InfoAut
Immagine di copertina per il post

1 Febbraio, Yo Decido! Al fianco delle donne spagnole per il diritto all’aborto

Alle ore 12.00 un corteo si recherà sotto l’Assemblea dei Deputati per consegnare il seguente testo al Capo del Governo, al Presidente del Parlamento, alla Ministra Ana Mato, al Ministro Alberto Ruiz Gallardón (autore della proposta di legge) e ai vari gruppi parlamentari.
Contemporaneamente, in moltissime città dell’Europa e dell’Italia, si terranno azioni di solidarietà e di controinformazione. A Parigi è stato organizzato un corteo.
Qui di seguito, Yo Decido, l’appello delle donne spagnole per la giornata:

Poiché io decido in base alla mia autonomia morale, che è la base della dignità di una persona, non accetto nessuna imposizione o proibizione riguardo i miei diritti sessuali e riproduttivi che riguardano la mia piena realizzazione come persona.
Come essere umano autonomo mi rifiuto ad essere sottomessa a trattamenti denigranti, che influenzino la mia decisione di essere o non essere madre.
Poiché sono libera invoco la libertà di coscienza come il bene supremo sul quale possa basare le mie scelte. Considero cinici quelli che si appellano alla libertà per restringerla e malevoli quelli che, non importandogli affatto la sofferenza causata, vogliono imporre a tutti i loro principi di vita basati su ispirazioni divine.
Come essere umano libero rifiuto di accettare una maternità forzata e un regime di tutela che condanna le donne alla considerazione di minorenni nei confronti delle loro decisioni in materia sessuale e riproduttiva.
Poiché vivo in una democrazia e sono democratica non accetto le regole del gioco che delineano diritti di peccato e leggi di religione. Nessuna maggioranza politica nata dalle urne, neanche se con maggioranza assoluta, è legittimata a convertire diritti in reati e obbligarci a seguire principi religiosi mediante sanzioni penali.
Come cittadina esigo da quelli che ci governano che non trasformino il potere democratico, salvaguardia della pluralità, in dispotismo.
Poiché io decido, sono libera e vivo in una democrazia, esigo da qualsiasi governo che promulghi leggi che favoriscano l’autonomia morale, preservi la libertà di coscienza e garantisca la pluralità e diversità di interessi.
Poiché io decido, sono libera e vivo in una democrazia, esigo che si mantenga l’attuale “Legge per la salute sessuale e riproduttiva e per l’interruzione volontaria della gravidanza”, per favorire l’autonomia morale, preservare la libertà di coscienza e garantire la pluralità degli interessi di tutte le donne.


A Torino, come in molte altre città d’Italia, i collettivi femministi e le associazioni di donne hanno deciso di scendere in piazza per sostenere la mobilitazione spagnola. L’appuntamento è alle 15 sotto il consolato di Spagna di piazza Castello. Di seguito il volantino che verrà distribuito in piazza:

 

IL PRIMO FEBBRAIO, AL FIANCO DELLE DONNE SPAGNOLE
PER UN ABORTO LIBERO E SICURO!


In questi giorni il nemico dichiarato del governo spagnolo sembrano essere le donne, con un progetto di legge antiaborto significativamente denominata “Legge organica di protezione dei diritti del Concepito e della Donna in gravidanza” che, vista la maggioranza di cui gode il Partito Popolare, sembra destinato a riportare indietro le lancette del tempo.

Dall’essere un diritto, come nella legge Zapatero del 2010, l’aborto torna ad essere reato, sebbene depenalizzato, e consentito in due sole circostanze, in caso di violenza sessuale o se sussistono gravi rischi per la salute fisica o psicologica della donna. In tutti gli altri casi, sarà vietato per legge, con l’ovvia e terribile conseguenza di un ritorno agli aborti clandestini. La legge, che fa carta straccia della precedente, si presenta dunque ancor più restrittiva di quella in vigore dal’85 al 2010, di cui in parte ricalca l’impianto.

I gravi rischi devono essere certificati e motivati da due specialisti diversi dal medico che eseguirà l’interruzione di gravidanza. Nel primo caso il termine scade alla dodicesima settimana, e solo se la violenza è stata denunciata, mentre nel secondo il limite è fissato a ventidue settimane. Le motivazioni dovranno essere valutate da specialisti della patologia, dopo di che la donna sarà costretta ad attendere altri setti giorni prima di una decisione definitiva, che altri avranno preso per lei.

