.
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