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24 febbraio: importante corteo romano per il mondo del SI Cobas

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 Diecimila persone sono scese in strada nel pomeriggio di ieri partecipando al corteo nazionale indetto dal SI Cobas per ribadire un NO perentorio al razzismo, allo sfruttamento e alla repressione di Stato.

 

Oltre sessanta i bus giunti dal Nord al Sud della penisola, con gli operai protagonisti delle lotte della logistica e di tante altre vertenze con cui sfidano a testa alta il sistema di precarizzazione e impoverimento voluto da padroni e governanti nel paese. Insieme a loro, tanti e tante militanti dei centri sociali, lotta per la casa, studenti e antifascisti. Il corteo ha percorso il centro della capitale blindato ad hoc nella giornata in cui si svolgevano quattro manifestazioni in contemporanea nella città, compresa quella di ripiego lanciata da Renzi e tutta la burocrazia e il gotha dell’associazionismo sempre più in declino legati al PD e alla CGIL.

In questo contesto, i diecimila hanno portato le ragioni della lotta di classe quotidiana e intransigente che fronteggia tutti i giorni il razzismo istituzionale e i rigurgiti fascisti nei territori di appartenenza. L’alta componente migrante di queste lotte porta con sé il rifiuto totale delle politiche segregatorie e colonialiste che da una parte condannano a morte milioni di persone al di là dei confini europei e dall’altra aizzano l’odio nazionalista e primatista nei confronti di chi giunge in Italia con l’utilizzo della grancassa mediatica. Nei giorni precedenti al corteo le fanfare giornaliste hanno puntualmente fatto suonare l’ allarme e tentato di disinnescare la partecipazione alla manifestazione voluta dal SI Cobas in pieno teatrino elettorale e in aperto contrasto a questo proprio la settimana prima del 4 marzo.

La connessione tra lotte sul reddito, per la riappropriazione e la redistribuzione delle risorse è uno degli obiettivi del movimento operaio della logistica, come rimarcato anche dall’intervento delle maestre in lotta contro la valanga di licenziamenti in vista a firma Fedeli, quelli dei movimenti per il diritto all’abitare e degli studenti universitari. Il corteo, partito dall Esquilino, si è concluso in Piazza Venezia, dove il coordinatore nazionale del SI Cobas Aldo Milani ha ribadito che gli operai organizzati nel sindacato conflittuale e di base e le altre componenti del movimento non arretreranno di fronte agli sfruttatori, volendosi conquistare oltre al pane anche le rose.

Una tappa importante dunque, che conferma la vivacità del mondo operaio auto-organizzato soprattutto a partire dalla logistica, e che garantisce un pieno di energia per andare ben oltre la scadenza elettorale. Confermando ancora una volta che la linea del colore può essere rovesciata in dignità e riscatto nei processi di conflitto. Una piazza, quella romana di ieri, che si imprime nella costellazione di mobilitazioni antifasciste di questo significativo febbraio di lotta e scontro, che ha richiesto a gran voce la liberazione di Giorgio, Lorenzo e Mustafà arrestati a Piacenza, importante volano e piattaforma di lancio per le prossime stagioni di conflitto sociale. 

 

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