In migliaia a Palermo contro la violenza sulle donne
In migliaia questo pomeriggio a Palermo sono scesi in piazza contro la violenza maschile sulle donne. Associazioni, organizzazioni politiche, realtà sociale cittadine, studentesse, mamme si sono mosse in corteo da piazza Verdi alle 18.00. Un corteo lunghissimo che ha invaso è bloccato via Maqueda per più di due ore. Questo era l’obiettivo dell’assemblea contro la violenza maschile sulle donne di Palermo, che ha aderito alla piattaforma nazionale non una di meno. La piattaforma ha lanciato lo sciopero globale per la giornata dell’otto marzo, chiedendo alle lavoratrici, alle precarie, alle donne, di incrociare le braccia per l’intera giornata bloccando, così di fatto la produzione che sfrutta, oltre al lavoro, anche il corpo e delle donne. L’intenzione dello sciopero è quella di sottolineare come per tanti, forse per troppi, le rivendicazioni delle donne non contano e la dignità, la salute e il corpo delle donne sono buoni solo per la produzione, la riproduzione e lo sfruttamento capitalistico. Le donne scioperano, lottano, bloccano.
A partire dalla mattinata le studentesse palermitane hanno bloccato, all’università, le lezioni a Scienze Politiche e a Lettere per affrontare, anche insieme ai docenti che avrebbero dovuto tenere le lezioni, il tema della violenza maschile sulle donne. Questi blocchi di fatto hanno dato vita a dibatti partecipati e coinvolgenti in cui studenti, studentesse e docenti si sono confrontati su argomenti che solitamente non vengono trattati a lezione. Questa pratica è stata utilizzata anche in svariati licei palermitani. In entrambi i casi è stato lanciato l’invito alla partecipazione al corteo. Alla fine dei blocchi, sia nelle scuole che all’università, sono stati calati degli striscioni con su scritto “se la nostra vita non vale, noi scioperiamo”. Questo lo slogan principale delle piazze delle donne in lotta che hanno attraversato tantissime città nel mondo.
Il corteo è arrivato a piazza Pretoria dove le migliaia di persone che hanno scelto di scendere in piazza si sono fermate ad assistere a letture, performance musicali e teatrali e proiezioni. Alla faccia di politici e politiche che usano l’otto marzo solo per relegare la donna al ruolo di vittima da difendere, proteggere e possedere. Le donne Palermitane a partire da giornate come queste tornano a costruire un immaginario e una narrazione che rompe con il vittimismo per riacquisire ruoli di protagonismo e forza.
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