Anche la ricerca di un medico disponibile a praticare l’intervento potrà rivelarsi una corsa a ostacoli, dato che la legge introduce l’obiezione di coscienza per tutto il personale sanitario (dalla diagnosi all’intervento) e proibisce la pubblicità di cliniche in cui si pratichi l’aborto. Altro elemento di forte dibattito è la scomparsa del comma in cui si dettagliava il diritto ad abortire in caso di malattie o malformazioni del feto, ora lasciato all’ambiguità; il diritto all’aborto sarebbe esteso oltre la ventiduesima settimana solo in caso di “anomalia del feto incompatibile con la vita”, di cui fosse stata impossibile una diagnosi previa. Inoltre, alle minorenni non basterà supplicare i sanitari di firmare il nulla osta, sarà indispensabile anche quello dei genitori, “chiamati a partecipare”. Controllare l’esuberanza di questi corpi è responsabilità della famiglia, come i loro peccati, da punire come dio comanda.

Dunque se la nuova legge sarà approvata in Parlamento, saranno medici e psichiatri a tenere in ostaggio i corpi delle donne, ad emettere una sentenza di condanna o assoluzione. Quali saranno gli standard con cui stimare il grave rischio psicologico, a chi il potere di determinare una scelta che dovrebbe essere solo delle donne?

 

E QUI DA NOI, CHE ARIA TIRA?
La legge 194 che regolamenta l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia, è da anni sempre più a rischio di disapplicazione. La difficoltà di accedere all’IVG rischia di implementare la zona grigia degli aborti clandestini, anch’essi in crescita. Si tratta tuttavia di un collasso annunciato, a causa di una legge che nasce già carente in materia di limitazione dell’obiezione di coscienza, consentendo di fatto la situazione attuale, che ormai sfiora l’emergenza in molte regioni italiane. Un esempio su tutti, quello della regione Lazio, dove l’obiezione registra un inquietante 91%.
E in Piemonte? Benché ancora al di sotto della media nazionale, anche nella nostra regione il dati sono preoccupanti: al 2012, il 67,5% dei/delle ginecologi/he e il 40% degli/le anestesisti/e erano obiettori/trici. A Torino i/le ginecologi/he obiettori rappresentano il 84,6% nella ASL To1, il 69,2% nella ASL To2, il 61,53% in To3, 68,96% in To4, il 61,20% in To5. Nelle altre provincie si registrano situazioni ancor più critiche, in particolare a Novara dove un solo medico è attivo, di Alessandria (2 medici) e di Cuneo (3 medici).

Ma non basta! In Piemonte, come in altre regioni italiane, i movimenti antiabortisti si fanno strada a colpi di leggi e delibere che permetterebbero loro di entrare nei consultori pubblici, trasformandoli in luoghi di predica e propaganda oscurantista, interferendo così nella libera scelta delle donne ad intraprendere il percorso dell’IVG.

Qui in Piemonte questi interventi legislativi si chiamano Delibera Ferrero (2010) e Proposta di Legge 160 (2011), entrambi promossi dal governo regionale di destra di Roberto Cota.
Invece di vietare l’aborto e di limitare la libertà di scelta delle donne in materia di sessualità e maternità, o di spendere soldi pubblici per finanziare l’intervento privato degli antiabortisti nei presidi sanitari pubblici, costruiamo altri percorsi, questi sì, di consapevolezza e liberazione, quali la prevenzione, la contraccezione e l’educazione sessuale nelle scuole.

Ci troviamo di fronte non solo ad una vera e propria aggressione alle donne nel principio stesso di autodeterminazione di sé, ma anche ad una ridefinizione culturale, politica, sociale ed economica dei ruoli, dei comportamenti e delle realtà che le donne abitano e costruiscono per se stesse.
Siamo oggi al fianco delle donne spagnole, consapevoli che il percorso di conquista delle nostre libertà passa necessariamente dalla lotta.

LA MATERNITA’ NON SI IMPONE, SI RISPETTA
LA MATERNITA’ NON SI ACCETTA, SI SCEGLIE
SUL CORPO DELLE DONNE DECIDONO LE DONNE

Collettivi Femministi, Associazioni di Donne e Singole di Torino
Al fianco delle Donne Spagnole
Per l’Autodeterminazione

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

abortoautodeterminazionespagnayodecido

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Non Una di Meno: in piazza a Roma e a Palermo con la parola d’ordine “disarmiamo il patriarcato”

Un anno dopo le imponenti manifestazioni di Roma e Messina, ieri le manifestazioni nazionali organizzate contro la violenza patriarcale da Non una di meno! erano a Roma e a Palermo.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Verso il 25 novembre: contro i femminicidi e la violenza di genere

