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Gli accordi di Maroni

I soccorsi, a 39 miglia da Lampedusa, sono ancora in corso in questo momento. Ma finora sono solo 51 le persone tratte in salvo, alcune delle quali sarebbero ferite in modo grave. Per ora le notizie sono ancora frammentarie: secondo alcuni l’imbarcazione proveniva  dalla Tunisia, secondo la capitaneria di porto di Lampedusa daslla Libia. La richiesta di aiuto è arrivata in nottata a Malta.

Sia come sia, questa nuova tragedia umana è anche ùancora una volta l’ennesimo indice – come scriveva ieri Dal Lago sul Manifesto –  di una fallimento generalizzato della politica di controllo sui flussi migratori. Fallimento italiano ma anche europeo, almeno a giudicare dalla riottostà con cui le cancellerie si rimpallano l’accoglienza da dare a profughi sulla cui produzione l’Europa dovrebbe almeno assumersi qualche responsabilità.

Intanto, mentre l’Europa chiacchiera, nel Mediterraneo si continua a morire e nei campi d’internamento si continua a lottare. Con qualche risultato, se è vero che lo stesso Maroni si è trovato obbligato a concedere permessi temporanei di 6 mesi a quei migranti/profughi (qual’è, oggi, la differenza?) che si aveva tanta fretta di rimandare indietro.

Abbiamo effettuato due collegamenti – aldiquà e aldilà del Mediterraneo – per commentare questa ultima tragedia.

 

Gianluca (Askavusa) dall’Isola di Lampedusa

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Fulvio Massarelli da Tunisi:

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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