L’osservatorio nazionale femminicidi, lesbicidi e trans*cidi di Non Una Di Meno porta avanti dal 2019 un progetto che vuole combattere la violenza di genere

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

NUDM: è morta un’altra studente, non ne possiamo più

Sabato 23 novembre saremo a Roma anche perché desideriamo e pretendiamo una scuola diversa. da NUDM Torino E’ morta un’altra studente, non ne possiamo più. Aurora aveva 13 anni quando, il 25 ottobre, è stata uccisa dal fidanzato di 15 anni, che non accettava la fine della loro relazione.Lo stesso giorno, Sara è stata uccisa […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Torino, la mobilitazione contro gli antiabortisti continua: presidio al consiglio regionale

In queste settimane a Torino sono migliaia le persone che si mobilitano per chiedere la chiusura immediata della cosiddetta “stanza dell’ascolto”

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Per Anàs, morto in mare e per tutte le altre vittime dei confini

Lo scorso 9 agosto la comunità lametina si è stretta attorno alla piccola bara bianca contenente i resti di Anàs, bimbo di sei anni annegato in un naufragio e ritrovato nel nostro mare.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Aborto libero, sicuro e gratuito!

Sabato 28 settembre, in occasione della giornata internazionale per l’aborto sicuro, in Piemonte in tant3 ci mobiliteremo su tutto il territorio contro le politiche regionali che da anni sposano obiettivi antiabortisti, retrogradi e lesivi della libertà di scelta.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Pride critico, Pride comodo

Dov’è stato lasciato il “prendere e fare” a favore del “chiedere e aspettare”? Gli oppressi hanno iniziato un ciclo politico in cui si costituiscono come vittima senza agency che cerca di essere protetta. Il presente testo è la traduzione di un articolo di Charlie Moya Gómez pubblicato in castigliano su Zona de Estrategia il 27/06/2024. […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

RBO al Festival Alta Felicità – in dialogo con Fatima Ouassak

Fatima Ouassak è una politologa e militante ecologista, femminista e antirazzista. Il suo ultimo libro Per un’ecologia pirata (tradotto in italiano da Valeria Gennari per Tamu edizioni (2024)) propone un’alternativa all’ecologia bianca, borghese e a cui manca un approccio intersezionale.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

RBO al Festival Alta Felicità – In dialogo con Louisa Yousfi

Il termine “Barbari” viene utilizzato da Louisa Yousfi nel suo libro “Rester barbares” allo scopo di mettere in luce una trappola: da una parte il paradigma del razzismo proclamato, quello dell’estrema destra che definisce barbari i soggetti razzializzati e dall’altro lato il razzismo integrazionista, quello per cui occorre essere dei “buoni selvaggi”educati per essere all’altezza dei bianchi.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

No agli antiabortisti nelle strutture pubbliche!

Giovedì 11 luglio alle ore 12 si terrà una conferenza stampa davanti all’Ospedale Sant’Anna a Torino (ingresso via Ventimiglia) organizzata dal Comitato per il Diritto alla Tutela della Salute e alle Cure – Piemonte.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Valencia: disastro climatico, lotta di classe e governance di estrema destra

158 morti. È questo il bilancio provvisorio delle imponenti inondazioni che hanno colpito la regione di Valencia, in Spagna, il 29 ottobre.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosentine in lotta per il diritto alla salute

Il collettivo Fem.In Cosentine in lotta nasce nel 2019 e da allora si occupa del tema dell’accesso alla sanità pubblica, del diritto alla salute, con uno sguardo di genere.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Piemonte. La crociata del centrodestra contro l’aborto

Due milioni e 340 mila euro per finanziare le associazioni antiabortiste in Piemonte. Li ha stanziati il governo di destra della Regione Piemonte dal 2022 ad oggi.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Sui nostri corpi decidiamo noi.

Il 25 maggio in tutta Italia scenderemo in piazza contro l’ennesimo attacco all’aborto svolto da questo Governo, non a caso in contemporanea a fortissimi attacchi verso le persone trans+

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amnistia in Catalogna, prosegue il dibattito

In Spagna è stata respinta l’attesa legge sull’amnistia per gli attivisti indipendentisti catalani e per le persone coinvolte nel referendum dell’ottobre 2017.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Aborto: il convegno promosso dalla Lega a Montecitorio e’ “l’ennesimo tentativo di normalizzare l’antiabortismo nel nostro paese”

Martedì 23 gennaio, nella sala conferenze della Camera dei Deputati, si è tenuto il convegno antiabortista organizzato dal Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli e promosso dalla Lega.